Una
giornata indimenticabile per Cremona, per la tutta la gente che l'ama
e che ne sa apprezzare la sua tradizione artistica e culturale. E'
quella di oggi che ha visto radunarsi, nel pomeriggio, in piazza
Marconi, tante persone per assistere alla cerimonia di inaugurazione
del Museo del Violino. All'ingresso, ad attendere gli ospiti, il
sindaco Oreste Perri, giustamente orgoglioso in un momento
così importante per la città. Il primo cittadino ha accolto il
ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo Massimo
Bray, l'on. Antonio Tajani, vice presidente della
Commissione Europea, Cristina Cappellini, assessore regionale
alle Culture, Identità ed Autonomie. Insieme a loro i parlamentari
Pierluigi Bersani, Giulo Tremonti, Cinzia Fontana,
Luciano Pizzetti, Franco Bordo, i consiglieri
regionali Carlo Malvezzi, Federico Lena e Agostino Alloni, il prefetto
Paola Picciafuochi, la presidente del Tribunale Ines
Marini, la Giunta al gran completo, e le altre massime autorità
civili e militari. Insieme a loro gli altri protagonisti di questo
appuntamento storico per Cremona: il cavaliere Giovanni Arvedi
e sua moglie, la signora Luciana Buschini.
Esistono
patrimoni fatti di conoscenze e di saperi che, a secoli di
distanza, sono rimasti intatti nella loro essenza. Uno di questi
patrimoni è l’arte liutaria e Cremona ne è la capitale.
E’
qui che la capacità unica di realizzare strumenti ad arco di
raffinata fattura si pone alla base di un’identità ben definita
che, nel solco di una tradizione di eccellenze di altissimo livello
artigianale, affonda le proprie radici nel tardo Rinascimento, per
giungere sino ai giorni nostri.
Gli
strumenti costruiti a Cremona hanno in passato determinato
l’evoluzione della cultura musicale occidentale e continuano ancora
oggi ad accompagnarne le espressioni più elevate.
In
un momento in cui tante eccellenze si contendono la ribalta mondiale,
Cremona ha agito con la determinazione della sua gente nel portare
avanti il prestigio della propria tradizione liutaria, per
preservarla e trasmetterla alle generazioni future e per vederla
riconosciuta dall’UNESCO quale patrimonio non solo italiano, ma
dell'intera Umanità. Il 'saper fare liutario' proprio di Cremona
caratterizza oggi più che mai, in tutto il mondo, la nostra città e
costituisce un vanto per l’Italia.
In
tale contesto si colloca l’apertura del Museo del Violino, che
rappresenta un momento importante non solo per la nostra città, ma
per tutto il mondo della musica e della liuteria, nazionale ed
internazionale.
Un
appuntamento che vivo con gioia e profonda emozione perché
rappresenta una vera sfida, tesa a dimostrare che la cultura, in
tutte le sue forme ed espressioni, può essere un valido motore di
rinnovamento e sviluppo.
Un
risultato reso possibile da un concorso virtuoso tra pubblico e
privato capace di attivare forme di mecenatismo civico e di
partnership tali da sopperire a risorse pubbliche purtroppo non
sempre adeguate ai bisogni.
Per
questo, insieme alla soddisfazione, desidero esprimere, a nome di
tutti i cremonesi che qui rappresento, sincera e profonda gratitudine
a Giovanni Arvedi ella signora Luciana Buschini, alla Fondazione
Arvedi-Buschini. Senza la loro capacità imprenditoriale, il loro
amore per la città e per la cultura, tutto questo non sarebbe stato
possibile.
Ringrazio
i componenti del Comitato Scientifico, il personale dell'Assessorato
alla Cultura, del Teatro Ponchielli, la dirigenza della Fondazione
incaricata di gestire questo nuovo complesso artistico e museale, e
tutti quanti si sono impegnati per dare vita al Museo del Violino: un
sogno che è divenuto realtà, l’inizio di un nuovo ciclo di vita
per la nostra città, che si proietta così verso il futuro, verso il
rinnovamento, ma nella tradizione delle sue radici culturali ed
artistiche.”
E'
stata quindi la volta del cavaliere Giovanni Arvedi, che ha
ricordato come il Museo del Violino nasce in uno dei palazzi più
significativi dell'architettura moderna italiana, recuperato con
l'antistante piazza Marconi dalla volontà di lasciare a Cremona un
ricordo della presenza della sua famiglia che qui vive e lavora da
oltre trecento anni. Se la parte esterna del palazzo, ha detto
Arvedi, è un inno al cotto cremonese, l'interno è una straordinaria
composizione architettonica disegnata dall'architetto Carlo Cocchia,
composta di tre settori: museo, auditorium ed aree espositive, la cui
scansione vien ritmata dalla luce.
