09 febbraio 2015

Consiglio comunale: l'intervento pronunciato del sindaco Galimberti sugli episodi di violenza avvenuti a Cremona il 18 e 24 gennaio scorsi


Un intervento articolato, scandito con cura e seguito attentamente da tutti i presenti quello che il sindaco Gianluca Galimberti ha pronunciato nel pomeriggio nella Sala dei Quadri di Palazzo Comunale. All'ordine del giorno del giorno della seduta dei lavori consiliari un argomento delicato e complesso sotto molteplici aspetti: gli episodi di violenza del 18 e 24 gennaio scorsi che hanno lasciato un segno profondo nell'intera comunità cittadina. Qui di seguito il testo integrale del discorso pronunciato dal sindaco al quale hanno fatto seguito, come da decisione presa dall'Ufficio di Presidenza, gli interventi dei consiglieri. "Inizio il mio intervento partendo dai fatti scatenanti, ovvero quelli di domenica 18 gennaio. Ricordo gli scontri violenti tra membri del Dordoni e di Casa Pound, le cui conseguenze gravissime hanno portato al ferimento quasi mortale di una persona, di nome Emilio Visigalli, che versa ancora in serie condizioni presso l'Ospedale di Cremona. 

Su questi fatti siamo intervenuti in Consiglio comunale il 19 gennaio 2015 con queste parole: Condanniamo la violenza, qualunque forme di violenza, di qualsiasi colore e provenienza. Ribadiamo, e lo facciamo proprio in occasione di due anniversari importanti per il nostro Paese e per l’Europa intera, ovvero 100 anni dall’inizio della prima Guerra Mondiale e 70 anni dalla Liberazione e dalla fine della Seconda Guerra Mondiale: Cremona, che ha dato un contributo anche di sangue nella Guerra di Liberazione, è città della pace, città democratica e antifascista, città contraria ad ogni forma di violenza e prevaricazione, città che lavora per una convivenza più giusta, che guarda ai più deboli come punto di partenza, che costruisce occasioni di dialogo e di confronto civili. Siamo vicini alle persone ferite e alle loro famiglie: ci auguriamo che nel caso più grave tutto si possa risolvere al meglio. Siamo in stretto contatto con le forze dell’ordine. Le ringraziamo per il lavoro svolto e che svolgeranno a favore della sicurezza e di una convivenza civile”.

"Ma i fatti di domenica 18 gennaio sono frutto anche di tensioni accumulate nei mesi e negli anni. Su questo punto tornerò tra poco per una serie di riflessioni generali.
A seguito del ferimento di Visigalli, già dal giorno successivo è stata pubblicizzata in rete l’organizzazione di una giornata nazionale di mobilitazione nei vari territori contro 'squadristi polizia e istituzioni conniventi', che ha fatto registrare una vasta adesione in tutta Italia.

Mercoledì 21 gennaio si è tenuto un primo Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, in merito ai fatti accaduti il giorno 18 gennaio ed in prospettiva della manifestazione nazionale indetta per la giornata del sabato successivo. Al primo Comitato Provinciale l'Amministrazione ha partecipato attivamente con l'assessore con delega alla Sicurezza Barbara Manfredini, insieme al comandante della Polizia Locale Pierluigi Sforza. Ai successivi Comitati per la Sicurezza ho voluto partecipare personalmente per testimoniare la preoccupazione dell'Amministrazione e della cittadinanza, la contrarietà alla violenza, la disponibilità massima alla collaborazione con Prefettura, Questura e forze dell'ordine.

