07 novembre 2013

Interventi su edifici comunali per 230.000,00 euro


La Giunta comunale, su proposta dell'assessore ai Lavori Pubblici Francesco Zanibelli, ha approvato, per poter procedere alla richiesta di devoluzione di mutuo contratto con la Cassa Depositi e Prestiti, il progetto definitivo relativo ad interventi di manutenzione straordinaria da effettuare su alcuni edifici storici o a destinazione sociale di proprietà comunale, per un importo complessivo di 230.000,00 euro.

Gli interventi previsti nel progetto riguardano il risanamento della terrazza sud del Palazzo Duemiglia, interessata qualche anno fa da un serio dissesto strutturale che ha causato il crollo di una piccola porzione e che necessita di un intervento di ricostruzione e di impermeabilizzazione della superficie per impedirne l'ulteriore degrado; la realizzazione di nuovi servizi igienici nel centro sociale di Bagnara, così che possano essere utilizzati da diversamente abili e possano essere fruibili anche quando il centro funziona come seggio elettorale, oltre al consolidamento di una trave in copertura; la realizzazione di opere varie di manutenzione straordinaria al centro civico di San Felice; la manutenzione straordinaria di quattro alloggi di edilizia residenziale pubblica in via Aselli 76, destinati agli sfrattati, che altrimenti non potrebbero rientrare nel circolo delle assegnazioni ai bisognosi; il rifacimento con nuove lastre di rame del manto di copertura della cupola del VI androne a celle del Civico Cimitero, oltre la preventiva posa di uno strato impermeabile di scorrimento sulla superficie e la revisione del sottostante intonaco; l'adeguamento dell'impianto illuminotecnico di sette sale del Museo Civico, facenti parte dell'appartamento nobile, destinate ad ospitare la nuova collezione di strumenti musicali a pizzico di Carlo Alberto Carutti; altri interventi di manutenzione straordinaria, come la revisione e impermeabilizzazione del manto di copertura di una porzione della cascina Cambonino, sede del Museo della Civiltà Contadina, ed il restauro dell'altare marmoreo della piccola cappella annessa alla cascina.

Considerata la necessità di questi lavori – dichiara l'assessore ai Lavori Pubblici Francesco Zanibelli - si è provveduto ad inserirli nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2013-2015, e per la loro realizzazione utilizzeremo residui di mutui già accesi con la Cassa Depositi e Prestiti. Alcuni degli edifici sono immobili sottoposti a vincoli in base al Codice dei beni culturali, per i quali si provvederà all’acquisizione del competente parere sul progetto da parte della Soprintendenza.”


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La costruzione tra il 1799 ed il 1816 del palazzo Radicati (poi chiamato Due Miglia) sembra qualificare in senso urbano, oltre il cavo Cerca, di fronte alla chiesa di S. Bernardo, quello che era già divenuto un sobborgo di Cremona. Il palazzo Due Miglia, ricordato come tale solo nel 1834, fu costruito sui resti del "casino" o addirittura adattando la primitiva residenza, probabilmente sul progetto dell'architetto cremonese Faustino Rodi. Singolare ed imponente architettura neoclassica, è caratterizzato dalla presenza sul lato meridionale di una loggia con sei alte colonne doriche trabeate che sorreggono una terrazza ed a settentrione da un corpo di fabbrica più basso ed arretrato rispetto alla fronte principale, probabilmente pre esistente.Un porticato a tre archi collega quest’ultimo ai tre fabbricati fra loro adiacenti che prospettano rispettivamente su via Brescia, via S. Bernardo ed una strada privata posta ad occidente.
Alla fine dell'Ottocento l’intero complesso architettonico viene acquistato dal Comune di Due Miglia per destinarlo a sede municipale e per ospitare la sede del corpo di guardia ed alcune aule scolastiche. Diviene poi proprietà del Comune di Cremona con il Regio Decreto del 1920 che sopprime il Comune di Due Miglia e ne aggrega il territorio alla città. Ai fenomeni di degrado ed emarginazione che si sono innescati in questa parte della città negli ultimi decenni del secolo scorso, il palazzo Due Miglia ha sempre costituito, spesso in condizioni precarie, il naturale punto di ritrovo per forme associative e di impegno sociale della popolazione residente.
Attualmente il corpo nobile principale con ingresso dalla via Brescia, di cui fa parte la terrazza, è in gran parte inutilizzato, anche se la sua collocazione a breve distanza dal centro storico non ne ha mai limitato la vocazione di polo dei servizi d'interesse cittadino.
Il settore d’intervento riguarda esclusivamente il recupero della terrazza che ha una superficie di circa 70 metri quadrati, prospiciente la ferrovia e posta sul lato sud del complesso architettonico d’impianto settecentesco. L’intervento di recupero strutturale della terrazza consiste essenzialmente in due particolari operazioni: il consolidamento statico e i nuovi ancoraggi della volta e delle colonne in mattoni pieni ed il rifacimento della pavimentazione.
Per quanto riguarda il consolidamento verranno realizzate alcune opere di connessione strutturale orizzontale fra le volte e le murature/architravature perimetrali e di connessione verticale fra le volte e la nuova soletta armata di estradosso, successiva al rifacimento dei rinfianchi. Previa puntellatura dell’intera struttura, oltre al riposizionamento e al fissaggio dei vari strati di mattoni che formano la volta, sarà praticata la ricucitura delle varie lesioni murarie con l’ancoraggio di idonee barre d’acciaio. E’ infine prevista la sostituzione delle catene, con altrettanti tiranti in acciaio lavorato, in corrispondenza delle sei colonne doriche. Con un’opera di ripristino e ricucitura dei mattoni pieni curvi in laterizio verranno ricostituite le sei colonne portanti della terrazza superficialmente degradate nel corso degli anni.
All’estradosso della terrazza è prevista la nuova impermeabilizzazione con doppio strato di guaina, risvoltata lungo il perimetro, da posare su nuovo apposito massetto e la realizzazione del nuovo pavimento in piastrelle di cotto da cm 25x25. Verrà inoltre eseguito il consolidamento delle fessurazioni e dei distacchi del parapetto della terrazza ed il ripristino dell’esistente ringhiera in ferro lavorato.


