29 dicembre 2014

Un welfare di legami: Cremona, Crema e Casalmaggiore vincono il bando della Fondazione Cariplo e nasce un nuovo modello sociale

C’è proprio tutto il territorio cremonese in Well-fare Legami, il grande progetto vincitore del bando “Welfare di comunità e Innovazione sociale” di Fondazione Cariplo. Cremona, Crema e Casalmaggiore, insieme ai tanti enti che si occupano di ‘sociale’, per promuovere benessere e ricchezza relazionale quali esiti di un modello di welfare locale capace di generare valore e di promuovere cambiamento culturale e operativo. Il progetto, arrivato secondo al bando di Cariplo con un contributo deliberato pari a 1milione 500mila euro, è stato presentato nel corso di una conferenza stampa alla presenza dell’assessore al Welfare di comunità, servizi alle famiglie e alla persona del Comune di Cremona Mauro Platè, dal vice sindaco con delega al Welfare del Comune di Crema Angela Beretta e da Cesare Macconi, vicepresidente di Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona. Tanti i partner del progetto, oltre a Comune di Cremona e Comune di Crema: Provincia di Cremona, Camera di Commercio di Cremona, Fondazione Comunitaria Provincia di Cremona, Azienda Sociale del Cremonese, Confcooperative Cremona, Legacoop Lombardia, Consorzio Casalasco Servizi Sociali, Comunità Sociale Cremasca, Consorzio Arcobaleno di Crema, Consorzio Sol.Co di Cremona, Cisvol di Cremona. Alla presentazione hanno partecipato rappresentanti del mondo della cooperazione, del volontariato, del Terzo Settore, delle organizzazioni sindacali e della scuola.

Il progetto considera le persone come risorsa, come soggetti attivi chiamati a recuperare, mantenere e vivere responsabilmente il proprio percorso di vita all’interno della propria comunità e fattore di reciprocità tra la singola persona in difficoltà, altre persone che condividono il problema e l’intera comunità, come insieme di legami, relazioni, scambi che generano opportunità, crescita e possibilità di arricchimento reciproco e collettivo.

Il miglioramento che tale iniziativa si prefigge di raggiungere consiste nel superamento della condizione di fragilità connessa all’isolamento relazionale, alla mancanza di reti familiari e amicali e alla limitata possibilità di accesso alle opportunità e alle condizioni di benessere che rendono possibile un progetto di vita personale e comunitario. 

“Fondazione Cariplo – ha dichiarato l'assessore Mauro Platè – ha riconosciuto la validità di questo progetto, frutto di un lungo lavoro di studio e di confronto tra molti soggetti, anche perché mette al centro la persona ed i bisogni della famiglia. E' l'esempio di come sia necessario implementare un nuovo sistema di welfare che deve arrivare alla sostenibilità: non ci troviamo infatti soltanto davanti ad un progetto di grande porta (si tratta di un investimento complessivo superiore ai tre milioni di euro), che coinvolge l'intero territorio, ma anche ad un modello in grado di promuovere un cambiamento culturale nell'approccio al sistema sociale, costruendo appunto legami tra soggetti, dal non profit al profit, che mettono insieme le loro esperienze, valorizzandole, puntando sulle competenze e, di conseguenza, potenziando il sistema di governance territoriale di fronte ad una platea sempre più vasta di persone versano in difficoltà”. 

“Può essere questo un modello da prendere ad esempio – ha concluso l'assessore Platè – soprattutto in un momento come questo in cui il sistema dei servizi territoriali, pubblici e privati, chiamati a intervenire per prevenire e fronteggiare la vulnerabilità è a rischio di tenuta”. 

Un aspetto sottolineato anche dall'assessore al Welfare del Comune di Crema, Angela Beretta, che, dopo avere evidenziato il faticoso ma fondamentale lavoro compiuto per arrivare ad un progetto condiviso, ha detto che inizia un percorso in cui ognuno porterà la propria esperienza, creando quei legami senza i quali non sarebbe possibile affrontare le nuove povertà. Infine, Cesare Macconi, ha evidenziato come Fondazione Cariplo è attenta a valorizzare il sistema di alleanze che si creano sui territori, soprattutto in capo sociale, e Fondazione Comunitaria seguirà da vicino il cammino e l'evoluzione del percorso che tutte le numerose realtà coinvolte stanno per intraprendere.

Gli obiettivi: legami nella comunità e nei mondi del sociale

Questi gli obiettivi del progetto ‘Well-fare legami'. Creare legami nella comunità, intercettare i soggetti vulnerabili in ottica partecipativa e preventiva, per gestire i problemi attraverso l’attivazione delle risorse della comunità; favorire la revisione complessiva del modello di lavoro sociale mediante l’investimento sul lavoro di comunità quale asse portante del servizio sociale professionale e attraverso l’incontro con altri attori che operano per la promozione del welfare locale; sviluppare opportunità d’incontro, di socializzazione e di aggregazione delle persone nei luoghi di vita. Creare legami tra i mondi del sociale e del profit, ovvero guardare allo sviluppo del territorio sulla base della qualità del tessuto sociale e della vita lavorativa e privata di ogni singolo individuo; favorire percorsi di attivazione delle persone per l’autonomia e la piena realizzazione dei propri progetti di vita; ristrutturare i processi di accesso e (ri)collocamento al lavoro di persone in situazione di fragilità.

Le strategie: dai laboratori di comunità al fundraising comunitario

Cinque le strategie descritte. Il Patto gener-attivo per l’inclusione attiva e l’autonomia, che allarga la logica della presa in carico, orientando verso la costruzione di un’alleanza tra beneficiario e attori sociali introducendo reciprocità tra supporto e restituzione alla comunità. Laboratori di comunità per coinvolgere persone e attori di un contesto (quartieri, paesi, luoghi di lavoro) per leggere insieme i problemi, ascoltare i bisogni e progettare le modalità di intervento. Incroci in comunità (Civic Center) per introdurre una modalità operativa fondata su dinamiche di aggregazione della domanda, valorizzando le risorse delle famiglie (domanda pagante), attivando azioni di coordinamento dell’offerta (coopetition), secondo il modello win win. Wel(l)fare LAB: percorso di ricerca-azione attorno al rapporto tra i nuovi fenomeni di vulnerabilità e le culture professionali dei diversi attori del welfare locale. Piano di Fundrasing comunitario e di comunicazione.

I risultati: persone responsabilizzate e sostenibilità

Il progetto si prefigge alcuni risultati. La trasformazione dell’intervento di welfare e della spesa sociale secondo un modello che fronteggi le vulnerabilità in grado di investire sulla capacità delle persone attraverso azioni di responsabilizzazione e attivazione del contesto, in maniera inclusiva. L’introduzione di elementi di sostenibilità del sistema di welfare che abbandona il paradigma domanda/risposta individuale e che riconosce la comunità quale “intelligenza collettiva” in grado di individuare i problemi, leggere i fenomeni e attivare percorsi innovativi di soluzione. La definizione di una strategia “comunitaria e generativa” all’interno degli strumenti di programmazione della spesa sociale nel territorio di riferimento (piano di zona). L’avvio di un processo d’investimento nella cultura professionale degli operatori del welfare (servizi sociali, servizi per il lavoro, servizi educativi) e dei policy maker finalizzato a riqualificare l’azione sociale nella logica generativa e comunitaria


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