Oggi i lavori
che coinvolgono l’area archeologica di scavo mirano innanzitutto a
preservarne le condizioni attuali, di preziosa testimonianza delle
passate stratificazioni: a questo sono dirette le operazioni di
pulitura e consolidamento degli intonaci di rivestimento, dipinti e
non; l’estrazione, mediante impacchi, delle efflorescenze saline
che affliggono le murature; il consolidamento delle profonde
fessurazioni che interessano i muri absidali e il contenimento,
attraverso stuccature, del materiale incoerente di riempimento degli
stessi, che tende a franare.
Accanto a questo, si sta effettuando un
lavoro di ripulitura delle aree, indispensabile dopo cinque anni, e
inteso anche come momento di manutenzione periodica nel futuro. I
lavori di restauro tuttavia non sono solo questo: vogliono essere
strumento per agevolare il pubblico nella lettura corretta dello
scavo.
Lo scopo è di aiutare il visitatore a riconoscere l’impianto
originario della basilica, risalente al X secolo, accanto ai resti,
pur presenti, dell’edificio funerario del V secolo, marcandone gli
ambiti con accorgimenti visivi che siano di più immediata lettura
rispetto a quelli attuali. Si vuole in sostanza rendere lo scavo
testimonianza viva e di approfondimento anche per il visitatore poco
esperto.