Alle
presenza delle massime autorità civili e militari cittadine e del
senatore Luciano Pizzetti, Sottosegretario alle Riforme
costituzionali e ai rapporti con il Parlamento, è stato commemorato
questa mattina, nel cortile Federico II di Palazzo Comunale, il 71°
anniversario dell'8 settembre 1943, data dell'armistizio e
dell'inizio della Resistenza. La cerimonia, organizzata
dall'Amministrazione Comunale, dall'Associazione Nazionale Partigiani
d'Italia, dall'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani e
dall'Associazione Nazionale Divisione Acqui, si è aperta con
l'intervento del sindaco Gianluca Galimberti che, nel suo intervento,
ha sottolineato, fra l'altro, che ci sono alcune commemorazioni che ci
aiutano a ripercorrere tappe importanti di un lungo percorso che,
dalla distruzione e dalle macerie, ha condotto al sorgere di un'epoca
di ricostruzione e di un sentimento di fratellanza tra i popoli
europei. L'8 settembre è una di queste. Una data importante, punto
di partenza di un cammino che culminerà con la celebrazione del
centenario, per l'Italia, dell'inizio della prima Guerra mondiale, e
con il 70° anniversario della fine della seconda Guerra mondiale.
Il sindaco,
parlando a braccio, ha poi detto che il primo significato di questa
ricorrenza è di rivivere un nuovo 8 settembre, quale ripresa di una
coscienza civile che è stata spesso smarrita negli ultimi anni,
quale simbolo inoltre di cambiamento, di assunzione di
responsabilità, di uscita da logiche meramente conflittuali, per
guardare così al futuro, ai prossimi anni senza divisioni, con unità
di intenti e di progetti per il bene comune. Per il primo cittadino,
il 24 maggio, il 25 aprile e il 2 giugno sono le tre date nelle quali
tutti i cittadini devono sentirsi parte di una stessa nazione senza
distinzioni di sorta.
Il sindaco
Galimberti ha quindi allargato il suo intervento a quanto sta
accadendo in Ucraina, alle guerre che dilaniano il Medio Oriente e ai
conflitti nel Nord Africa: si tratta di una situazione di fronte alla
quale il nostro Governo deve agire compatto nel più vasto di
un'Europa vista come unione di popoli che come tale deve agire in una
logica di rappresentanza unitaria.
Infine
l'auspicio, da parte del sindaco, che la nostra città, il nostro
territorio, nella sua azione, sia simbolo di pace intesa come giusta
convivenza lontana da logiche di conflitto, e l'impegno a dare vita
ad un progetto culturale che, già a partire dai prossimi mesi, tenga
viva nella memoria di tutti e soprattutto delle nuove generazioni la
memoria di due date che hanno profondamente segnato la storia del
nostro Paese: l'inizio della prima e la fine della seconda guerra
mondiale.
Dopo
l'intervento del sindaco, ha preso la parola il prof. Mario Coppetti,
che, a nome delle Associazioni Partigiane, ha ricordato i drammatici
avvenimenti che a Cremona segnarono l'8 settembre.
La
cerimonia si è conclusa con la deposizione di una corona di alloro
alla lapide che ricorda i Caduti della Resistenza ed i Martiri di
Cefalonia posta sotto i portici del cortile Federico II.
Prima del
momento ufficiale, promosso dalla sezione di Cremona
dell'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani, si è tenuto un
momento di preghiera al Civico Cimitero, davanti al monumento che
ricorda i caduti di Cefalonia, mentre nel pomeriggio, nella Sala dei
Quadri di Palazzo Comunale, è stato presentato il libro "Cefalonia,
l'esercito fantasma" del giovane scrittore cremonese Marco
Fornasari, intervistato da Silvio Masullo.