La Giunta
comunale, su proposta dell'assessore ai Lavori Pubblici Francesco
Zanibelli, ha approvato, per poter procedere alla richiesta di
devoluzione di mutuo contratto con la Cassa Depositi e Prestiti, il
progetto definitivo relativo ad interventi di manutenzione
straordinaria da effettuare su alcuni edifici storici o a
destinazione sociale di proprietà comunale, per un importo
complessivo di 230.000,00 euro.
Gli
interventi previsti nel progetto riguardano il risanamento della
terrazza sud del Palazzo Duemiglia, interessata qualche anno fa da un
serio dissesto strutturale che ha causato il crollo di una piccola
porzione e che necessita di un intervento di ricostruzione e di
impermeabilizzazione della superficie per impedirne l'ulteriore
degrado; la realizzazione di nuovi servizi igienici nel centro
sociale di Bagnara, così che possano essere utilizzati da
diversamente abili e possano essere fruibili anche quando il centro
funziona come seggio elettorale, oltre al consolidamento di una trave
in copertura; la realizzazione di opere varie di manutenzione
straordinaria al centro civico di San Felice; la manutenzione
straordinaria di quattro alloggi di edilizia residenziale pubblica in
via Aselli 76, destinati agli sfrattati, che altrimenti non
potrebbero rientrare nel circolo delle assegnazioni ai bisognosi; il
rifacimento con nuove lastre di rame del manto di copertura della
cupola del VI androne a celle del Civico Cimitero, oltre la
preventiva posa di uno strato impermeabile di scorrimento sulla
superficie e la revisione del sottostante intonaco; l'adeguamento
dell'impianto illuminotecnico di sette sale del Museo Civico, facenti
parte dell'appartamento nobile, destinate ad ospitare la nuova
collezione di strumenti musicali a pizzico di Carlo Alberto Carutti;
altri interventi di manutenzione straordinaria, come la revisione e
impermeabilizzazione del manto di copertura di una porzione della
cascina Cambonino, sede del Museo della Civiltà Contadina, ed il
restauro dell'altare marmoreo della piccola cappella annessa alla
cascina.
“Considerata
la necessità di questi lavori – dichiara l'assessore ai Lavori
Pubblici Francesco Zanibelli - si è provveduto ad inserirli nel
Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2013-2015, e per la loro
realizzazione utilizzeremo residui di mutui già accesi con la Cassa
Depositi e Prestiti. Alcuni degli edifici sono immobili sottoposti a
vincoli in base al Codice dei beni culturali, per i quali si
provvederà all’acquisizione del competente parere sul progetto da
parte della Soprintendenza.”
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La
costruzione tra il 1799 ed il 1816 del palazzo Radicati (poi chiamato
Due Miglia) sembra qualificare in senso urbano, oltre il cavo Cerca,
di fronte alla chiesa di S. Bernardo, quello che era già divenuto un
sobborgo di Cremona. Il palazzo Due Miglia, ricordato come tale solo
nel 1834, fu costruito sui resti del "casino" o addirittura
adattando la primitiva residenza, probabilmente sul progetto
dell'architetto cremonese Faustino Rodi. Singolare ed imponente
architettura neoclassica, è caratterizzato dalla presenza sul lato
meridionale di una loggia con sei alte colonne doriche trabeate che
sorreggono una terrazza ed a settentrione da un corpo di fabbrica più
basso ed arretrato rispetto alla fronte principale, probabilmente pre
esistente.Un porticato a tre archi collega quest’ultimo ai tre
fabbricati fra loro adiacenti che prospettano rispettivamente su via
Brescia, via S. Bernardo ed una strada privata posta ad occidente.
Alla fine
dell'Ottocento l’intero complesso architettonico viene acquistato
dal Comune di Due Miglia per destinarlo a sede municipale e per
ospitare la sede del corpo di guardia ed alcune aule scolastiche.
Diviene poi proprietà del Comune di Cremona con il Regio Decreto del
1920 che sopprime il Comune di Due Miglia e ne aggrega il territorio
alla città. Ai fenomeni di degrado ed emarginazione che si sono
innescati in questa parte della città negli ultimi decenni del
secolo scorso, il palazzo Due Miglia ha sempre costituito, spesso in
condizioni precarie, il naturale punto di ritrovo per forme
associative e di impegno sociale della popolazione residente.
Attualmente
il corpo nobile principale con ingresso dalla via Brescia, di cui fa
parte la terrazza, è in gran parte inutilizzato, anche se la sua
collocazione a breve distanza dal centro storico non ne ha mai
limitato la vocazione di polo dei servizi d'interesse cittadino.
