16 novembre 2013

Celebrati in Comune i 25 anni della Casa dell'Accoglienza


25 anni di accoglienza in Italia e a Cremona. Questo il tema dell'incontro istituzionale che si è svolto questa mattina nella Sala dei Quadri di Palazzo Comunale, iniziativa organizzata dal Comune, in collaborazione con la Caritas Diocesana, quale momento celebrativo dei 25 anni di fondazione della Casa dell'Accoglienza di Cremona. Al tavolo dei relatori il sindaco Oreste Perri, il vescovo di Cremona, mons. Dante Lafranconi, l'assessore alle Politiche Sociali Luigi Amore, il direttore della Caritas Diocesana don Antonio Pezzetti, il direttore della Casa dell'Accoglienza, Cristiano Beltrami, e mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, già direttore della Caritas Cremonese dal 1997 al 2002. L’incontro si inserisce nel ricco ed intenso programma della “Settimana della Carità” promossa dalla Caritas Diocesana.

E’ trascorso già un quarto di secolo da quel 12 novembre in cui veniva inaugurata la Casa dell’Accoglienza, aperta anche il giorno seguente (festività di S. Omobono) alla visita dei cremonesi, accorsi in gran numero a conoscere la nuova struttura, già sede del Collegio Gregorio XIV: una straordinaria affluenza di persone che fu, da subito, emblema dell’attenzione che la città poneva a questo nuovo “segno” della Chiesa cremonese, strumento di carità attento alla persona nei suoi bisogni più immediati. Un lungo cammino che ha saputo cogliere ed affrontare da allora le nuove e crescenti emergenze sociali.

Si rinnovava così, come disse in quell’occasione il vescovo Enrico Assi, la tradizione di carità della Chiesa cremonese, una tradizione che risale alla figura del nostro Patrono, S. Omobono, “Padre di Poveri, che la nostra comunità ha celebrato pochi giorni fa. Prendeva vita una struttura che ospita gli uffici della Caritas, una serie di alloggi per sacerdoti quiescenti e un servizio mensa rivolto alle persone ospitate, ma anche agli esterni in quanto i prezzi calmierati sono davvero un’importante opportunità che porta anziani e persone, con risorse economiche limitate, a rivolgersi alla struttura sia per il pranzo che per la cena. Nel complesso, dunque, un vero e proprio insieme di servizi alle persone fragili, ma anche luogo dove disagio, emarginazione e normalità tentano di incontrarsi e di dialogare per accorciare le distanze sociali.

Nel suo saluto introduttivo il sindaco Oreste Perri ha rimarcato come l'incontro, la conoscenza diretta delle persone che si dedicano all'accoglienza, al sostegno di chi ha bisogno sia fondamentale per conoscere l'importanza del lavoro che essi svolgono: nella maggior parte dei casi infatti è necessario rispondere a necessità immediate che non possono attendere.
Ricordo che il Centro di prima accoglienza, servizio del Comune, è situato all’interno della Casa dell'Accoglienza, che pertanto ha come destinatari primari persone segnate da un disagio a vari livelli – esistenziale, lavorativo, abitativo, fisico – o comunque individui o famiglie inviati dai servizi sociali oppure passati attraverso il centro di ascolto interno”, ha quindi aggiunto il sindaco.


E in questi 25 anni infatti la collaborazione tra il Comune la Casa dell’Accoglienza si è fatta sempre più stretta: l’ex sede del Collegio Gregorio XIV è divenuta infatti anche per l’Amministrazione Comunale un punto di riferimento importante in molteplici occasioni.
D'altra parte, attraverso i molti servizi che la Casa presenta si è realizzato, come avevo detto con lungimiranza il Vescovo Assi, un osservatorio di tutte le povertà, oltre che una scuola di formazione di volontariato generoso, un laboratorio per esperienze educative, di sostegno, oltre che un luogo di dialogo, di collegamento e collaborazione con le istituzioni pubbliche.
Tutto questo si è rafforzato grazie anche al contributo della comunità locale che, tutta insieme, dimostrando unità d’intenti di fronte alle nuove forme di povertà e alle nuove immigrazioni, è stata capace di dotarsi di strumenti atti a concorrere alla realizzazione di un sistema di servizi che corrisponde ai bisogni del territorio e della popolazione, coerentemente con i principi costituzionali della solidarietà, della partecipazione, del rispetto e della valorizzazione di ogni persona.

