Un
pomeriggio all'insegna del divertimento e della solidarietà, questi
i tratti distintivi dell'edizione 2015 de “I Maascher de Cremùna”, promosso
da Fondazione Sospiro Onlus, Anffas Cremona Onlus, Cisvol Cremona in
collaborazione e con il patrocinio del Comune di Cremona che si presenta con una formula completamente rinnovata, che ha
fattivamente coinvolto anche le scuole (Media Campi, Trento e Trieste VA e V B, Capra/Plasio II A e II B, Realdo Colombo V A e V B,
Manzoni V A e V B). Innovativa anche nel giorno dell'evento,
quest'anno il giovedì grasso (12 febbraio) per coinvolgere
maggiormente tutti i bambini. I
protagonisti della manifestazione saranno i draghi, “mostri”
costruiti con sapienza ed animati da grandi e bambini, che
invaderanno il cuore della città. Voce
narrante del pomeriggio Michelangelo Gazzoni, che guiderà i draghi,
partiti da vari punti della città, nella piazza del Comune. Una
piazza in festa con la musica di Fausto Tenca, Camillo del Vho e
Nadia Nadì, le animazioni di Jack Mangiafuoco e ovviamente le
pallate alla “Vecia”, il tutto con l'abile regia di Fabrizio
Caraffini.
“Portare
il Carnevale direttamente tra le realtà che si occupano di
disabilità e nelle scuole ha per noi un significato di cittadinanza
per le persone con disabilità e per gli alunni - spiega Amedeo
Diotti (presidente Anffas
Cremona Onlus)
- Lavorare ad un progetto che dia alla città una festa condivisa che
veda protagonisti anche gli alunni, gli insegnati e i genitori, il
tutto nell’ottica di un “vivere” la città essendone
protagonisti: tutti insieme per arricchire la vita cittadina di una
festa che da sempre è gioco e divertimento. Importantissimo è stato
il ruolo dell’Amministrazione Comunale che ha saputo sostenere
l’iniziativa con entusiasmo ed affetto.”
“L'obiettivo
fondamentale è aprire un canale di conoscenza tra la scuola e le
associazioni del territorio che si occupano di disabilità –
dichiara Gianluca Rossi
(coordinatore dei laboratori di Fondazione Sospiro Onlus) - un
momento che ci si auspica possa consolidarsi in futuro con iniziative
comuni che diano spazio allo scambio reale di competenze e
progettazioni.
“Questo
per noi è il primo passo per ridare alla città una festa e che
dalla stessa ne diventi un momento di confronto - dice Giorgio
Reali (presidente CISVOL
Cremona) - per poter arrivare in
un futuro prossimo a poter realizzare collaborazioni con famiglie,
operatori commerciali, scuole, associazioni di volontariato e farne
un momento di festa comune.”
“Il
Carnevale è una delle feste popolari più belle e spontanee –
dichiara il vice sindaco e assessore alle Politiche Educative Maura
Ruggeri – e
l'interpretazione di Cremona che unisce la disabilità con le scuole
la rende ancora più speciale e coinvolgente.”
“Quello
messo in campo è un progetto veramente unico – conclude
l'assessore alla Vivibilità sociale Rosita
Viola – al quale abbiamo
voluto dare tutta la nostra collaborazione per la sua realizzazione.”
Gli
organizzatori ringraziano per il prezioso contributo la Protezione
Civile, i gruppi scout AGESCI e CNGEI.
Programma
Ore
14,30 ritrovo dei draghi in tre punti della città
Ore
14,40 partenza cortei
Ore
15 arrivo in Piazza del Comune e sfilata dei draghi sulla piazza
Ore
16 musica con Camillo del Vho, Nadia Nadì e Fausto Tenca
Ore
16,50 balli medioevali e mangiafuoco
Ore
17,10 arriva “La Vecia”
Anffas
Cremona Onlus è
un’associazione di famiglie che difende i diritti delle persone con
disabilità e le loro famiglie. Obiettivo fondamentale è
l’inclusione e l’applicazione della Convenzione Internazionale
ONU su diritti delle persone con disabilità.
Fondazione
Sospiro Onlus è una struttura
residenziale che accoglie persone con disabilità ed anziani,
gestisce servizi per minori con autismo, svolge consulenza e
formazione scientifica. Dei
circa 700 residenti oltre 400 presentano disabilità e condizioni di
gravità e complessità.
Cisvol,
Centro di Servizio per il Volontariato è un ente previsto dalla
Legge quadro sul Volontariato 266/91. Offre consulenza, assistenza,
formazione, informazione, documentazione e promozione a favore delle
associazioni di volontariato.
La leggenda
dei draghi del Po
Drago
Tarantasio
Il monaco
Sabbio nel 1110 scrisse la storia di Tarantasio il mostro del lago
Gerundo, lago scomparso nel XIII secolo, che si nutriva di bambini e
uomini.