L'Amministrazione ha incontrato le Associazioni partigiane (Associazione Nazionale Partigiani Italiani, Associazione Nazionale Partigiani Cristiani, Associazione Nazionale Divisione Acqui) con le quali il 21 gennaio 2015 ha pubblicato un appello alla 'non violenza della manifestazione' che ha raccolto la sottoscrizione di CGIL, CISL, UIL, Partito Democratico, Sinistra Ecologia e Libertà, Partito Socialista Italiano, Associazione 25 Aprile, ACLI, Movimento Federalista Europeo, Democratici per Cremona, Forum per la pace e il diritto dei popoli “Primo Mazzolari”, sezione provinciale di Brescia dell'ANPI, ARCI, Forum Terzo Settore e Pax Christi, Movimento Cattolico Internazionale per la Pace, consigliere regionale Agostino Alloni, sezione di Cremona del PdCI, Gruppo d'Impegno Territoriale dei soci (G.I.T.) della Banca Popolare Etica della provincia di Cremona e consiglio direttivo del CISVOL.

In merito alla manifestazione, intanto, cresceva l'interesse da parte delle varie realtà antagoniste. E l’evento, ampiamente pubblicizzato dai siti internet di area e dagli organi di informazione, non veniva formalmente preavvisato, così come previsto dalla normativa sulle pubbliche riunioni.
Tutti i reiterati appelli da parte della Questura a conformarsi alle disposizioni di legge risultavano vani e da parte dei promotori risultavano chiusi i rapporti con l’autorità preposta alla salvaguardia della sicurezza pubblica, probabilmente anche per sottrarsi all’assunzione delle responsabilità politiche di una manifestazione che sarebbe degenerata in incidenti con le forze dell’ordine.

Da tutte le Questure interessate sono arrivate comunicazioni riguardanti le rispettive partenze per la manifestazione che inducevano a ritenere probabile una stima approssimativa di circa 1600 arrivi, oltre alle adesioni locali, dalle seguenti città: Pisa, Livorno, Teramo, Parma, Alessandria, Mantova, Brescia, Massa, Modena, Torino, Bergamo, Vercelli, Verona, Cuneo, Firenze, Lodi, Napoli, Piacenza, Milano, Venezia, Padova, Vicenza, Trento, Bologna, Lucca, Roma.

Nella mattinata di giovedì 22 gennaio, a seguito delle determinazioni condivise dal Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, al quale ho partecipato personalmente, è stato deciso di consentire ai manifestanti di effettuare un percorso cittadino, parzialmente difforme da quello informalmente comunicato, nell’intento di salvaguardare il centro storico nel caso in cui, per volontà dei partecipanti, la manifestazione fosse degenerata in scontri o danneggiamenti.

A questo punto è necessario spiegare la competenza che, per legge, è prevista in caso di manifestazioni come queste, per le quali non è prevista alcuna autorizzazione. L'Amministrazione comunale non ha dato e non doveva dare alcuna autorizzazione. Il diniego ad effettuare il corteo, unica possibilità per impedirlo (formalmente), non è di competenza del Sindaco, ma rientra nella strettissima competenza del Questore. 

Il provvedimento di impedimento non è stato adottato per le seguenti e riassuntive valutazioni tecniche, giunte dall’autorità che presiede l’ordine pubblico:
a) non essendovi fino a quel momento i promotori, l’eventuale atto non avrebbe trovato interlocutori certi e determinati ma una pluralità indefinita di soggetti;
b) un annuncio attraverso gli organi di stampa sarebbe stato recepito come una provocazione, sarebbe comunque stato disatteso e avrebbe ulteriormente acceso il clima di tensione accentuando una contrapposizione, dai risvolti assai pericolosi;
c) avrebbe sortito l’effetto opposto in quanto alla mobilitazione spontanea di soggetti provenienti dalle città italiane sarebbe stata anche maggiore e ancor più determinata e nessuno avrebbe potuto impedire le partenze;
d) avrebbe definitivamente vanificato tutto il lavoro in corso per tentare di ricondurre gli organizzatori sulla strada del preavviso e del dialogo;
e) in ogni caso la manifestazione non sarebbe stata mai annullata dagli organizzatori e comunque restava in capo al Questore la possibilità, attraverso il dirigente del servizio, di scioglimento, qualora la manifestazione avesse fatto registrare incidenti.

