Un momento
di riflessione, di confronto e di formazione. Con queste parole
l'assessore all'Area vasta del Comune di Cremona, Andrea Virgilio,
nella veste di moderatore, ha introdotto i lavori del convegno Quando
il fiume è condiviso. Informare e formare sul Contratto di fiume,
tenutosi questa mattina nella Sala Puerari del Museo Civico alla
presenza dei consiglieri regionali Agostino Alloni e Carlo Malvezzi,
di amministratori locali, rappresentanti di ordini professionali,
associazioni, istituzioni pubbliche e private.
Per
l'assessore Virgilio, in questo frangente, che vede la modifica degli
assetti organizzativi delle province, destinate a diventare area
vasta, è fondamentale che un tema come quello del rilancio del
bacino dl fiume Po venga affrontato attraverso una condivisione di
tutti i territori interessati, ma anche prendendo spunto dalle buone
pratiche che in altri contesti hanno portato a dare vita ad un
contratto di fiume, che si configura come strumento di programmazione
negoziata strettamente connesso a processi di pianificazione
strategica per la riqualificazione dei bacini fluviali. L'importanza
dell'incontro è stata sottolineata dalla presenza dei sindaci di
Cremona, Piacenza e Casalmaggiore che, da tempo, hanno iniziato una
collaborazione su diversi temi tra i quali anche il Po, il grande
fiume visto come una risorsa da valorizzare per lo sviluppo
dell'intero territorio sotto ogni suo aspetto, economico, culturale, turistico, ambientale, sociale e sportivo.
E proprio
il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, nel saluto rivolto
al pubblico ed ai relatori, dopo avere sottolineato il legame che sin
dal suo insediamento ha instaurato con i due colleghi, ha definito il
rilancio del bacino di Po una visione strategica da interpretare come
una sorta di svolta che può avere una portata storica, non solo per
il nostro territorio, per la Lombardia e l'Emilia Romagna, ma per
l'intero Paese ed anche per l'Europa. Su questo tema è infatti
necessaria una riflessione molto seria in un'ottica di area vasta che
coinvolga, senza alcuna distinzione, la riva destra e quella sinistra
del Po, individuando una strategia condivisa da perseguire. La
volontà è di costruire un contratto di fiume attraverso la
condivisione di un percorso e di una progettualità con gli enti
locali della nostra provincia certamente, ma anche si tutte le altre
realtà territoriali. Il fiume Po, ha sottolineato il sindaco
Galimberti, per tutte le sue valenze storiche, economiche, sociali,
culturali, costituisce un elemento di unione tra il nord e il sud
della Lombardia: per questo sono stati avviati contatti con i sindaci
di Brescia, di Bergamo e di Salò per iniziare a delineare un legame
più forte e strutturato di tutta la zona che gravita intorno al
grande fiume e che è collegato alla pianura padana. Ma questo
riguarda anche le due regioni coinvolte, la Lombardia e l'Emilia
Romagna, perché è necessario “spezzare” i confini, superare i
particolarismi, stabilendo un'alleanza dei territori che si prepari
ad una sfida importante: il rilancio del bacino del Po.
La parola
quindi al sindaco di Piacenza, Paolo Dosi, che, dopo avere
ricordato come in passato la sua città ha sempre avuto un legame
stretto con il fiume sotto molteplici aspetti, con i cambiamenti
radicali sopravvenuti, ha detto che il Po è diventato un elemento
quasi estraneo, sentito come qualcosa di lontano. In questo Cremona è
riuscita a fare certamente di meglio e di più, anche per la sua
diversa posizione e conformazione, ma ora è giunto il momento che il
Po, anche per Piacenza, torni ad essere meta di frequentazione
quotidiana, di un luogo vissuto, sfruttandone tutte le sue
potenzialità. Da qui la perfetta sintonia con Cremona a ragionare in
modo condiviso, coinvolgendo tutti i Comuni che sorgono sulla sponda
del fiume, senza distinzioni tra territori, perché un obiettivo è
vincente se viene perseguito insieme. Dunque massima disponibilità
alla collaborazione per restituire al Po la funzionalità perduta.
Infine, il
sindaco di Casalmaggiore, Filippo Sangiovanni, ringraziando
per il ruolo che Cremona sta svolgendo in questo percorso dal forte
valore strategico, ha sottolineato che la sua città vive il fiume da
sempre molto da vicino, visto che sorge proprio a ridosso del Po.
Bongiovanni ha poi elencato brevemente tutti gli interventi fatti nel
corso degli anni nel territorio che circonda Casalmaggiore, come, ad
esempio, la realizzazione del Parco della golena del Po, e di tutti
le altre opere di natura ambientale, sportivo e turistico. Citando
infine la sottoscrizione, nel marzo del 2014, della Carta del Po,
grazie all'impegno di Damiano Chiarini, ha detto che Casalmaggiore è
pronta a lavorare per costruire un contratto di fiume volto al
rilancio di una grande risorsa del nostro patrimonio naturale.
Dopo
l'apertura dei lavori da parte dei tre sindaci, Francesco Puma, segretario dell'Autorità di bacino, ha svolto un'introduzione sulla
pianificazione strategica del fiume Po. A seguire, vi è stato
l'intervento di Massimo Bastiani, coordinatore del Tavolo
nazionale Contratti di Fiume, intesi come strumenti di cambiamento.
Spazio poi alla descrizione delle esperienze in corso con Viviane
Iacone, dirigente di Regione Lombardia, Struttura Pianificazione,
Tutela e Riqualificazione delle risorse idriche; di Rosanna Bissoli,
responsabile del Servizio di tutela e risanamento risorsa acqua della
Regione Emilia Romagna; di Laura Mosca, coordinatore
tecnico-scientifico del Contratto di Foce Delta del Po, e di
Giancarlo Mantovani, direttore del Consorzio di Bonifica Delta
del Po.
Come hanno
sottolineato gli amministratori al termine dei lavori, oggi è
iniziato un percorso che vede esigenze condivise e trasversali sulle
quali l'impegno dovrà essere massimo.