Ha
quindi proseguito Arvedi: “Davanti a una scultura, un quadro, o
alcuni versi di poesia, a un brano di musica a molti sarà capitato
di provare un'intima emozione, un senso di gioia e di percepire che
di fronte a noi non c'è solo materia, un pezzo di marmo, di bronzo,
una tela dipinta, uno spartito musicale, ma qualche cosa di più
grande capace di toccare il cuore, di comunicare un messaggio, di
elevare il nostro animo. Così è stato con questa realizzazione, una
porta verso la cultura. Il Museo del Violino rappresenta per tutti
noi una sfida, dai liutai alle imprese, dalle istituzioni al mondo
culturale, siamo tutti chiamati ad uno sforzo che sappia riportare
Cremona ai vertici della liuteria mondiale, consegnando ai giovani un
patrimonio culturale e di valori da conservare ed esaltare.”
Antonio
Tajani, vice presidente della Commissione Europea, dopo avere
elogiato il mecenatismo dell'industriale Giovanni Arvedi e della sua
famiglia, che investe in tante imprese e nella sua città per ridare
ossigeno all'economia ed anche alla cultura, incarnando così un vero
modello sociale di mercato, ha parlato del Museo del Violino come
espressione della migliore politica di sviluppo del turismo, non solo
di quello culturale, in quanto la ripresa non la si crea con
l'austerità, ma anche con opere come questa. Per l'on. Tajani il
Museo del Violino costituisce una risorsa anche economica da inserire
negli itinerari europei e come eccellenza da mostrare al mondo in
occasione di EXPO 2015, che non rappresenta un'occasione solo per
Milano e la Lombardia, ma per l'Italia intera.
Per
l'assessore regionale Cristina Cappellini, in un momento
difficile economico come quello che stiamo attraversando, la cultura
rappresenta un elemento fondamentale, ma anche un risorsa spirituale
e morale, in grado di restituire il senso di un'identità, di
un'appartenenza che sembra smarrita. Per questo il Museo del Violino,
con il suo carattere fortemente innovativo, deve essere al centro del
grande evento rappresentato da EXPO 2015, perché contiene ciò che
di meglio rappresenta il passato della nostra terra ed anche il suo
futuro. Per l'assessore regionale è fondamentale per Cremona puntare sull'arte liutaria, gioiello di questo territorio.
I
saluti si sono conclusi con l'intervento del ministro Massimo
Bray, che ha ringraziato per l'invito rivoltogli ad essere
presente all'inaugurazione del Museo del Violino, struttura che ha
definito all'avanguardia. Riferendosi a Cremona, il ministro ha
parlato di una città ricca di storia e di tradizione, una tradizione
plurisecolare, tenuta viva da moltissimi, giovani e meno giovani.
Grazie alla passione e la dedizione di moltissimi, di Arvedi e del
Comune di Cremona, ha proseguito Bray, è stato possibile realizzare
un museo, un esempio importante per un Paese che crede che la cultura
debba essere una delle leve del rilancio.
“Questo è stato fatto - ha detto Bray - all'insegna del credere che la cultura vuol dire innanzitutto tutela
delle tradizioni, ma la cultura è anche ciò che crea ed unisce una
comunità, come quella che sta qui di fronte, fatta di grande
civiltà, una civiltà che ha saputo tenere viva una tradizione,
unica al mondo. Per questo è importante che il Governo fosse qui, un
Governo che ha fatto un decreto sulla cultura. Il saper fare un
violino è un'arte importante, un caso rarissimo che unisce culture
materiali ed immateriali. Un insieme di beni unici legati a questa
città che ne è piena. Grazie dunque alla lungimiranza di chi ha
creduto nella valorizzazione di questa tradizione, e ogni volta che
abbiamo di fronte un privato che crede giusto affiancare lo Stato
nelle tutela della cultura, lo dobbiamo ringraziare e portare ad
esempio. Il Museo è stato creato anche per accogliere la cultura
musicale: questo è molto bello, perché abbiamo bisogno di riportare
i giovani alla musica rivedendone il ruolo nelle scuole. Esperienze
come questa di Cremona permetteranno al turismo di essere una grande
leva del nostro Paese. Un turismo consapevole, come amo definirlo,
perché gli italiani sono consapevoli di ciò che posseggono.”
Prima
di impartire la benedizione, il vescovo di Cremona, mons. Dante
Lafranconi, ha richiamato il valore universale del linguaggio
musicale auspicando che aiuti a trovare la fraternità, ad esprimere
armonia tra i popoli per celebrare opere belle e grandi che proprio
della fraternità fanno un bene prezioso.
Alla
fine il sindaco Oreste Perri e il cavaliere Giovanni Arvedi hanno
tagliato insieme il nastro, sancendo così l'apertura ufficiale del
Museo del Violino, tra gli applausi della folla presente in piazza
Marconi e la musica della Fanfara provinciale dei Bersaglieri. Una grande e bella festa
per tutta la città.