La cupola interessata dell'intervento è ubicata a nord-ovest rispetto all'ingresso principale del cimitero monumentale di Cremona e prospiciente via Boschetto; l'edificio è rivestito e pavimentato con marmo Botticino, la copertura del tetto a due falde è realizzata con grandi lastre di pietra di Lucerna, mentre la copertura della cupola è in lastre di rame. L’intervento si rende necessario per eliminare le infiltrazioni di acqua causate dal deterioramento delle giunzioni fra le lastre in rame di copertura; il rifacimento della stessa ha lo scopo di preservare la struttura della cupola realizzata con mattoni pieni, prevenendo situazioni di pericolo dovute a improvvisi cedimenti strutturali. I lavori prevedono l’asportazione completa dell’attuale manto di copertura in rame e la sua completa sostituzione con nuove lastre, la battitura dell’intonaco per individuare quello non più coeso, la sua asportazione e il ripristino con nuovo intonaco di calce idraulica naturale e l’interposizione tra l’intonaco e il nuovo manto di copertura di un tessuto non tessuto in PP impermeabile all’acqua e permeabile al vapore.

Per quanto riguarda l'edificio di via Aselli, 76, si procederà al recupero di quattro alloggi di edilizia residenziale pubblica, destinati agli sfrattati, per renderli di nuovo abitabili secondo gli standard abitativi e la normativa vigente, attraverso lavori di manutenzione edile ed interventi di natura impiantistica, in particolare: adeguamento alla normativa vigente degli impianti termici con caldaia murale autonoma, degli impianti idrosanitari e degli impianti di distribuzione del gas metano; adeguamento alla normativa vigente degli impianti elettrici esistenti e delle loro parti comuni; adeguamento alla normativa vigente degli impianti igienico sanitari, con sostituzione di apparecchi sanitari; controllo delle canne fumarie; opere edili di assistenza all'esecuzione degli interventi di messa a norma degli impianti, nonché la sistemazione d'intonaci ammalorati, la sistemazione e/o posa ex novo di rivestimenti murali; opere da falegnameria per il ripristino funzionale o la sistemazione di serramenti interni ed esterni in legno; tinteggiatura di pareti e soffitti e verniciatura di serramenti. Tali interventi sono realizzati per garantire l'igiene degli ambienti, il decoro e la sicurezza degli stessi (sia delle strutture che dell'impiantistica, a salvaguardia dell'incolumità dei fruitori degli ambienti), oltre all'installazione di materiali (intonaci, caldaie e relativa componentistica) atti al miglioramento della classe energetica delle singole unità immobiliari.