Il settore
d’intervento riguarda esclusivamente il recupero della terrazza che
ha una superficie di circa 70 metri quadrati, prospiciente la
ferrovia e posta sul lato sud del complesso architettonico d’impianto
settecentesco. L’intervento di recupero strutturale della terrazza
consiste essenzialmente in due particolari operazioni: il
consolidamento statico e i nuovi ancoraggi della volta e delle
colonne in mattoni pieni ed il rifacimento della pavimentazione.
Per quanto
riguarda il consolidamento verranno realizzate alcune opere di
connessione strutturale orizzontale fra le volte e le
murature/architravature perimetrali e di connessione verticale fra le
volte e la nuova soletta armata di estradosso, successiva al
rifacimento dei rinfianchi. Previa puntellatura dell’intera
struttura, oltre al riposizionamento e al fissaggio dei vari strati
di mattoni che formano la volta, sarà praticata la ricucitura delle
varie lesioni murarie con l’ancoraggio di idonee barre d’acciaio.
E’ infine prevista la sostituzione delle catene, con altrettanti
tiranti in acciaio lavorato, in corrispondenza delle sei colonne
doriche. Con un’opera di ripristino e ricucitura dei mattoni pieni
curvi in laterizio verranno ricostituite le sei colonne portanti
della terrazza superficialmente degradate nel corso degli anni.
All’estradosso
della terrazza è prevista la nuova impermeabilizzazione con doppio
strato di guaina, risvoltata lungo il perimetro, da posare su nuovo
apposito massetto e la realizzazione del nuovo pavimento in
piastrelle di cotto da cm 25x25. Verrà inoltre eseguito il
consolidamento delle fessurazioni e dei distacchi del parapetto della
terrazza ed il ripristino dell’esistente ringhiera in ferro
lavorato.
La cupola
interessata dell'intervento è ubicata a nord-ovest rispetto
all'ingresso principale del cimitero monumentale di Cremona e
prospiciente via Boschetto; l'edificio è rivestito e pavimentato con
marmo Botticino, la copertura del tetto a due falde è realizzata con
grandi lastre di pietra di Lucerna, mentre la copertura della cupola
è in lastre di rame. L’intervento si rende necessario per
eliminare le infiltrazioni di acqua causate dal deterioramento delle
giunzioni fra le lastre in rame di copertura; il rifacimento della
stessa ha lo scopo di preservare la struttura della cupola realizzata
con mattoni pieni, prevenendo situazioni di pericolo dovute a
improvvisi cedimenti strutturali. I lavori prevedono l’asportazione
completa dell’attuale manto di copertura in rame e la sua completa
sostituzione con nuove lastre, la battitura dell’intonaco per
individuare quello non più coeso, la sua asportazione e il
ripristino con nuovo intonaco di calce idraulica naturale e
l’interposizione tra l’intonaco e il nuovo manto di copertura di
un tessuto non tessuto in PP impermeabile all’acqua e permeabile al
vapore.
Per quanto
riguarda l'edificio di via Aselli, 76, si procederà al recupero di
quattro alloggi di edilizia residenziale pubblica, destinati agli
sfrattati, per renderli di nuovo abitabili secondo gli standard
abitativi e la normativa vigente, attraverso lavori di manutenzione
edile ed interventi di natura impiantistica, in particolare:
adeguamento alla normativa vigente degli impianti termici con caldaia
murale autonoma, degli impianti idrosanitari e degli impianti di
distribuzione del gas metano; adeguamento alla normativa vigente
degli impianti elettrici esistenti e delle loro parti comuni;
adeguamento alla normativa vigente degli impianti igienico sanitari,
con sostituzione di apparecchi sanitari; controllo delle canne
fumarie; opere edili di assistenza all'esecuzione degli interventi di
messa a norma degli impianti, nonché la sistemazione d'intonaci
ammalorati, la sistemazione e/o posa ex novo di rivestimenti murali;
opere da falegnameria per il ripristino funzionale o la sistemazione
di serramenti interni ed esterni in legno; tinteggiatura di pareti e
soffitti e verniciatura di serramenti. Tali interventi sono
realizzati per garantire l'igiene degli ambienti, il decoro e la
sicurezza degli stessi (sia delle strutture che dell'impiantistica, a
salvaguardia dell'incolumità dei fruitori degli ambienti), oltre
all'installazione di materiali (intonaci, caldaie e relativa
componentistica) atti al miglioramento della classe energetica delle
singole unità immobiliari.