Rispetto in particolare al tema del diniego ricordo che il Decreto del Ministro dell’Interno del 5 agosto 2008, in attuazione dell’art. 4 bis suddetto, nella premessa che la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, ad esclusione della polizia amministrativa locale - come sancito all'art. 117, comma 2, lettera h), della Costituzione - è riservata alla competenza esclusiva dello Stato, al fine di assicurare uniformità su tutto il territorio nazionale dei livelli essenziali di prestazioni concernenti i diritti civili e sociali fondamentali (tra cui rientra anche l’art. 17 della Costituzione che sancisce la libertà di riunione, che può essere limitata solo per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica, ma sempre con provvedimento riservato alla competenza esclusiva dello Stato, e non del Sindaco), stabilisce il potere extra ordinem e ne delimita gli ambiti. Ma è privo di dubbio il fatto che tale preciso quadro normativo non consente al sindaco di limitare la libertà di riunione (e di manifestare in pubblico) sancita dall’art. 17 della Costituzione, potere attribuito solo alla competenza esclusiva dello Stato, come previsto dal Decreto Ministeriale 5 agosto 2008. Inoltre, nel Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza, all'articolo 18, si legge: 'I promotori di una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico devono darne avviso, almeno tre giorni prima, al Questore'. Rimando quindi a quanto già espresso riguardo alla impossibilità di porre diniego da parte del Questore stesso.


Il giorno della manifestazione, verso le ore 16.30 circa, ora probabilmente prescelta dagli organizzatori affinché si potesse agire anche col favore del buio, duemilacinquecento persone, provenienti in prevalenza dalle regioni del centro e nord Italia, hanno cominciato il corteo da via Mantova in direzione del centro cittadino, verso la sede di Casa Pound, in via Geromini.

A quell'ora, 16.30, con l'assessore Barbara Manfredini, mi trovavo già presso il Comando di Polizia Locale di piazza Della Libertà, come gesto e segno di vicinanza e come conseguenza dell’impegno totale profuso nei giorni precedenti a fianco dei tecnici e dei vigili. Con noi erano presenti il dirigente Pagliarini e l’ing. Damiani di AEM e saremmo stati raggiunti dalla portavoce del Sindaco, Greta Filippini, intorno alle 17.30. Eravamo lì quando hanno assalito la sede, anche con qualche evidente rischio. Eravamo lì, quando abbiamo visto la bravura e la competenza e l’equilibrio dei nostri agenti, ai quali va tutto il nostro plauso e la nostra riconoscenza.

Lascio la ricostruzione dettagliata dei fatti alle indagini che sono ancora in corso e i cui esiti avremo sicuramente modo di conoscere. Ricordo solo alcuni elementi.

Durante gli scontri, un eventuale intervento delle forze dell’ordine di tipo repressivo avrebbe determinato ancor più pesanti danneggiamenti e gravi danni alle persone ed avrebbe costituito un ulteriore fattore di 'disordine pubblico'. Solo grazie al senso di responsabilità e alla professionalità delle forze dell’ordine impiegate, coordinate con competenza dalla Questura, il bilancio della manifestazione ha portato danni alle cose e non gravi alle persone e non ha coinvolto la parte storica della città, ben presidiata, e i cittadini.

Purtroppo numerose sedi di istituti di credito ed assicurativi, oltre a qualche esercizio commerciale, ubicati nell’area degli incidenti, hanno subito il danneggiamento delle vetrate e di alcuni sportelli bancomat. Per contenere i disordini, sono stati utilizzati oltre 450 lacrimogeni. Lesioni lievi sono state riportate da due carabinieri e da un agente del Reparto Mobile di Milano. Gravi danni sono stati subiti anche dal Comando della Polizia Locale.
Questi i costi necessari per la riparazione dei danni:

- opere di messa in sicurezza dei serramenti del prospetto principale: € 948,00
- sostituzione pannellature vetrate serramenti prospetto principale: € 7.780,00
- sostituzione serramenti ingresso principale e laterale: € 5.800,11
- ripristino funzionale punti di ripresa video sorveglianza prospetto principale con sostituzione apparati di ripresa: € 2.440,00
per un costo complessivo pari a € 16.968,11 al netto di I.V.A. (€ 20.701,09 I.V.A. compresa).

