25 anni di
accoglienza in Italia e a Cremona. Questo il tema dell'incontro
istituzionale che si è svolto questa mattina nella Sala dei Quadri
di Palazzo Comunale, iniziativa organizzata dal Comune, in
collaborazione con la Caritas Diocesana, quale momento celebrativo
dei 25 anni di fondazione della Casa dell'Accoglienza di Cremona. Al
tavolo dei relatori il sindaco Oreste Perri, il vescovo di Cremona,
mons. Dante Lafranconi, l'assessore alle Politiche Sociali Luigi
Amore, il direttore della Caritas Diocesana don Antonio Pezzetti, il
direttore della Casa dell'Accoglienza, Cristiano Beltrami, e mons.
Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, già
direttore della Caritas Cremonese dal 1997 al 2002. L’incontro si
inserisce nel ricco ed intenso programma della “Settimana della
Carità” promossa dalla Caritas Diocesana.
E’
trascorso già un quarto di secolo da quel 12 novembre in cui veniva
inaugurata la Casa dell’Accoglienza, aperta anche il giorno
seguente (festività di S. Omobono) alla visita dei cremonesi,
accorsi in gran numero a conoscere la nuova struttura, già sede del
Collegio Gregorio XIV: una straordinaria affluenza di persone che fu,
da subito, emblema dell’attenzione che la città poneva a questo
nuovo “segno” della Chiesa cremonese, strumento di carità
attento alla persona nei suoi bisogni più immediati. Un lungo
cammino che ha saputo cogliere ed affrontare da allora le nuove e
crescenti emergenze sociali.
Si
rinnovava così, come disse in quell’occasione il vescovo Enrico
Assi, la tradizione di carità della Chiesa cremonese, una tradizione
che risale alla figura del nostro Patrono, S. Omobono, “Padre di
Poveri, che la nostra comunità ha celebrato pochi giorni fa.
Prendeva vita una struttura che ospita gli uffici della Caritas, una
serie di alloggi per sacerdoti quiescenti e un servizio mensa rivolto
alle persone ospitate, ma anche agli esterni in quanto i prezzi
calmierati sono davvero un’importante opportunità che porta
anziani e persone, con risorse economiche limitate, a rivolgersi alla
struttura sia per il pranzo che per la cena. Nel complesso, dunque,
un vero e proprio insieme di servizi alle persone fragili, ma anche
luogo dove disagio, emarginazione e normalità tentano di incontrarsi
e di dialogare per accorciare le distanze sociali.
Nel suo
saluto introduttivo il sindaco Oreste Perri ha rimarcato come
l'incontro, la conoscenza diretta delle persone che si dedicano
all'accoglienza, al sostegno di chi ha bisogno sia fondamentale per
conoscere l'importanza del lavoro che essi svolgono: nella maggior
parte dei casi infatti è necessario rispondere a necessità
immediate che non possono attendere.
“Ricordo
che il Centro di prima accoglienza, servizio del Comune, è situato
all’interno della Casa dell'Accoglienza, che pertanto ha come
destinatari primari persone segnate da un disagio a vari livelli –
esistenziale, lavorativo, abitativo, fisico – o comunque individui
o famiglie inviati dai servizi sociali oppure passati attraverso il
centro di ascolto interno”, ha quindi aggiunto il sindaco.
E in questi
25 anni infatti la collaborazione tra il Comune la Casa
dell’Accoglienza si è fatta sempre più stretta: l’ex sede del
Collegio Gregorio XIV è divenuta infatti anche per l’Amministrazione
Comunale un punto di riferimento importante in molteplici occasioni.
D'altra
parte, attraverso i molti servizi che la Casa presenta si è
realizzato, come avevo detto con lungimiranza il Vescovo Assi, un
osservatorio di tutte le povertà, oltre che una scuola di formazione
di volontariato generoso, un laboratorio per esperienze educative, di
sostegno, oltre che un luogo di dialogo, di collegamento e
collaborazione con le istituzioni pubbliche.
