Il termovalorizzatore di Cremona non sia nella rete nazionale per la circolazione dei rifiuti istituita dal decreto legge denominato Sblocca Italia. Lo chiedono, in una lettera inviata al ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti e all'assessore regionale Claudia Maria Terzi, il sindaco Gianluca Galimberti e l'assessore al Territorio e alla Salute Alessia Manfredini. I motivi? "Limiti tecnici dell'impianto e appartenenza del territorio comunale alle aree critiche in termini di inquinamento atmosferico", scrivono sindaco e assessore. La richiesta dà attuazione alla mozione approvata lo scorso novembre in Consiglio comunale che esplicitava un indirizzo politico chiaro: chiedere al Governo l'esclusione del termovalorizzatore di Cremona dall'applicazione dell'articolo 35 del Decreto Legislativo 133 del 12 settembre 2014. La lettera è stata mandata, per conoscenza, al sottosegretario alle Riforme Costituzionali e ai Rapporti con il Parlamento Luciano Pizzetti, ai parlamentari eletti nel territorio, Cinzia Fontana, Silvia Comaroli, Franco Bordo e Danilo Toninelli e ai consiglieri regionali Carlo Malvezzi, Federico Lena e Agostino Alloni.
Nella lettera vengono illustrati in maniera sintetica tutti
i passaggi compiuti sino ad ora. Dal 13 marzo 2014, con delibera
regionale n.1511 è stato sottoscritto un protocollo d'intesa
relativo al decommissioning del termovalorizzatore di Cremona. Il
protocollo è stato stipulato tra Regione Lombardia, Provincia di
Cremona, Comune di Cremona, ASL e Arpa per avviare attività
finalizzate alla valutazione tecnica del ruolo dell'impianto di
incenerimento rifiuti di Cremona nella complessiva filiera di
gestione dei rifiuti urbani a scala comunale, provinciale e regionale
e alla valutazione di alternative all'esercizio dello stesso. Un
progetto pilota per tutta la Regione.
Viene poi ricordato che dal 31
dicembre 2014 la linea 1 dell'impianto è ferma per ottemperare alle
prescrizioni previste dai decreti AIA (Autorizzazione integrata
ambientale) n. 12055 del 18 ottobre 2007, n. 1997 del 12 marzo 2012 e
n. 4702 del 3 giugno 2013 e quindi ad oggi è in funzione unicamente
la seconda linea. Il termovalorizzatore risulta pertanto
autosufficiente per lo smaltimento previsto. Allo stato attuale non è
possibile valutare se l'impianto sia in grado di soddisfare quanto
richiesto dal comma 3 dell'art. 35 del D.Lgs. n. 133 del 12 settembre
2014.
Sindaco ed assessore sottolineano inoltre che l'impianto
funziona già al massimo delle potenzialità previste, ovvero circa
70.000 tonnellate a fronte di 120.000 tonnellate teoriche. Ciò in
virtù dell'aumento del potere calorifico dei rifiuti conferiti
dovuto al maggior contenuto in plastica, e al progressivo aumento
della raccolta differenziata a livello provinciale, con particolare
riferimento a secco/umido. Di conseguenza, il termocombustore di
Cremona - anche quando le due linee sono funzionanti
contemporaneamente - può ricevere un quantitativo di rifiuti di poco
superiore del 50% a quello nominale.
Nella lettera si specifica
inoltre che l'impianto, attivo dal 1997, risulta tra quelli meno
performanti dal punto di vista energetico e dell'efficienza in
Lombardia. Il Ministro e l'Assessore vengono inoltre informati che
LGH Holding, proprietaria dell'impianto che gestisce attraverso AEM
Gestioni srl, il 23 gennaio 2015, durante la terza riunione del
gruppo di lavoro sul decommissioning, ha annunciato l'avvio di un
tavolo interno per studiare le prospettive dell'impianto a breve,
medio e lungo termine, in base alla normativa vigente, valutando
sostenibilità economica, sostenibilità del ciclo dei rifiuti,
indicatori ambientali, quadro contrattuale, quadro sociale
(occupazionale) e teleriscaldamento. E' previsto che tale studio sia
completato entro il mese di ottobre 2015. Ad oggi non sono noti i
costi per l'adeguamento dell'impianto nel medio e lungo periodo ai
sempre più elevati standard di qualità richiesti dall'Unione
Europea.
Infine, nella lettera, il sindaco e l'assessore chiariscono
che Cremona è già inserita, in base al Piano regionale della
qualità dell’aria in Lombardia, che ha aggiornato la zonizzazione
del territorio regionale, nelle cosiddette zone A, cioè tra le zone
critiche e quindi più sensibili ai fini dell’applicazione dei
criteri e dei limiti di emissione per gli impianti di produzione di
energia, alle misure che pongono limiti al traffico veicolare e alle
emissioni degli impianti termici civili.
"Confidiamo che gli
elementi sopra esposti - concludono nella loro lettera il sindaco
Galimberti e l'assessore Alessia Manfredini - possano consentire di
fare una valutazione oggettiva della situazione e chiediamo a Governo
e Regione, alla luce dei limiti tecnici dell'impianto e sulla base
dell'appartenenza del territorio comunale alle aree critiche in
termini di inquinamento atmosferico, l'esclusione del
termovalorizzatore di Cremona dall'articolo 35 dello Sblocca Italia".