Ora vorrei rimarcare in particolare il ruolo del Comune e il grandissimo lavoro fatto in quei giorni.

Abbiamo partecipato ai Comitati portando tutte le nostre competenze politiche, tecniche e di Polizia Locale, sempre coordinandosi con la Prefettura e la Questura e con le altre Forze presenti nel Comitato.

I costi sostenuti da AEM Gestioni

L’impegno ed i costi sostenuti da AEM Gestioni per quanto riguarda i reparti Nettezza Urbana, Segnaletica ed Aree di Sosta sono stati i seguenti:

Nettezza urbana

Attività di rimozione e ricollocazione cestini/cassonetti, reperibilità,
pulizia manuale e meccanica, coordinamento svolta da personale interno 5.800,00 €
Attività di rimozione e ricollocazione cestini, svolta da personale esterno 1.800,00 €
Totale 7.600,00 €

Aree di sosta

Sostituzione parcometri danneggiati, ricambi 750,00 €

Segnaletica

Attività di posa segnali e transenne, rimozione archetti, disponibilità durante la manifestazione, ritiro segnali, ripristino segnali danneggiati da parte di personale interno 4.850,00 €
Stesse attività svolte da personale esterno 2.000,00 €
Segnali di divieto di sosta sul percorso e vie limitrofe 2.350,00 €
Totale 9200,00 €

Totale generale (in parte stimato) 17.550,00 €

Ho voluto riportare gli interventi dettagliati con i costi, perché risulti evidente l’impegno profuso sempre in coordinamento con i nostri tecnici. E perché risulti evidente come tutti noi cittadini abbiamo subito danni in quella giornata.

Dossier preparato dalla nostra Polizia Locale

Domenica 18 gennaio 2015, partita Cremonese-Mantova

Il fatto da cui tutto ha avuto origine è accaduto domenica 18 gennaio al termine della partita di calcio Cremonese-Mantova. Trattandosi di una delle partite considerata a maggior rischio in conseguenza dell’arrivo di circa 500 tifosi ospiti e vista la rivalità fra le due tifoserie, a cura della questura di Cremona sono stati predisposti straordinari ed accurati servizi di ordine pubblico che hanno visto il coinvolgimento della Polizia Locale, a cui sono stati affidati i servizi di tutela della viabilità (tutela della sosta, blocchi stradali, sorveglianza delle vie di accesso e deflusso dei tifosi locali ed ospiti, adozione dei relativi provvedimenti amministrativi). Al termine della partita quando il deflusso dei tifosi era stato completato, improvvisa ed imprevedibile, si è verificata la rissa fra militanti del C.S.A. Dordoni e rappresentanti di Casa Pound avvenuta nel parcheggio ex foro Boario. I servizi della Polizia Locale hanno visto l’impiego di 12 agenti e 2 ufficiali che sono stati coordinati dal vicecomandante. I servizi sono stati disposti sulla base delle esigenza di ordine pubblico comunicate nell’ambito della riunione tecnica presso la Questura in data 16 gennaio 2015.

Sabato 24 gennaio 2015: manifestazione nazionale

La Polizia Locale, secondo l’ordinanza del Questore recante i dispositivi per la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, ha messo in atto straordinari servizi di tutela della viabilità su tutto il percorso della manifestazione. La progettazione dei presidi territoriali della Polizia Locali è stata messa a dura prova dal verificarsi degli incidenti, in conseguenza dei quali è stato necessario adattare in modo continuo i blocchi stradali in ragione delle imprevedibili azioni dei manifestanti. Presso la centrale operativa della Polizia Locale è stata predisposta una unità di crisi composta dal  Sindaco, dall'Assessore alla Polizia Locale, dall’ing. Pagliarini, dall’Ing. Damiani con l’obiettivo di svolgere un alto coordinamento dei servizi di:
- monitoraggio e coordinamento dell’attività del personale della Polizia Locale (coordinamento assunto direttamente dal Comandante)
- potenziamento dell’attività di videosorveglianza
- garanzia tempestiva di interventi per la rimozioni di ostacoli sulla strada (con i mezzi del settore lavori pubblici)
- garanzia di una pronta pulizia delle strade al termine della manifestazione.

