26 novembre 2013

A 65 anni dalla morte, commemorazione del Sindaco Luigi Rossini

Presente il sindaco Oreste Perri, sabato 30 novembre, alle ore 9,30, al Civico Cimitero (comparto E, tumulo lettera D), attorno alla tomba dove riposa, si terrà, nel 65° della scomparsa, una breve cerimonia per ricordare la figura di Luigi Rossini, eletto Sindaco di Cremona dal Consiglio Comunale il 9 aprile 1946, e scomparso il 26 ottobre 1948 dopo lunga e grave malattia. La commemorazione è promossa dall'Associazione “Emilio Zanoni” e dalla Federazione Provinciale del P.S.I. con il patrocinio del Comune di Cremona. Hanno dato la loro adesione l'ANPI di Cremona (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) e l'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani di Cremona. Saranno presenti, tra gli altri, il prof. Mario Coppetti, il segretario provinciale del P.S.I. Paolo Carletti, e la signora Clara, figlia di Luigi (detto Gino) Rossini. Sarà inoltre quella l'occasione per onorare la memoria degli altri sindaci di Cremona provenienti anch'essi dalle fila del Partito Socialista: Attilio Botti, Bruno Calatroni, Arnaldo Feraboli, Emilio Zanoni.

*....... Pur con i limiti inevitabili in una situazione del genere, verrà da tutti riconosciuto al Sindaco Calatroni e alla Giunta del Cln di aver operato uno sforzo eccezionale (peraltro davvero disinteressato e non fazioso) per uscire dalla fase più acuta dell’emergenza, portando la città a svolgere positivamente le elezioni comunali democratiche - in cui per la prima volta voteranno anche le donne - che hanno luogo a Cremona il 24 marzo del 1946. Nelle elezioni del marzo ’46 in città il Partito Socialista è il primo partito, con 13.210 voti e 14 eletti; la D.C. ha 200 voti in meno e un pari numero di consiglieri, segue il PCI con 9 Consiglieri, quindi i repubblicani e i liberali. Nella seduta del 9 aprile il Consiglio comunale elegge quale Sindaco il socialista Luigi Rossini. Tra le forze antifasciste si è appena avviato a livello nazionale quel travaglio e quello scollamento che porterà presto alla spaccatura tra il centro da una parte e la sinistra dall’altra. A quelle tendenze politiche nazionali si aggiungono le divergenze locali. 
La DC inaugura un rapporto singolarmente contrastato: dopo che aveva scelto di starne fuori per qualche settimana accetta di entrare in Giunta a fine luglio, vi rimane diversi mesi, quindi ne esce ancora nell’ottobre ’47. Le prime discussioni consiliari vedono al centro il tema delle finanze comunali. Le risorse sono da ricavare principalmente con imposte sulla ricchezza, sostengono con enfasi le forze della sinistra, perché il Comune possa far fronte ai propri compiti, particolarmente gravosi verso la parte più debole della cittadinanza. La priorità va ai lavori pubblici ed alle attività edilizie sia per evidenti necessità di opere e di case sia per far fronte alla disoccupazione. L’accento va anche sull’approvvigionamento di generi alimentari in quanto sussistono ancora e sono da combattere con l’attivo intervento del potere pubblico locale fenomeni di borsa nera in carenza di generi di prima necessità. 
Altri temi di rilievo sono la municipalizzazione di servizi pubblici essenziali, l’istruzione e gli asili per l’infanzia, l’igiene pubblica e la sanità (allora non c’era il servizio sanitario gratuito per tutti), l’assistenza ad una grande massa di poveri. Si pensi che i prezzi nel 1947 sono 50 volte quelli di anteguerra mentre i redditi della gente erano cresciuti molto meno. Sussistono motivi di emergenza come il grande numero di sfrattati, sfollati, reduci, gente provvisoriamente messa in edifici di fortuna. L’amministrazione comunale, che si basa politicamente sull’asse PSI – PCI con cui la DC collabora parzialmente, affronta tutto ciò con grande impegno, cercando di interpretare al massimo i problemi ed i sentimenti popolari. Da questo punto di vista Rossini è stato forse il Sindaco più popolare della storia di Cremona. Purtroppo la sua salute era minata dalla tbc contratta nel corso della “grande guerra”, alla quale pertecipò come “ragazzo del 99” e dalla quale uscì come grande invalido. Nel 1948 la malattia si aggravò tanto che a metà anno dovette rassegnare irrevocabili dimissioni e il 26 ottobre morì, a soli 48 anni. Gino Rossini era stato perseguitato dal fascismo e aveva partecipato attivamente alla Resistenza. 
Di proverbiale onestà e morigeratezza, aveva anche rinunciato alla indennità di carica ed era morto nelle stesse condizioni di dignitosa modestia nelle quali aveva vissuto. È stato scritto che Rossini, essendo di professione rappresentante, non aveva esitato a perdere quei clienti per i quali si potesse dire che erano tali perché lui era il Sindaco.
Tra il 1945 ed il 1948, in particolare durante il suo mandato, il Comune oltre a far fronte ai drammi di ogni giorno avviò alcuni filoni di impegno strategico nel campo dell’edilizia (è stata se mai osservata a questo proposito una certa continuità nella scarsa attenzione per la conservazione di vestigia cittadine come baluardi e tratti ancora esistenti delle antiche mura, eliminati in quel periodo), della scuola e della cultura (nel 1947 viene avviata la Scuola di musica “Monteverdi”), dell’economia. In particolare nel 1946, alle Colonie padane, Rossini inaugura la Fiera Agricola ed Espositiva che si rafforzerà nel 1947 e 1948 con due sedi, Mercato bestiame e Piazza Marconi, e nel 1949 al Foro Boario.

*Dal libro Comuni . Sindaci . Società nella Cremona del '900 di Giuseppe Azzoni

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