La Caritas diocesana – hanno detto all'unisono il sindaco Perri e l'assessore Luigi Amore - adempie ogni giorno attraverso l’impegno nel curare e sensibilizzare alla carità verso le persone e le comunità in difficoltà, nella città e nel territorio cremonese, a promuovere il volontariato, verso chi soffre, per ridargli speranza e dignità. A titolo personale e dei cittadini tutti rivolgiamo un sincero ringraziamento a tutti gli operatori della Caritas diocesana, a partire dal suo direttore, don Antonio Pezzetti. Grazie di cuore per l’impegno e la dedizione a favore di persone bisognose alle quali vengono dati non solo assistenza ed accoglienza ma anche conforto, sostegno morale, incoraggiamento, restituendo dignità a chi versa in situazione di indigenza. Il vostro impegno è uno sprone anche per noi ad andare avanti in questo periodo di grande difficoltà dove, purtroppo, chi fa veramente accoglienza, nel senso più completo del termine, perché accoglienza significa mettere al centro le persone”.


Il Vescovo Dante Lafranconi, prendendo la parola, ha dichiarato che accoglienza non significa solo trovare un posto e dare ospitalità a chi non sa dove andare, ma anche aprire il proprio cuore, le braccia a chi soffre o vive una situazione di disagio. Se in passato, ha quindi aggiunto mons. Lafranconi, l'accoglienza riguardava solo gli italiani in situazione di povertà o di bisogno, con il passare del tempo, con i mutamenti epocali che si sono verificati, ci si è trovati di fronte ad un vero e proprio salto di qualità: non è più possibile infatti fare distinzioni, ma agire a 360° di fronte ai flussi migratori che negli ultimi tempi si sono andati susseguendo. Per questo, ha detto il presule, è necessario aprire la nostra mente alle famiglia universale che tutti desideriamo mettere in atto per un futuro di pace perché senza la pace, ma con la guerra e la fame, la gente continuerà ad essere costretta a fuggire dalla terra dove è nata e vorrebbe vivere.

Se don Antonio Pezzetti ha ricordato come la Settimana della Carità sia stata pensata per riflettere su vari temi di grande attualità, tra i quali si colloca anche quello dell'accoglienza, Cristiano Beltrami, nella veste di direttore della Casa dell'Accoglienza ha descritto brevemente come è organizzata questa grande struttura e come la sua funzione sia cambiata nel corso di questi 25 anni, dovendo adeguarsi per affrontare esigenze nuove e, come ogni “grande casa” che si rispetti, le difficoltà incontrate sono sempre tante. Infine Cristiano Beltrami ha sottolineato che la Casa dell'Accoglienza si è sempre impegnata per dare una parziale risposta alle esigenze della città e del territorio in stretta collaborazione con tutte le istituzioni.

Dopo un breve filmato che ha ripercorso, attraverso numerose immagini, i 25 anni della Casa dell'Accoglienza, la parola è passata a mons. Giancarlo Perego che ha svolto un'ampia ed interessante relazione sul tema dell'accoglienza a Cremona e in Italia dagli anni Ottanta ad oggi. Molti i dati snocciolati durante il suo intervento, ne basti uno fra tutti: se nel 1988, anno in cui venne inaugurata la Casa dell'Accoglienza, gli immigrati a Cremona e provincia erano poco di 1500, dopo 25 anni si è passati ad oltre 40 mila, molti dei quali si sono stabiliti nel nostro territorio iniziando un percorso di integrazione.


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