Per la programmazione dei servizi la Polizia Locale ha partecipato a:
- due tavoli tecnici presso la Questura: il 19 gennaio ed il 23 gennaio (presente Comandante Sforza);
- due riunioni del Comitato provinciale per l'Ordine Pubblico e la Sicurezza: il 21 gennaio ore 15.30 (presenti assessore Barbara Manfredini e Comandante Sforza) ed il 22 gennaio ore 15.30 (presenti Sindaco, Vicesindaco, Assessore Barbara Manfredini, Vice comandante Roberto Ferrari).

Per l’esecuzione dei servizi delegati dalla Questura sono stati impiegati 43 dipendenti, di cui 10 ufficiali e 33 agenti, a cui si sono aggiunti 6 agenti della Polizia provinciale. Per avere un’idea della complessità del presidio, la Polizia Locale ha interdetto la circolazione in 23 tra strade e piazze, ivi comprese arterie importantissime dell’asse nord come via Dante e viale Trento e Trieste. Sono stati inoltre effettuati deviazioni manuali del traffico su altre 18 strade della città.

Giovedì 29 gennaio, concerto 99 Posse

La manifestazione, per le preoccupazioni che l’evento portava con sé in ragione dei disordini del sabato precedente, è stata preceduta da:
- un tavolo tecnico presso la Questura: il 28 gennaio ore 12.30 (presente Comandante Sforza);
due riunioni del Comitato provinciale per l'Ordine Pubblico e la Sicurezza: il 27 gennaio ore 11.30 (presenti Sindaco, Assessore Barbara Manfredini e Comandante Sforza) il 28 gennaio alle ore 11.00 (presenti Sindaco e Assessore Barabara Manfredini).
I presidi per la sicurezza e l’ordine della circolazione affidati alla Polizia Locale dalla Questura sono stati svolti da 3 ufficiali e 8 agenti.

Fin qui il dossier della Polizia Locale.

Ricordo anche il grande lavoro congiunto tra AEM, Comune e e agenti nei giorni appena prima della manifestazione. Già nella nota AEM sono messi in evidenza gli interventi svolti. Aggiungo ora l’ordinanza sulla sosta e il grande lavoro dei nostri vigili nell’avvisare, allertare, contattare porta a porta le persone, civili e commercianti, in particolare delle zone interessate.

Ma voglio anche rendere esplicite altre azioni concretissime di salvaguardia e tutela, come buoni amministratori ci sembra debbano fare. Abbiamo organizzato le chiusure di varie sedi comunali nei tempi corretti. Vorrei ricordare, come esempio, la decisione, opportuna e presa con una tempistica corretta, alla luce delle informazioni in nostro possesso, di non svolgere la manifestazione di beneficenza al Teatro Ponchielli prevista per la sera. Il grazie al Teatro Ponchielli e ai suoi responsabili, che hanno permesso che lo spettacolo potesse poi avvenire il giorno dopo alle 18.00, dando il segno di una città che recupera subito la sua vitalità. Sono sicuro che tutte le persone lì convenute, domenica, e gli organizzatori dell’evento per primi avranno apprezzato il ruolo di un Comune molto attento a prevenire situazioni di pericolo e vigile rispetto alla vita della città. Perché, anche se non sempre immediatamente capiti, chi deve decidere deve farlo sempre e comunque avendo innanzitutto in mente il bene, la sicurezza e la salute dei propri concittadini: così è avvenuto in questo caso, come in tutti gli altri casi di prevenzione gestiti dal Comune in quei giorni.

