23 febbraio 2015

Incontro tra il sindaco e Vittorio Radovan, profugo istriano di 96 anni


Il sindaco Gianluca Galimberti ha ricevuto in mattinata Vittorio Radovan, uno dei 350.000 profughi Giuliano Dalmati che hanno vissuto l'esodo dall'Istria, dove è nato, settimo di nove figli, nel 1918, e dove, dopo una sofferta esperienza di vita fortemente segnata dalla guerra, ha lasciato casa e vigne, parenti d amici, in cerca di un "rifugio" per sé e per la sua famiglia, arrivando a Cremona nel 1963. Insieme alla moglie, ai figli Anteo e Maria, e ai genitori Carolina e Matteo, all'epoca quasi novantenni, Vittorio Radovan venne alloggiato nell'ex caserma Lamormara, in via Villa Glori, utilizzata allora per ospitare gli ultimi profughi provenienti dall'Istria e dalla Dalmazia.

Accompagnato dalla figlia Maria, da parenti e amici, Vittorio Radovan, dotato di una grande memoria e di un grande amore per l'Italia e soprattutto per Cremona, città che lo ha accolto, permettendogli di assicurare un futuro a lui e a tutta la sua famiglia, teneva molto ad incontrare il sindaco, per raccontargli la sua storia, comune a tanti altri istriani, ed il suo "orgoglio di essere Italiano e di essere stato un buon italiano", queste le sue testuali parole.

Vittorio Radovan è sempre stato un gran lavoratore e anche da pensionato ha continuato a prestare la sua opera di volontario presso il Centro anziani della Parrocchia della Beata Vergine di Caravaggio, ricevendo per questo di recente anche una medaglia d'oro di cui va molto orgoglioso, e si è sempre prodigato per tutti quelli che avevano bisogno di lui, anziani e persone sole in particolare; si è preso cura dei giardini e degli orti di tutto il vicinato, occupazione che ancora adesso, a 96 anni, gli riempie le giornate. 

Il sindaco, molto colpito dalla vicenda personale ed umana di Vittorio Radovan, al quale ha espresso tutta la sua ammirazione per la tenacia e per la grande forza interiore di fronte ad una tragedia immane, ha detto che i giovani hanno molto da imparare da storie come la sua.

Testimonianze di protagonisti diretti di fatti accaduti durante e dopo il secondo conflitto mondiale sono importanti per tenere viva la memoria di tutte le vittime e delle violenze, delle sopraffazioni, delle lacerazioni provocate dalla guerra, permettendo di approfondire soprattutto la storia dell'Europa dell'Est in quel particolare periodo storico. 

Un abbraccio finale a Vittorio Radovan ha chiuso questo incontro davvero emozionante e atteso con grande trepidazione da questo uomo sopravvissuto a tante dolorose e dure esperienze.

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