18 dicembre 2014

Presentato l'Annuario Statistico del Comune di Cremona 2014


Il numero dei residenti torna a scendere, l'età media dei cremonesi ha raggiunto quota 46.4 , di poco più alta di quella degli anni scorsi ma di ben 6 anni più alta rispetto a 30 anni fa, gli stranieri residenti si sono ridotti del 3.2%, facendo così registrare la prima variazione negativa da quando l’immigrazione dall’estero ha iniziato ad interessare il nostro paese. Ci si sposa di meno e in età più avanzata, mentre la nascita dei figli non sembra più essere strettamente legata al matrimonio come nel passato, anche recente. Le condizioni del mercato del lavoro si sono fatte ancora più difficili, soprattutto per i giovani, sicuramente il segmento della popolazione in età lavorativa maggiormente colpito. La crisi sta cambiando inoltre la geografia delle forme contrattuali con posti di lavoro sempre più precari. Buone notizie arrivano invece dal turismo con un aumento degli gli arrivi e dei pernottamenti. Un'altra buona notizia arriva anche dal numero dei visitatori nei musei della città che, per il secondo anno, ha sfiorato quota 100.000 visitatori consolidando il trend di crescita degli ultimi anni. Inoltre le prospettive sono quelle di una ulteriore crescita. Così come positivo è il fatto che le strade nel circondario del Comune di Cremona stanno diventando sempre più sicure. E' aumentato quindi il numero dei reati denunciati. Questi, in estrema sintesi, gli aspetti più significativi che emergono dall'Annuario Statistico del Comune di Cremona 2014 presentato questa mattina nella Sala Eventi di SpazioComune.

“Lo studio e la lettura dei dati – ha detto il sindaco Gianluca Galimberti che ha partecipato all'iniziativa – sono condizioni imprescindibili per amministrare e sono la base dalla quale partire per le scelte da compiere, per individuare le priorità. Questi dati, che analizzeremo con attenzione, permettono di controllare e verificare le azioni svolte ed intervenire laddove serve”. “In una società complessa e che sta mutando rapidamente – ha proseguito il sindaco – altrettanta importanza va riservata anche ai flussi di dati che provengono periodicamente, soprattutto in determinati ambiti. Gli strumenti informatici, che vanno implementati, in questo sono certamente utili, ma serve un cambio di mentalità da parte di chi amministra e da parte della classe dirigente in genere: i dati vanno infatti studiati e approfonditi per assumere le decisioni, ma anche per fare verifiche su quanto è stato intrapreso”.

Impostazione condivisa dall'assessore all'Innovazione con delega ai Servizi Statistici Maurizio Manzi, secondo il quale per pianificare occorre una conoscenza approfondita dei dati che riguardano molteplici aspetti e che hanno implicazioni di carattere economico e sociale. Da qui la volontà, per il futuro, di arricchire l'Annuario con ulteriori informazioni e indicatori.

 “Un annuario statistico – ha dichiarato Enrico Fabrizi, docente del Dipartimento di Scienze economiche e sociali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore (Sede di Piacenza) prima di illustrare nel dettaglio i contenuti del documento - contiene dati su aspetti molto diversi della realtà cittadina: la demografia, le istituzioni sociali che regolano il vivere insieme, la salute, l’ambiente, l’economia, la sicurezza dei cittadini. Nel leggerle, anno dopo anno, la prima impressione è che le cose cambino lentamente o non cambino. Una lettura più attenta rivela invece i cambiamenti profondi che stiamo attraversando, cambiamenti che, in un periodo di crisi economica, hanno preso un ritmo più sostenuto, lasciandoci la chiara impressione che la Cremona del futuro sarà diversa da quella che conosciamo ora”.

Uno sguardo d'insieme

La demografia evolve su tempi lunghi e in buona parte il 2013 ha confermato le linee di evoluzione che hanno riguardato la città negli ultimi anni, con un’eccezione. L’aspetto più macroscopico è il progressivo invecchiamento della popolazione. L’indice di dipendenza e quello di dipendenza senile hanno toccato nuovi record, così come l’età media dei cremonesi che ha raggiunto quota 46.4,. Nel 2013 sono nati 558 nuovi cremonesi, mentre ne sono morti 781. Un saldo naturale negativo che non fa più notizia e che riguarda la città dall’inizio degli anni ’80. Dall’inizio del nuovo secolo questa tendenza è sempre stata contrastata da un saldo migratorio positivo, sia da e per l’estero, sia interno al territorio nazionale. Nel 2013 questa tendenza si è però arrestata. Le cancellazioni dall’anagrafe hanno superato le iscrizioni di 513, facendo registrare alla popolazione del comune una contrazione di 736 abitanti e portandola da 72.137 a 71.401 (-1.03%). Per ritrovare contrazioni di questa dimensione dobbiamo tornare alla fine degli anni ’80 quando gli effetti della denatalità, ma non dell’immigrazione si erano dispiegati.