Infine desidero anche ricordare che nella serata stessa del sabato sono stati effettuati interventi per mettere in ordine in particolare viale Trento e Trieste ed anche via Dante. E per mettere in sicurezza la sede della Polizia Locale. Noi, come Giunta, eravamo lì la sera stessa e quindi la mattina dopo in Comune per il coordinamento e per renderci disponibili in ogni momento, giorno e notte, alle altre Istituzioni cittadine preposte all’ordine pubblico. E nei giorni successivi insieme alla coalizione e ai gruppi consiliari abbiamo affrontato urgenze e analisi.

Vorrei ora fare alcune considerazioni su quanto accaduto. Nella provincia Italiana un fatto come questo, già visto anche in forme peggiori in un contesto di grande città, risulta nuovo e per questo colpisce e ferisce. Ma è proprio questa considerazione che ci induce a riflettere sull’evoluzione alla quale stiamo assistendo: gli estremismi violenti si diffondono con capillarità dentro il tessuto sociale nazionale. E penso che la loro radice sia in quella realtà che tutti definiamo 'crisi'. Poiché ogni parola contiene un senso profondo, occorre capire qual è il senso di questa parola: non si tratta solo di crisi economica, certo anche economica e lavorativa, ma sappiamo che nella parola crisi è contenuto anche altro. 

La crisi significa perdita morale di una coscienza civica e strutturale difetto di democrazia. Sì, si tratta proprio di questo: una depressione morale e valoriale di una coscienza civica, che perde di vista l’idea di comunità e di costruzione di comunità civile e si rifugia in un individualismo miope, secondo il quale ognuno è legittimato a proclamare la propria opinione senza alcun confronto con l’interesse degli altri, senza rispetto di regole di convivenza, senza un senso condiviso di ricerca di valori comuni. Ed è questa perduta coscienza civica che diventa incapace di raccontare, dentro un confronto di relatività di opinioni, un percorso valoriale condiviso, nel quale si inverino la democrazia e i suoi valori fondanti.

Siamo tutti convinti infatti che la democrazia non esista come entità statica e astratta, ma sia un insieme di idealità, una forza di leggi che diventano giurisprudenza, una prassi di vita personale e collettiva, una consapevolezza sempre in fieri di che cosa sia prioritario e essenziale per la convivenza. Proprio questa perduta coscienza civica rende le radici della nostra convivenza democratica fragili e incerte. E incerto anche il riferimento alla nostra Carta Costituzionale. In questo contesto si inserisce anche il tema dell’antifascismo, che è appunto un valore fondante della nostra Carta Costituzionale e il primo gesto del nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la visita alle Fosse Ardeatine, ce lo ricorda in modo plastico e drammatico. 

Ma ecco il punto: non basta dirsi antifascisti definendo un nemico, occorre andare alle radici della nostra Repubblica, capire di nuovo e di nuovo conoscere il sangue e la carne straziata, le idee e il dramma incarnato, la speranza di futuro di donne e uomini, i nostri nonni e le nostre madri, dai quale essa nacque. Che cosa significa dunque oggi antifascismo? Ovvero che cosa significa tornare ai valori fondanti la nostra Carta, ritrovare la coscienza civica perduta, ridisegnare qui ed ora una convivenza democratica?

La questione pertanto che noi oggi abbiamo di fronte non è solo come abbiamo affrontato l’evento e, come è chiaro a chiunque voglia guardare con occhi non pregiudiziali, l’abbiamo fatto al meglio e con grande sforzo organizzativo da parte di tutti, di fronte ad una situazione nuova per la nostra città e mai sperimentata prima. La questione è provare con tutto noi stessi a rispondere alle domande di prima. 

A tale proposito mi sembra che abbiamo alcune necessità.

- Occorre trovare i luoghi della partecipazione. Allora vi pongo altre questioni cruciali: quale ruolo delle forze politiche, ma anche delle forze sociali e quali metodi di partecipazione sono possibili? Grande tema questo e urgente davvero.