All'interno del Museo Civico di Cremona si trovano alcune sale dove saranno collocati gli strumenti musicali a corda, appartenenti alla collezione di Carlo Alberto Carutti, che si distinguono per rarità, qualità, stato di conservazione, fruibilità e talvolta per l'appartenenza a celebri personaggi del mondo della musica, dell'aristocrazia e della nobiltà dell'epoca. Tali ambienti sono dislocati al piano secondo, da cui, tramite un ampio salone di ingresso, si accede, tramite due porte simmetriche, a sei ambienti in infilata. Queste stanze sono caratterizzate da pareti con tappezzeria in fantasia, da soffitti voltati e decorati a stucco, illuminate da lampadari in vetro soffiato di Murano.
Il progetto è destinato ad incrementare l'illuminazione delle stanze in modo da garantire un'illuminazione appropriata dei pezzi che saranno esposti. Per tale motivo saranno realizzate strutture a binario da ancorare al gancio delle volte, su cui montare dei LED in numero e con potenza necessaria ad esaltare i particolari degli strumenti in esposizione.
Le lampadine montate sui lampadari esistenti verranno cambiate con elementi di potenza inferiore per dare risalto alla luce dedicata agli oggetti esposti; le dimensioni delle strutture lungo cui far correre i cavi elettrici e posizionare i faretti saranno proporzionati alla dimensione delle stanze e in base alla disposizione delle teche espositive. Dovrà essere fatta una valutazione della portanza strutturale dei ganci di volta una volta liberati dagli stucchi che verranno successivamente ripristinati. Per la grande sala detta del Manfredini è prevista la sistemazione di quattro piantane per potenziarne l'illuminazione.



La cascina Cambonino Vecchio, nella periferia nord-ovest di Cremona, è adibita a museo dal 1978. Il complesso degli edifici, in parte risalenti forse al XV secolo, è organizzato dall'Ottocento in forma quadrata attorno alla corte con l'aia, dove nelle serate estive si tengono attività di cultura e musica popolare. Il Museo fa parte del Sistema Museale della Città di Cremona e conserva cospicue collezioni di strumenti di lavoro e d'uso quotidiano dei contadini, attrezzi e macchine per le coltivazioni e l'allevamento del bestiame, testimonianze dell'attività artigianale. E' dotato di sale per mostre temporanee e conferenze, di un'aula didattica e di un Centro di documentazione; dispone di una collana di quaderni e dei cataloghi delle mostre temporanee.
Il lato nord rappresenta il nucleo più antico della cascina e comprende, da est a ovest: i residui di antichi rustici (secc. XVI?-XX), la casa padronale (sec. XIX) con il granaio, la casa del fattore (secc. XVI? - XVII) con la ghiacciaia e la torretta della tipica campanella, il caseificio (sec. XIX) costruito davanti all'antica stalla dei cavalli (sec. XVI?), l'antica stalla dei bovini (sec. XVI?), gli antichi fienili coperti da tetti di coppi sostenuti da capriate di legno, rialzati in epoca recente. Sul lato ovest, oltre le porcilaie (sec. XVII?) costruite chiudendo un antico ingresso porticato, si allineano - attaccate l'una all'altra - le sette case dei salariati (sec. XIX).
Il lato sud comprende l'ingresso principale, l'Oratorio della beata Vergine di Caravaggio, le nuove stalle dei cavalli e delle vacche con il portico verso l'aia e il tetto a capriate sopra il fienile, la casa del bergamino (sec. XIX). Il lato est chiude il quadrato con la porta dei carri, la rimessa per il calesse del padrone e l'ampio barchessale nel quale si ricoveravano gli attrezzi e i carri (sec. XIX).
Le zone interessate dall’intervento sono le coperture della cascina poste all’angolo sud-ovest, ovvero dell'ingresso principale e dell'Oratorio della Beata Vergine di Caravaggio poste a sud e di parte delle case coloniche poste sul lato ovest, per una superficie complessiva effettiva di poco superiore ai 400 metri quadrati. Il progetto prevede il risanamento completo del manto di copertura (previa verifica dell’orditura secondaria in corrispondenza degli appoggi in gronda e della presenza a soffitto di evidenti infiltrazioni d’acqua) mediante la parziale sostituzione dei coppi deteriorati con coppi di vecchia fattura, la posa di una nuova guaina impermeabile ardesiata di sottomanto e l’esecuzione della nuova lattoneria in piombo ai camini del tetto; i lavori sostanzialmente non interesseranno la struttura portante del tetto che si trova in buono stato di conservazione.
L’intervento si rende necessario perché il manto di copertura in coppi presenta numerose zone di infiltrazione di acqua piovana nei locali sottostanti. I lavori comprendono inoltre il restauro dell'altare marmoreo della cappella. Saranno infine posizionate reti al di sotto delle coperture per futuri interventi di manutenzione e per impedire l’accesso alle travi ai piccioni.

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