Rispetto al 2012, gli stranieri residenti si sono ridotti del 3.2%, facendo così registrare la prima variazione negativa da quando l’immigrazione dall’estero ha iniziato ad interessare il nostro paese. Per ora si tratta soprattutto degli effetti di spostamenti sul territorio nazionale anche se il saldo tra immigrati ed emigrati direttamente all’estero, ancorché positivo è il più basso degli ultimi anni. I residenti a Cremona che la lasciano per un altro paese incominciano ad essere un numero confrontabile con chi arriva nella città direttamente dall’estero.

Un altro aspetto in forte evoluzione riguarda il matrimonio e i modelli famigliari. Nel 2013 sono stati celebrati 212 matrimoni, un numero che si è mantenuto stabile negli ultimi tre-quattro anni. Di questi 127 sono stati celebrati con rito civile, i rimanenti 85 con rito religioso cattolico. In 33 matrimoni celebrati almeno un coniuge era straniero. Il numero più basso questo dal 2003 (ossia da quando abbiamo dati). I numeri relativamente stabili degli ultimi anni consolidano tuttavia la forte contrazione che ha riguardato il numero dei matrimoni nel medio periodo: negli ultimi quindici anni si sono ridotti di un terzo, e di più della metà per quelli celebrati con rito religioso. Su questo cambiamento influisce l’invecchiamento della popolazione e la minor consistenza della popolazione dei giovani.

Ma anche il fatto che il matrimonio rappresenta una scelta meno “universale” per le nuove generazioni rispetto alle precedenti o comunque un passo che viene compiuto più avanti. Meno del 10% dei cremonesi anziani oltre i 70 anni di età non è mai stato sposato mentre tra i cremonesi di età 30-34 celibi e nubili sono il 58.4%, percentuale che rimane al 42.3% anche nella classe d’età successiva (classe d’età 35-39); gli stessi numeri calcolati per l’anno scorso erano 2.5% e 1.8% più bassi, segno che lo scenario cambia in fretta e che il momento del matrimonio arriva più tardi, quando arriva.

Neppure la nascita dei figli sembra più essere strettamente legata al matrimonio come nel passato, anche recente. I figli naturali sul totale dei nati a Cremona nel 2013 sono stati il 32.6%, in oltre il 90% dei casi riconosciuti da entrambe i genitori. Dieci anni prima, nel 2003, la percentuale dei figli naturali sul totale dei nati era poco sopra il 18%.

Nell’anno scolastico 2013/2014 il numero di studenti iscritti nelle scuole cremonesi di ogni ordine e grado si è leggermente contratto, con l’eccezione degli asili nido dove la contrazione è stata invece molto marcata, soprattutto per quanto riguarda gli asili nido comunali (-52%) ma in misura molto minore anche per gli asili nido privati (-6%). Questi ultimi rappresentano una realtà importante nel soddisfacimento della domanda di scolarizzazione nella prima infanzia, raccogliendo il 73% dei bimbi iscritti agli asili del territorio comunale. Per tutti gli altri ordini di scuole le variazioni sono molto più contenute. Nelle scuole cremonesi circa un bambino su 6 è straniero residente, con percentuali un po’ variabili a seconda dell’ordine di scuola, dal 13% delle scuole superiori fino al 27% delle scuole materne. Una percentuale elevata quest’ultima ma pienamente in linea con la composizione per cittadinanza dei cremonesi delle età più basse (il 32% dei cittadini di meno di un anno di età non hanno infatti cittadinanza italiana).

Una sicura buona notizia arriva dal numero dei visitatori nei musei della città che per il secondo anno ha sfiorato quota 100.000 visitatori consolidando il trend di crescita degli ultimi anni. Inoltre le prospettive sono quelle di una ulteriore crescita: l’apertura del nuovo Museo del Violino che ha totalizzato 20.000 tra l’apertura di settembre 2013 e la fine dell’anno, lascia sperare che il patrimonio storico e artistico della città possa aumentare ancora la capacità di attrazione culturale.


Dal punto di vista del turismo sono stati analizzati gli arrivi e i pernottamenti in città e provincia di italiani e stranieri. Il 2013 è stato un anno positivo per il turismo a Cremona: sia gli arrivi (60785 nel 2013 contro 56985 nel 2012) sia i pernottamenti (119800 nel 2013 contro i 117588 nel 2012) sono aumentati. Nel 2013 sono aumentate le consistenze soprattutto di alloggi in affitto, alloggi agrituristici e Bed & Breakfast.


Le strade nel circondario del Comune di Cremona stanno diventando sempre più sicure. Lo
confermano i dati della Prefettura 2013 che segnalano una diminuzione degli incidenti rispetto al 2012 (-186) accompagnato anche da una diminuzione del numero di morti (-17), confermando il trend degli ultimi 10 anni che ha registrato una consistente diminuzione dei decessi per incidente stradale. Il numero di reati denunciati è aumentato nettamente attestandosi nel 2013 a 5504 (+1088) contro i 4416 del 2012.