- Occorre coltivare e in parte ritrovare un senso profondo di comunità e per farlo occorre che la politica, come strenuamente tutti noi stiamo facendo e dobbiamo continuare a fare, migliorando ancora certamente, costruisca progetti, proposte di soluzioni, idee concretissime di rilancio della comunità. A partire dai più deboli. In questi giorni, dopo aver sentito l'ex presidente brasiliano Lula all’Expo delle idee di sabato 7 febbraio, porto dentro di me una domanda cui temo che non siamo ancora in grado di dare una risposta così come vorremmo: come affrontare alcuni temi cruciali (il bisogno di casa e la fame ad esempio), che sono temi di sopravvivenza, nel tessuto profondo delle nostre e della nostra città?

- Occorre crescere in cultura, proprio per ritrovare un senso profondo di comunità. Non trascuriamo vi prego questo punto chiave: una cultura fatta di eventi, fatta di progetti, fatta di un comune cammino condiviso, fatta di scuole che funzionano con le giuste manutenzioni e in cui i maestri siano considerati da tutti come tra le persone più importanti della nostra società, fatta anche di parole, di parole usate, che siano parole di civiltà.

- Occorre crescere nella comunità un profondo senso delle Istituzioni, come patrimonio comune da salvaguardare rispetto alle diatribe e alle lotte intestine e c’è modo di farlo senza ledere il sacrosanto diritto alla critica.

- Occorre riaffermare con determinazione e con forza che democrazia oggi, antifascismo oggi significano ricerca di strade di non violenza. In uno stato democratico l’uso della violenza è regolato dalla legge ed occorre vigilare sempre perché sia secondo giustizia. Abbiamo, tutti noi, riferimenti alti di obiezione di coscienza e sono tutti esempi di non violenza. Ogni logica di violenza fuori dalla legge distrugge tutti, anche chi la pratica. Ogni estremismo violento è da condannare senza incertezze. Derive neofasciste sono anticostituzionali e generano spirali di violenza; derive di estrema sinistra autonomiste e violente generano spirali di violenza. Le spirali di violenza sono inaccettabili. Più che mai oggi sentiamo la responsabilità di rendere vero e concreto, attraverso scelte forti ed evidenti, il primo punto delle linee programmatiche, come tema in realtà che appartiene a tutto il Consiglio: rendere Cremona città della Pace.

La politica ha un’enorme responsabilità. Lo dicevo anche prima: governare bene è una risposta, con tutti i limiti e i difetti, con passione e competenza. Ora però vorrei sottolineare un’altra responsabilità: ha la responsabilità anche dello stile e del modo con cui affronta le emergenze. E accanto alla politica anche la società intera ha la necessità di maturare una responsabilità nella partita difficile di cui stiamo parlando. Permettetemi quindi alcune ulteriori osservazioni.

Questa Amministrazione si è impegnata a fondo nelle vicende sopra descritte, ci possono essere critiche, ci sono e sono ben accette, per migliorare e imparare, anche come coalizione. Ma la legge è stata rispettata, l’impegno anche personale e di tutti è stato massimo. Molti hanno lavorato con forza e gratuità e il loro lavoro merita rispetto. Ora vi chiedo: qual è il confine tra critica anche aspra e cattiveria becera? Non riporto alcune delle espressioni violente e volgari comparse sui media, non lo faccio per rispetto di questa aula. Ma a quelli che le usano, dico: 'Se ho e abbiamo sbagliato, dimmi dove e se vuoi provo a spiegarti, ma perché l’offesa?'. 

Esiste anche una violenza verbale e fa male. Abbiamo le spalle molto forti e non sono preoccupato per me; ma quello che mi preoccupa è che anche la violenza verbale genera violenza. Chi instilla odio genera danni anche per sé, oltre che per tutta la comunità. E se, pur conoscendo leggi e responsabilità, come sopra ricordato, alcuni ugualmente fomentano illazioni per speculazioni, per asti personali, per motivi anche a me ignoti, chiedo sommessamente di riflettere, perché questi atteggiamenti, voluti magari per ottenere un piccolo risultato di consenso, provocano in realtà una ferita alle Istituzioni, qualunque sia l’orientamento politico della maggioranza, ma, in realtà, provocano danni anche a chi questi atteggiamenti li interpreta.

