Oggi,
7 gennaio, ricorre la Festa del Tricolore. Il Comune di Cremona per
celebrare la ricorrenza ha collocato alcune bandiere tricolori alle
finestre di Palazzo Comunale e spostato nella sala d'ingresso del
Palazzo, a SapazioComune, la bandiera storica donata al Comune nel
2002 (solitamente esposta nella Sala della Consulta) per ricordare ai
cittadini questa importante giornata.
La
Bandiera esposta era di Luigi Fay, capo partigiano, che negli anni
dal 1943 al 1945 coordinava l'espatrio in Svizzera dei perseguitati
politici ed ebrei. Dall'aprile 1945 lo storico vessillo tricolore è
stato presente nelle sfilate del Comitato Nazionale di Liberazione a
Milano ed in altre città. Nel 1962 è stato donato al direttore di
Evoluzione Europea e, per 50 anni, in occasione di ricorrenze
storiche e mazziniane, ha sventolato in diverse città. Il 25 aprile
2012, dopo aver sfilato, per la prima volta a Cremona, è stato
donato alla nostra città.
Il
tricolore italiano quale bandiera nazionale nasce a Reggio Emilia il
7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su
proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta "che si renda
universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde,
Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella
Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti". Ma perché
proprio questi tre colori? Nell'Italia del 1796, attraversata dalle
vittoriose armate napoleoniche, le numerose repubbliche di
ispirazione giacobina che avevano soppiantato gli antichi Stati
assoluti adottarono quasi tutte, con varianti di colore, bandiere
caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, chiaramente
ispirate al modello francese del 1790.
E
anche i reparti militari "italiani", costituiti all'epoca
per affiancare l'esercito di Bonaparte, ebbero stendardi che
riproponevano la medesima foggia. In particolare, i vessilli
reggimentali della Legione Lombarda presentavano, appunto, i colori
bianco, rosso e verde, fortemente radicati nel patrimonio collettivo
di quella regione: il bianco e il rosso, infatti, comparivano
nell'antichissimo stemma comunale di Milano (croce rossa su campo
bianco), mentre verdi erano, fin dal 1782, le uniformi della Guardia
civica milanese. Gli stessi colori, poi, furono adottati anche negli
stendardi della Legione Italiana, che raccoglieva i soldati delle
terre dell'Emilia e della Romagna, e fu probabilmente questo il
motivo che spinse la Repubblica Cispadana a confermarli nella propria
bandiera. Al centro della fascia bianca, lo stemma della Repubblica,
un turcasso contenente quattro frecce, circondato da un serto di
alloro e ornato da un trofeo di armi.
Il
17 marzo 1861 venne proclamato il Regno d'Italia e la sua bandiera
continuò ad essere, per consuetudine, quella della prima guerra
d'indipendenza. Ma la mancanza di una apposita legge al riguardo -
emanata soltanto per gli stendardi militari - portò alla
realizzazione di vessilli di foggia diversa dall'originaria, spesso
addirittura arbitrarie. Soltanto nel 1925 si definirono, per legge, i
modelli della bandiera nazionale e della bandiera di Stato.
Quest'ultima (da usarsi nelle residenze dei sovrani, nelle sedi
parlamentari, negli uffici e nelle rappresentanze diplomatiche)
avrebbe aggiunto allo stemma la corona reale.
Dopo
la nascita della Repubblica, un decreto legislativo presidenziale del
19 giugno 1946 stabilì la foggia provvisoria della nuova bandiera,
confermata dall'Assemblea Costituente nella seduta del 24 marzo 1947
e inserita all'articolo 12 della nostra Carta Costituzionale.