Le
collezioni botaniche del Seminario Vescovile saranno in mostra dal 13
dicembre 2014 al 18 gennaio 2015 nell'ambito del tradizionale
appuntamento 'Spazio aperto nel museo. Patrimoni condivisi...',
momento in cui il Museo di Storia Naturale ospita collezioni di altre
istituzioni scientifiche del nostro territorio. Ci sarà un’anteprima
la mattina del 12 dicembre per le classi del Liceo Vida. La mostra
s'intitola Et cum libellis loquor. In dialogo con la natura.
Fin dal momento della sua fondazione, avvenuta alla fine del XVI
secolo, in Seminario si prestò particolare cura all’educazione dei
futuri sacerdoti. Per quasi due secoli essa venne affidata ai
Gesuiti, chiamati dal vescovo Speciano a fondare un Collegio in
città. Dopo la soppressione dell’ordine e con la riapertura del
Seminario dopo la parentesi pavese, voluta da Giuseppe II d’Austria,
nei primi anni del XIX secolo venne promossa una riorganizzazione
didattica e strutturale.
La sede storica, collocata presso la chiesa
di Santa Margherita, fu ampliata per volontà del vescovo Omobono
Offredi che promosse anche l’accrescimento della Biblioteca e la
fondazione di un “gabinetto fisico” come complemento alle lezioni
di storia naturale. Inaugurato solennemente nel 1828, il laboratorio
comprendeva, oltre a strumenti scientifici, una collezione
mineralogica, una ornitologica e diversi animali tassidermizzati. Nel
corso del tempo le collezioni si arricchirono progressivamente grazie
a donazioni ed acquisti che hanno portato all’assetto attuale.
Originato a scopo puramente didattico, il “gabinetto di storia
naturale”, caduto in disuso nel corso del tempo a causa delle
mutate esigenze, rappresenta oggi una testimonianza che si lega alla
storia del Seminario e dell’educazione in esso profusa che
includeva materie quali la fisica sperimentale, la storia naturale,
la botanica e l’agraria.
Il percorso della mostra si snoda nel
tempo attraverso una selezione di volumi a tema botanico, stampati
tra il XVI al XVIII secolo, conservati nel fondo antico della
Biblioteca del Seminario a cui fanno da corollario una curiosa
raccolta di modelli micologici in cera, realizzati dal milanese
Ignazio Pizzagalli nel 1825, ed una collezione di erbari legati a
libro e in carte sciolte, con campioni raccolti tra la prima metà e
la fine del XIX secolo.