Questa vicenda ci spinge a fare scelte e devono essere scelte ferme ed equilibrate. Anche rispetto alle convenzioni con i centri sociali Dordoni e Kavarna che occupano sedi comunali e alla sede di Casa Pound. Rispetto alle convenzioni (ne parleremo anche nelle prossime mozioni), ricordiamo che giunte di colore differente le hanno rinnovate, in accordo con la Questura, anche per ragioni evidenti di ordine pubblico. Ora le convenzioni con chi agisce con violenza e con chi non si dissocia da quanto è accaduto non possono essere rinnovate. Si apre un percorso non breve, in cui ad ognuno sarà chiesta responsabilità e capacità di confronto. Certamente, attendiamo innanzitutto i risultati delle indagini. Quindi muoviamoci sempre in accordo con le altre Istituzioni della città e con le forze dell’ordine in particolare. Rispetto a Casa Pound, anche in questo caso attendiamo l’esito di indagini. Non c’è nessuna convenzione in questo caso, dato che la sede era presso un privato. Ma, a maggior ragione, dopo quanto accaduto, possiamo affermare che la presenza di elementi estremisti e violenti che si dichiarano fascisti del Terzo Millennio non è gradita in una città come la nostra.

Questa vicenda ci consegna un’altra e finale considerazione fondamentale: l’importanza del rapporto tra Istituzioni come prassi essenziale per affrontare sfide importanti e governare il territorio. Su questo ci siamo impegnati a fondo e ancora ci impegneremo.

In conclusione, desidero dire alcuni grazie. Grazie alla Giunta e alla coalizione, ai gruppi consiliari attenti e responsabili, grazie a chi dall’opposizione ha avuto parole anche critiche, ma costruttive. Fatemi ora in particolare ringraziare due persone speciali che, in momenti difficili, erano con me e lo erano anche a nome di tutti i carissimi amici della Giunta, Barbara Manfredini e Greta Filippini: le difficoltà non solo accrescono l’amicizia (peraltro già fortissima), ma le difficoltà mettono ancor più in evidenza, se mai ce ne fosse bisogno, le capacità e le competenze, l’equilibrio e la saggezza, e questo vale anche per la mia Giunta, per i nostri tecnici, per il nostro dirigente Pagliarini, per la nostra Polizia Locale, con il nostro comandante Sforza, per tutti nostri tecnici e dirigenti anche di AEM, per tutti quelli che si sono spesi in quella giornata, tutte le Forze dell’ordine, la Polizia e un grazie particolare va al Questore con cui il contatto è stato continuo, i Carabinieri, i Vigili del Fuoco, la Guardia di Finanza, la Prefettura e il Prefetto. Un ricordo speciale a tutti i nostri concittadini che, in molti, sono stati obbligati a stare chiusi nelle loro case, subendo scene di violenza e fumo di stupidità. Vicinanza ai commercianti che hanno subito quel pomeriggio una chiusura forzata e, in particolare, ai gestori e proprietari di quelle banche e di quegli esercizi, che hanno subito danni particolari. Un ricordo e un grazie a tutti dunque. Spero che quanto accaduto rafforzi il nostro senso di comunità. Stiamo insieme, garantiamo ancora il massimo impegno per la difesa della nostra città e per il suo rilancio. È un servizio che compete a tutti, che noi sentiamo in modo particolare e per questo stiamo impegnando tutto noi stessi.

Quest’anno ricordiamo i 100 anni dall’inizio della Prima guerra mondiale e i 70 dalla fine della Seconda guerra mondiale. Domani poi sarà il 'Giorno Ricordo'. Affermiamo con la voce e coi gesti, con le azioni e con la Politica buona, e facciamolo insieme, che ogni violenza porta con sé null’altro che altra violenza e quindi morte. Nei fatti e nelle scelte politiche, nelle scelte amministrative e nei progetti, la nostra risposta deve essere sempre e innanzitutto una risposta di speranza e di alacre e fruttuoso lavoro per il bene comune della nostra città, città della Pace".

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