Tutto
questo si è rafforzato grazie anche al contributo della comunità
locale che, tutta insieme, dimostrando unità d’intenti di fronte
alle nuove forme di povertà e alle nuove immigrazioni, è stata
capace di dotarsi di strumenti atti a concorrere alla realizzazione
di un sistema di servizi che corrisponde ai bisogni del territorio e
della popolazione, coerentemente con i principi costituzionali della
solidarietà, della partecipazione, del rispetto e della
valorizzazione di ogni persona.
“La
Caritas diocesana – hanno detto all'unisono il sindaco Perri e
l'assessore Luigi Amore - adempie ogni giorno attraverso l’impegno
nel curare e sensibilizzare alla carità verso le persone e le
comunità in difficoltà, nella città e nel territorio cremonese, a
promuovere il volontariato, verso chi soffre, per ridargli speranza e
dignità. A titolo personale e dei cittadini tutti rivolgiamo un
sincero ringraziamento a tutti gli operatori della Caritas diocesana,
a partire dal suo direttore, don Antonio Pezzetti. Grazie di cuore
per l’impegno e la dedizione a favore di persone bisognose alle
quali vengono dati non solo assistenza ed accoglienza ma anche
conforto, sostegno morale, incoraggiamento, restituendo dignità a
chi versa in situazione di indigenza. Il vostro impegno è uno sprone
anche per noi ad andare avanti in questo periodo di grande difficoltà
dove, purtroppo, chi fa veramente accoglienza, nel senso più
completo del termine, perché accoglienza significa mettere al centro
le persone”.
Il Vescovo
Dante Lafranconi, prendendo la parola, ha dichiarato che accoglienza
non significa solo trovare un posto e dare ospitalità a chi non sa
dove andare, ma anche aprire il proprio cuore, le braccia a chi
soffre o vive una situazione di disagio. Se in passato, ha quindi
aggiunto mons. Lafranconi, l'accoglienza riguardava solo gli italiani
in situazione di povertà o di bisogno, con il passare del tempo, con
i mutamenti epocali che si sono verificati, ci si è trovati di
fronte ad un vero e proprio salto di qualità: non è più possibile
infatti fare distinzioni, ma agire a 360° di fronte ai flussi
migratori che negli ultimi tempi si sono andati susseguendo. Per
questo, ha detto il presule, è necessario aprire la nostra mente
alle famiglia universale che tutti desideriamo mettere in atto per un
futuro di pace perché senza la pace, ma con la guerra e la fame, la
gente continuerà ad essere costretta a fuggire dalla terra dove è
nata e vorrebbe vivere.
Se don
Antonio Pezzetti ha ricordato come la Settimana della Carità sia
stata pensata per riflettere su vari temi di grande attualità, tra i
quali si colloca anche quello dell'accoglienza, Cristiano Beltrami,
nella veste di direttore della Casa dell'Accoglienza ha descritto
brevemente come è organizzata questa grande struttura e come la sua
funzione sia cambiata nel corso di questi 25 anni, dovendo adeguarsi
per affrontare esigenze nuove e, come ogni “grande casa” che si
rispetti, le difficoltà incontrate sono sempre tante. Infine
Cristiano Beltrami ha sottolineato che la Casa dell'Accoglienza si è
sempre impegnata per dare una parziale risposta alle esigenze della
città e del territorio in stretta collaborazione con tutte le
istituzioni.
Dopo un
breve filmato che ha ripercorso, attraverso numerose immagini, i 25
anni della Casa dell'Accoglienza, la parola è passata a mons.
Giancarlo Perego che ha svolto un'ampia ed interessante relazione sul
tema dell'accoglienza a Cremona e in Italia dagli anni Ottanta ad
oggi. Molti i dati snocciolati durante il suo intervento, ne basti
uno fra tutti: se nel 1988, anno in cui venne inaugurata la Casa
dell'Accoglienza, gli immigrati a Cremona e provincia erano poco di
1500, dopo 25 anni si è passati ad oltre 40 mila, molti dei quali si
sono stabiliti nel nostro territorio iniziando un percorso di
integrazione.