“Nelle
scorse settimane, non appena è stata diffusa da Disney la notizia
che il volto della mascotte di Expo 2015 era ispirato allo stile del
pittore cinquecentesco Giuseppe Arcimboldi, notizia corredata in
particolare dall’immagine del dipinto Scherzo con ortaggi
(l’Ortolano), esempio significativo dell’opera di Arcimboldo,
conservato nella nostra Pinacoteca, ci siamo subito attivati per
cogliere questa occasione e cercare di sfruttarla al meglio quale
promozione del patrimonio storico artistico del Museo Civico Ala
Ponzone, con un significativo ritorno di immagine per la città e del
turismo culturale che si svilupperà con il grande evento del 2015”.
Così dichiara l'assessore alla Cultura e al Turismo Irene
Nicoletta De Bona
all'indomani dell'annuncio, da parte del presidente della Regione
Lombardia, Roberto Maroni, della scelta del none Foody
per la mascotte ufficiale di Expo 2015.
Spiega più nel dettaglio
l'assessore De Bona: “Abbiamo infatti contattato Maddalena Bianchi,
dell'Ufficio Legale di Disney (sede di Milano), quindi Attilia
Pavarini, della Direzione della Comunicazione di Expo 2015,
proponendo di valutare collaborazioni. Questi contatti, di carattere
operativo, sono stati preceduti da altri, di natura istituzionale,
con il Presidente della Regione, Roberto Maroni, con il Vice
Presidente, Mario Mantovani, e Cristina Cappelli, Assessore alle
Culture, Identità e Autonomie ai quali abbiamo chiesto ed offerto
collaborazione. Poiché il tema di Expo Nutrire il pianeta, energia
per la vita è declinato in ogni possibile ambito, compreso quello
culturale, è infatti nostra intenzione, per la valorizzazione del
dipinto che si trova così vicino a Milano, nel Museo di un
territorio la cui cultura alimentare e la cui vocazione a
un’agricoltura di qualità hanno una importanza innegabile, dare
vita ad una sinergia per collegare la mascotte di Expo 2015 a
un’opera d’arte famosa, in modo da arricchire il significato e la
forza attrattiva di entrambe”.
“I contatti sono dunque già stati
avviati da tempo – conclude l'assessore De Bona – e ci stiamo
adoperando perché si arrivi ad iniziative concrete. Penso, ad
esempio, a gadget adeguati, per la promozione della nostra
Pinacoteca, ma anche ad altre proposte da condividere con i vertici
regionali e di Expo 2015 utili alla valorizzazione del nostro
patrimonio artistico e culturale”.
Foody,
la mascotte di Expo 2015, rappresenta la comunità, la diversità e
il cibo inteso nella sua accezione più estesa, fonte di vita ed
energia. E' sincero, saggio, rispettoso e amante della buona e sana
cucina. La scelta del nome nasce da un concorso contest con cui i
bambini hanno avuto la possibilità di dare il nome alla Mascotte di
Expo Milano 2015 e ai suoi 11 amici, che si è chiuso il 7 gennaio
scorso. Il volto "in stile Arcimboldo" è composto da
undici personaggi della famiglia di frutta e verdura che Disney
Italia ha disegnato per raccontare il tema dell'Esposizione
universale, 'Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita'. Lanciato lo
scorso 15 dicembre, in occasione della presentazione ufficiale al
pubblico al Teatro Franco Parenti, il concorso ha ricevuto una
risposta entusiasta soprattutto da parte di bambini e famiglie, cui
era principalmente rivolto. Ogni alimento 'animato' darà vita a un
aspetto del tema della manifestazione e si farà portavoce di buone e
corrette abitudini.
Scherzo con ortaggi o l’Ortolano, conservato nella Pinacoteca del Museo
Civico di Cremona, è un quadro dipinto da Giuseppe Arcimboldo nel
1590. Si tratta di un olio su tavola che misura 35,8 x 24,2 cm. Il
dipinto fa parte dei quadri reversibili cioè quei dipinti che
possono essere girati di 180 gradi e mostrano un’immagine diversa.
In questo caso una ciotola contenente ortaggi se viene girata mostra
il volto dell’ortolano che prende la forma di una testa con la
ciotola che assume l’aspetto di un copricapo La composizione degli
ortaggi, sistemati in un determinato modo, riprendono la fisionomia
di capelli, naso bocca e zigomi del volto rubicondo dell’ortolano.
Questa tecnica sorprendente diede ad Arcimboldo un’ampia notorietà,
sia in vita che per alcuni anni successivi. In seguito però questa
tecnica fu considerata minore e Arcimboldo venne in parte
ridimensionato. Solo nel periodo del Surrealismo la pittura
fantastica e grottesca del pittore milanese fu riconsiderata e
riportata all’antica fama. Le teste composite sono una
caratteristica dell’attività artistica di Arcimboldo, che
attraverso l’utilizzo degli oggetti e delle cose che caratterizzano
l’attività del soggetto ritratto ne definiscono la fisionomia, in
questo caso si tratta di un ortolano e agricoltore. L’invenzione e
la tecnica sapiente e dettagliata che il pittore utilizza lascia una
sensazione di piacevole gioco visivo ma anche di inquietudine, mentre
l’occhio dà vita agli oggetti nella composizione di un volto.
