Prosegue al
Museo Archeologico di San Lorenzo il ciclo di mostre di arte
contemporanea, che si susseguiranno sino a febbraio 2015, dal titolo
Uno più uno uguale a tre, titolo legato al paradosso di
Zenone, tra un punto e un altro ce ne sta sempre un terzo … e
così fino all'infinito. Venerdì 12 dicembre, alle 17.30, sarà
inaugurata l'esposizione di Gianni Politi. La mostra rimarrà
aperta al pubblico dal 13 dicembre al 15 gennaio. Sarà quindi la
volta di Enzo Cucchi. La ricerca di Gianni Politi è strettamente
collegata ad eventi autobiografici sviluppati in modo viscerale,
elaborando i suoi progetti in modo reale e introspettivo. Tra le
mostre più importanti personali: 2014 Tra queste sale (Malandrino)
Galleria Nazionale Arte Moderna, Roma; Istituto di Cultura Italiana,
Praga; 2013 – From the studio (Nightrider), CO2, Roma (IT);
Re-Generation, MACRO, Roma (IT); Teoria del valore, CO2, Roma (IT);
Su Nero Nero, Castello di Rivara, Torino (IT); Pain Thing, Palazzo
Zenobio degli Armeni / 52°Biennale di Venezia, Venezia.
Gianni
Politi è il più giovane degli artisti della rassegna. “Per questo
progetto porterò ciò che al momento segna un punto e virgola
all'interno di questi anni guardando la pittura antica – spiega
l'artista -. E' una cornice che però contiene tutte le informazioni
riguardanti la mia pratica pittorica ed educativa. Perché per me
dipingere significa educarsi ed educare a guardare le immagini
immobili. Credo con certezza che dipingere è un percorso che dura
l'intera vita dell'artista. Un pittore non può decidere di smettere
dipingere, un pittore anche se lo dichiara continua a farlo in
segreto. Io sto facendo questo percorso, di cui ovviamente non
conosco o immagino il fine (formale), procedendo passo per passo. Il
mio lavoro cresce in quanto mi addentro sempre più all'interno di
ciò che per me vuol dire 'dipingere' un' immagine
contemporanea. La componente ambientale e contingente trova un ruolo
fondamentale nella costruzione dell'immagine. Le mie tele subiscono e
si nutrono di ciò che gli accade intorno e sopra; convivono con il
mio studio e le mie abitudini. In qualche modo sono una proiezione di
qualcosa che un giorno sarà archeologia. In questo momento parlano
di un passato prossimo, fra 10 anni racconteranno un passato remoto.
In generale penso che comunque ogni pittore ha il dovere di guardarsi
indietro, di guardare ciò che è stato dipinto prima; è l' unico
modo per poter costruirsi un educazione sentimentale all'immagine;
possedere tale tipo di educazione è la conditio sine qua non per
poter produrre un' immagine contemporanea. La tela che esponiamo
insieme rappresenta proprio questo processo, essendo una tela che ha
vissuto in quanto immagine e dopo il mio passaggio e la mia
operatività, vive e resta in quanto scarto.”
Curatore di questo
ciclo di mostre è Ettore Favini, che ha scelto come cornice
l'ex basilica di San Lorenzo in quanto “l'arte dovrebbe ritornare
ad uno stato di contemplazione silenziosa delle opere, in un luogo
che sia legato in qualche modo con una dimensione 'altra'. La pittura
viene spesso bistrattata e demonizzata ma è una delle forme più
intellettuali di fare arte oggi. Ho invitato quattro pittori di
diverse generazioni, a me vicini per varie ragioni. Considero questa
mostra come un'opera, un dispositivo che, attivando un rapporto
particolare con il pubblico, sia in grado di conferire un ulteriore
grado di lettura alle opere esposte. Una mostra che offra la
possibilità di un incontro uno a uno con l'opera, senza altre
distrazioni.”
Per questo
la scelta del luogo è caduta sulla sede del Museo Archeologico,
ricavato in una una delle chiese più antiche di Cremona. Durante gli
scavi archeologici, al suo interno, sono venute alla luce una
necropoli paleocristiana e una romana, oltre all'antica via Postumia.
Questo luogo fatto di strati sovrapposti è parso al curatore
un’immagine che corrisponde perfettamente al procedere della
pittura.
Museo
Archeologico San Lorenzo
via San
Lorenzo 4, 26100 Cremona
tel. 0372
407775
da martedì
a domenica 9 – 13 / festivi: 9 - 13
chiusura:
lunedì