Tra le tipologie di reato dominano i furti (il 54.1% del totale): quelli denunciati sono stati 2976, ben 607 in più del 2012. Sono aumentate anche le minacce (+61), i reati legati all’uso di sostanze stupefacenti (+40) e le estorsioni (+17). Tra le tipologie di reato la cui numerosità si è contratta segnaliamo i reati sessuali legati alla violenza e alla prostituzione.


Il 2013, a cui la maggior parte dei dati di questo annuario si riferiscono, continua ad essere un anno di grave crisi economica e per il mercato del lavoro può essere considerato l’anno peggiore dall’inizio della crisi. Le condizioni del mercato del lavoro si sono fatte ancora più difficili, soprattutto per i giovani, sicuramente il segmento della popolazione in età lavorativa maggiormente colpito. Se consideriamo il tasso di disoccupazione provinciale stimato da ISTAT sulla base della Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, abbiamo che la situazione a Cremona, si è deteriorata ulteriormente rispetto al 2012 superando di poco la media Lombarda, ma rimanendo al di sotto della media nazionale. Il tasso di disoccupazione per la provincia di Cremona si è attestato per il 2013 al livello del 8.8% . Il tasso di disoccupazione è un indicatore classico per la descrizione della situazione sul mercato del lavoro; tuttavia ha qualche limite: ad esempio non figurano nel novero dei disoccupati gli “scoraggiati” che hanno smesso di compiere azioni attive di ricerca di un posto di lavoro, così come non sono conteggiati tra i disoccupati i lavoratori che usufruiscono dei programmi di Cassa Integrazione Guadagni.



Anche con questi limiti un’analisi del tasso di disoccupazione disaggregato per età permette di vedere come il divario tra i giovani e il resto della popolazione si sia aggravato notevolmente con la crisi economica. Nel 2007, prima della crisi, il tasso di disoccupazione dei lavoratori di tutte le età era al 4%, quello per i lavoratori nella fascia d’età 15-29 del 7.7%; nel 2013 a fronte di un tasso di disoccupazione generale del 8.8%, quello per i giovani in età 15-29 ha raggiunto il 23.6%, con la disoccupazione giovanile maschile che supera quella femminile.

Considerazioni simili emergono anche dall’analisi dei dati raccolti dai Centri per l’Impiego nello svolgimento delle loro attività. Il numero di utenti classificati in stato di disoccupazione nel Centro per l’Impiego di Cremona è cresciuto, passando da 11485 del 2012 a 13105 alla fine del 2013. Tuttavia questo aggregato è sempre stato in crescita dal 2004 seppur non sempre ai tassi elevati dell’ultimo periodo; il suo aumento va letto come effetto congiunto della crisi in atto e del tentativo compiuto dai Centri per l’Impiego di migliorare la propria azione di sostegno al mercato del lavoro. E’ da notare come nel 2013 siano stati conteggiati, a differenza degli altri anni, il numero degli iscritti non attivi che ammontano a 4319. I dati forniti dai Centri per l’Impiego ci permettono di osservare come la crisi stia cambiando la geografia delle forme contrattuali, nella direzione di una maggior precarizzazione dei posti di lavoro. Se si considerano gli inserimenti al lavoro registrati dai Centri, si registra, tra 2011 e 2013, una riduzione dei i contratti a tempo indeterminato (da 3176 a 2442) e a progetto (da 972 a 750), ma un lieve aumento per quanto riguarda i contratti a tempo determinato (da 7444 a 7564) e somministrazione (da 2463 a 3085).

La crescente consapevolezza che i cremonesi dimostrano verso i problemi ambientali emerge dai dati relativi alla raccolta dei rifiuti forniti da AEM. La produzione di rifiuti pro-capite giornaliera si è mantenuta molto vicina al valore minimo toccato nel 2012 e lontana dai massimi raggiunti negli anni centrali del decennio scorso. Questo dato risente tuttavia del livello di attività economica; seppur positivo potrebbe risentire anche del riflesso indesiderato della crisi economica. Si consolida invece intorno al 50% la percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato appena sotto il record di 51% nel 2011.


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L’Annuario Statistico della Città di Cremona, giunto alla XI edizione, rappresenta la prima tappa di avvicinamento ad una maggiore conoscenza della realtà sociale ed economica della città. Consente inoltre di stimolare ulteriormente la voglia di conoscenza che può trovare il suo sviluppo naturale nelle 295 tavole (suddivise per Popolazione, Sanità, Istruzione e cultura, Clima, Ambiente e Territorio, Economia, Sicurezza, Personale).

L’Annuario, realizzato dall'Ufficio Statistica del Comune di Cremona attraverso la collaborazione con il Dipartimento di Scienze Economiche e Sociali dell’Università Cattolica del S. Cuore, sede di Piacenza e Cremona, costituisce un vero e proprio punto di raccolta e osservazione a livello locale che sistematizza e diffonde efficacemente le informazioni disponibili in ambito socioeconomico, mettendole a disposizione in modo organico e “certificato” per tutti gli utilizzatori potenziali e, in particolare, per i “decisori” locali.



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