I fiumi
Adda, Oglio e Serio con i loro straripamenti formavano il lago
Gerundo, chiamato anche "Mare gerundo", Gerondo o Geroso ,
il quale era poco profondo ma molto esteso, infatti si estendeva in
parte sulla provincia di Bergamo, Lodi, Cremona e si estendeva fino
ai confini di Milano.
Sul lago vi
erano numerose isole, la più importante fu l'isola Fulcheria su cui
si nacque la città di Crema.
La
descrizione del mostro è quella di una creatura serpentiforme, la
testa enorme con grandi corna e coda e zampe palmate, sputava fuoco
dalla bocca e fumo dal naso..come un drago.
Un
documento del 1300 riporta la notizia di una creatura di grosse
dimensioni uccisa a Lodi a cui fu dato il nome di drago Tarantasio,
le cui ossa furono conservante fino al 1800.
A Milano in
un affresco della chiesa di San Marco del 1200 è riportata
l'immagine di un uomo vicino ad un grosso rettile simile ad una
lucertola gigante che fuoriesce dall'acqua.
Il Drago
Tarantasio è rappresentato nello stemma di Milano, il Biscione con
un bambino in bocca, dell'antica famiglia Visconti.
Secondo la
leggenda il drago fu ucciso da un cavaliere vicino a Calvenzano. egli
era il fondatore della famiglia Visconti.
Un altra
leggenda vede invece come uccisore del "biscione" il
vescovo di Lodi Bernardino Tolentino il quale portò in processione
il drago morente facendo voto di restaurare la chiesa di S.
Cristoforo a Lodi.
Lo
scheletro, o una costola del drago, furono conservate nella chiesa
stessa fino al 1700. Vi furono numerose testimonianze della presenza
dello scheletro all'epoca e ancora oggi nel bergamasco e nel
cremonese (Pizzighettone) sono conservate costole di dimensioni
superiori ai 2 metri, attribuite a queste creature ma ritenute dagli
esperti resti appartenenti ad animali preistorici.
In tempi
molto lontani Ferrara era un umile villaggio di capanne costruite su
dossi lambiti dai pantani creati dal corso disordinato del Po.
I lembi di
terra strappati ai capricci del fiume erano coltivati per quel tanto
che poteva bastare agli abitanti ed agli animali che era possibile
allevare.
Con la
malta del fiume si costruivano i mattoni ed il vasellame povero che
solo più avanti, nei secoli, si sarebbe trasformato nel nobile e
prezioso graffito ferrarese.
I primi
abitanti di Ferrara che abitavano sulle rive del fiume, che era per
loro fonte di vita ma anche di angustie continue, con le barche
seguivano il suo corso cercando di scambiare i propri prodotti con
quelli dei villaggi vicini.
Nel fiume,
infatti, aveva dimora un drago orribile che, molto spesso, affamato
ed inferocito, emergeva dalle acque, strisciava sugli argini e
raggiungeva l'abitato avvolgendolo di fumo emanato dalle narici.
Dietro si trascinava una grande massa d'acqua ribollente e
minacciosa.
Gli
abitanti correvano con le pale per creare sbarramenti di terra,
fascine, tronchi che dovevano placare l’ira del mostro e la sua
furia. Ma il più delle volte l’acqua prendeva il sopravvento
travolgendo tutto e arrivando fino all’abitato allagava le misere
case, devastava orti e annegava animali.
Un solo
modo poteva fermare il drago, ed era quello di sacrificare una
giovinetta con grande disperazione del popolo. Il drago solo allora,
sazio e appagato tornava ad inabissarsi nelle acque torbide del Po
La città
viveva nel dolore, ogni famiglia era provata dal lutto e nessuno
conosceva più la gioia semplice di un sorriso.
Un giorno,
da terre lontane, giunse a Ferrara un cavaliere di nome Giorgio:
imponente nella sua corazza e armato di lancia cavalcava con fierezza
un bianco destriero.
Si aggirava
incuriosito fra le case e ben presto si vide attorniato dalla folla.
Chiese il
perché di quei volti tristi, di quegli occhi gonfi di pianto, così
fu informato del motivo di tanto dolore.
Giorgio
senza proferire parola, spronò il cavallo dirigendosi al galoppo
verso il fiume. Vi giunse proprio mentre il drago emergeva dalle
acque gorgoglianti e minacciose.
Soffiava
fumo e digrignava i denti strisciando inesorabile verso la fanciulla
per divorarla.
Fu un
attimo: Giorgio si slanciò sul mostro e, con un preciso colpo di
lancia, lo trafisse.
Il drago si
contorse furibondo, la coda squamosa frustò l'aria sibilando, con un
tonfo precipitò nel fiume e le acque si chiusero su di lui per
sempre.
I
ferraresi, che avevano seguito attoniti l'impresa coraggiosa del
cavaliere, esultarono di gioia e, dopo aver liberato la fanciulla
ancora atterrita e tremante, ritornarono alle loro case ormai certi
di aver per sempre scampato tanto pericolo.
Si fecero
grandi feste e tutti dimostrarono la propria gratitudine a Giorgio
che fu eletto protettore della città di Ferrara.