All'interno
del Museo Civico di Cremona si trovano alcune sale dove saranno
collocati gli strumenti musicali a corda, appartenenti alla
collezione di Carlo Alberto Carutti, che si distinguono per rarità,
qualità, stato di conservazione, fruibilità e talvolta per
l'appartenenza a celebri personaggi del mondo della musica,
dell'aristocrazia e della nobiltà dell'epoca. Tali ambienti sono
dislocati al piano secondo, da cui, tramite un ampio salone di
ingresso, si accede, tramite due porte simmetriche, a sei ambienti in
infilata. Queste stanze sono caratterizzate da pareti con tappezzeria
in fantasia, da soffitti voltati e decorati a stucco, illuminate da
lampadari in vetro soffiato di Murano.
Il progetto
è destinato ad incrementare l'illuminazione delle stanze in modo da
garantire un'illuminazione appropriata dei pezzi che saranno esposti.
Per tale motivo saranno realizzate strutture a binario da ancorare al
gancio delle volte, su cui montare dei LED in numero e con potenza
necessaria ad esaltare i particolari degli strumenti in esposizione.
Le
lampadine montate sui lampadari esistenti verranno cambiate con
elementi di potenza inferiore per dare risalto alla luce dedicata
agli oggetti esposti; le dimensioni delle strutture lungo cui far
correre i cavi elettrici e posizionare i faretti saranno
proporzionati alla dimensione delle stanze e in base alla
disposizione delle teche espositive. Dovrà essere fatta una
valutazione della portanza strutturale dei ganci di volta una volta
liberati dagli stucchi che verranno successivamente ripristinati. Per
la grande sala detta del Manfredini è prevista la sistemazione di quattro piantane per
potenziarne l'illuminazione.
La cascina
Cambonino Vecchio, nella periferia nord-ovest di Cremona, è
adibita a museo dal 1978. Il complesso degli edifici, in parte
risalenti forse al XV secolo, è organizzato dall'Ottocento in forma
quadrata attorno alla corte con l'aia, dove nelle serate estive si
tengono attività di cultura e musica popolare. Il Museo fa parte del
Sistema Museale della Città di Cremona e conserva cospicue
collezioni di strumenti di lavoro e d'uso quotidiano dei contadini,
attrezzi e macchine per le coltivazioni e l'allevamento del bestiame,
testimonianze dell'attività artigianale. E' dotato di sale per
mostre temporanee e conferenze, di un'aula didattica e di un Centro
di documentazione; dispone di una collana di quaderni e dei cataloghi
delle mostre temporanee.
Il lato
nord rappresenta il nucleo più antico della cascina e comprende, da
est a ovest: i residui di antichi rustici (secc. XVI?-XX), la casa
padronale (sec. XIX) con il granaio, la casa del fattore (secc. XVI?
- XVII) con la ghiacciaia e la torretta della tipica campanella, il
caseificio (sec. XIX) costruito davanti all'antica stalla dei cavalli
(sec. XVI?), l'antica stalla dei bovini (sec. XVI?), gli antichi
fienili coperti da tetti di coppi sostenuti da capriate di legno,
rialzati in epoca recente. Sul lato ovest, oltre le porcilaie (sec.
XVII?) costruite chiudendo un antico ingresso porticato, si allineano
- attaccate l'una all'altra - le sette case dei salariati (sec. XIX).
Il lato sud
comprende l'ingresso principale, l'Oratorio della beata Vergine di
Caravaggio, le nuove stalle dei cavalli e delle vacche con il portico
verso l'aia e il tetto a capriate sopra il fienile, la casa del
bergamino (sec. XIX). Il lato est chiude il quadrato con la porta dei
carri, la rimessa per il calesse del padrone e l'ampio barchessale
nel quale si ricoveravano gli attrezzi e i carri (sec. XIX).
Le zone
interessate dall’intervento sono le coperture della cascina poste
all’angolo sud-ovest, ovvero dell'ingresso principale e
dell'Oratorio della Beata Vergine di Caravaggio poste a sud e di
parte delle case coloniche poste sul lato ovest, per una superficie
complessiva effettiva di poco superiore ai 400 metri quadrati. Il
progetto prevede il risanamento completo del manto di copertura
(previa verifica dell’orditura secondaria in corrispondenza degli
appoggi in gronda e della presenza a soffitto di evidenti
infiltrazioni d’acqua) mediante la parziale sostituzione dei coppi
deteriorati con coppi di vecchia fattura, la posa di una nuova guaina
impermeabile ardesiata di sottomanto e l’esecuzione della nuova
lattoneria in piombo ai camini del tetto; i lavori sostanzialmente
non interesseranno la struttura portante del tetto che si trova in
buono stato di conservazione.
L’intervento
si rende necessario perché il manto di copertura in coppi presenta
numerose zone di infiltrazione di acqua piovana nei locali
sottostanti. I lavori comprendono inoltre il restauro dell'altare
marmoreo della cappella. Saranno infine posizionate reti al di sotto
delle coperture per futuri interventi di manutenzione e per impedire
l’accesso alle travi ai piccioni.