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Giuseppe
Arcimboldo (in molti documenti di archivio viene indicato come
Giuseppe Arcimboldi) nasce nel 1526 a Milano, figlio del pittore
Biagio, impegnato presso la Veneranda Fabbrica del Duomo ed erede di
una famiglia aristocratica meneghina. Giuseppe inizia, intorno al
1549, la propria attività artistica nella bottega del padre,
disegnando cartoni che verranno poi impiegati per la realizzazione di
vetrate del Duomo. Si specializza in questa attività anche negli
anni successivi, contribuendo a creare i cartoni preparatori delle
vicende di Santa Caterina di Alessandria. Intorno ai trent'anni, si
dedica alla rappresentazione, insieme con Giuseppe Meda, dell'"Albero
di Jesse", un monumentale affresco situato nel transetto
settentrionale del Duomo di Monza, e alla creazione di un cartone per
il Duomo di Como. Sono, questi, anni di attività intensa, sia nel
campo della pittura che negli altri ambiti artistici: tuttavia, sono
poche le informazioni ufficiali relative a questi anni.
L’episodio
destinato a cambiare la vita di Giuseppe avviene nel 1562, quando
parte per Vienna su invito di Massimiliano II d'Asburgo, principe e
futuro imperatore. Nella capitale austriaca Arcimboldo raggiunge
subito una fama importante, accompagnata da riconoscimenti economici
notevoli: il catalogo delle opere di cui disponiamo oggi, insomma,
rappresenta solo una piccola parte della sua attività dell'epoca, di
cui dunque abbiamo scarse notizie. L'apice della sua espressione
artistica viene raggiunto con le "Teste Composte", celebri
fisionomie grottesche realizzate mediante la combinazione di cose o
forme viventi.
Basti
pensare alle otto tavole che ritraggono i quattro elementi della
cosmologia di Aristotele (vale a dire Acqua, Terra, Fuoco e Aria) e
le quattro stagioni: otto allegorie pensate per le pareti della
residenza dell'imperatore, in cui si può apprezzare una varietà di
colori eccezionale, che riflettono corrispondenze tra macrocosmo e
microcosmo. Particolarmente ammirate sono le "Quattro Stagioni":
loro varianti e copie vengono realizzate e donate a regnanti europei
e famiglie nobili in segno di diplomazia da parte di Massimiliano II.
Giuseppe,
in ogni caso, non si esercita unicamente solo come pittore di corte:
l'imperatore, infatti, si affida a lui anche per cortei, giochi e
mascherate che rallegrano la vita di corte. Un esempio in questo
senso è rappresentato dalle nozze tra Maria Anna di Wittelsbach e
l'arciduca Carlo II d'Austria, in cui la creatività dell'artista
milanese si esplicita nell'organizzazione dei fasti nuziali. Il suo
impegno come coreografo degli avvenimenti più importanti della corte
di Vienna è testimoniato da 148 disegni che fanno parte del "Carnet
di Rodolfo II", attualmente collocato agli Uffizi fiorentini nel
Gabinetto Disegni e Stampe. Si tratta di opere che rappresentano, tra
l'altro, sfilate, costumi, cavalieri, dame, cortei eccetera.
Arcimboldi
rimane artista di corte anche alla morte di Massimiliano, quando il
comando dell'impero viene assunto da Rodolfo II: anche il nuovo
imperatore ne apprezza le virtù, complice il suo interesse per
l'esoterismo e gli studi alchemici. Così, quando la capitale
dell'Impero viene spostata da Vienna a Praga, Giuseppe si sposta al
seguito della corte, diventando consigliere sempre più fidato:
viene, infatti, nominato Conte Palatino, per il contributo offerto
alla crescita del benessere economico del posto. Nel 1587, Arcimboldi
torna a Milano, dove realizza i dipinti "Rodolfo II in veste di
Vertunno" e "Ninfa Flora", prima di morire il giorno
11 luglio 1593.
La
fama di Giuseppe Arcimboldi si perde pochi decenni dopo la sua morte,
e tornerà prepotentemente in ambito artistico solo nel Novecento,
grazie all'affermarsi della pittura surrealista. In questo periodo si
torna quindi ad apprezzare anche le "Teste Composte",
realizzate in una sorte di Trompe-l'oeil combinando elementi dello
stesso ambito (per esempio libri, o ortaggi, o pesci) metaforicamente
collegati al soggetto che viene rappresentato. Il debito dell'artista
milanese nei confronti delle deformazioni fisionomiche leonardesche è
evidente, così come verso le elucubrazioni alchemiche del tempo, cui
non è estranea la cultura cabalistica e magica del Cinquecento.