22 gennaio 2014

“Progresso e Passato”: una mostra sui reperti rinvenuti nel corso degli scavi del metanodotto Snam tra Cremona e Sergnano

Sarà inaugurata sabato prossimo, 25 gennaio, alle ore 17, al Museo Civico Ala Ponzone, la mostra Progresso e Passato, che ospita reperti archeologici provenienti dagli scavi effettuati tra il 2010 e il 2011 in occasione della realizzazione di un tratto del metanodotto Snam compreso tra Cremona e Sergnano. L’esposizione rimarrà aperta fino al 31 maggio. Promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, la mostra è realizzata in collaborazione con il Museo Civico Ala Ponzone di Cremona, che la ospita nelle sue sale, ed è stata possibile grazie alla sensibilità di Snam Rete Gas, che ha finanziato, oltre agli scavi, il restauro di alcuni reperti, l’allestimento della mostra e la realizzazione del catalogo. Un lavoro di squadra che ha consentito - nel rispetto dei tempi di realizzazione del metanodotto - non solo di salvaguardare le tracce del passato, ma anche di mettere a disposizione del pubblico i risultati delle ricerche, garantendo così la conservazione di testimonianze di alto valore storico per il territorio cremonese. Gli scavi sono stati diretti per la Soprintendenza dei Beni Archeologici della Lombardia da Lynn Arslan Pitcher e sono stati eseguiti dalla RA.GA. S.r.l. di Como, società specializzata in ricerca archeologica. Il risultato offre uno spaccato del popolamento del territorio cremonese che si estende nello spazio e nel tempo: lungo un tracciato di poco più di 70 chilometri sono stati infatti portati alla luce ben 66 siti, con una cronologia compresa tra l’età preistorica e i giorni nostri.


Nell’allestimento si è cercato di rendere percepibile il progredire del tempo, esponendo materiali da alcuni contesti significativi delle diverse epoche: si parte dagli oggetti in pietra lavorata e dai frammenti ceramici recuperati in un pozzetto neolitico ritrovato a Romanengo, per passare a alcuni recipienti dell’età del Bronzo in straordinario stato di conservazione (Cremona, loc. San Felice). Di grande impatto risulta, quindi, il corredo completo di un guerriero celta, databile al III secolo a.C., rinvenuto in una sepoltura presso Romanengo. Interessanti anche alcuni contesti correlabili a riti e pratiche votive di diversa cronologia, (un pozzo cultuale dell’età del Bronzo, una fossa votiva con palchi di cervo dell’Età del Ferro, un deposito collegato a rituali di fondazione da una villa di età romana).



Per l’età romana vengono inoltre puntualizzati due elementi che nell’occupazione del territorio appaiono distintivi e ricorrenti in molti dei siti indagati: le tracce della centuriazione e la diffusione nelle campagne delle villae rusticae, strutture che risultano la modalità insediativa preferenziale in questa zona di pianura. La frequentazione di queste aree non appare interrompersi in epoca tardo-antica, momento cui è riconducibile anche una tomba a inumazione alla cappuccina da Azzanello, della quale in mostra viene presentato il corredo.
Questo viaggio nella storia del Cremonese si conclude con la presentazione di alcune fornaci destinate alla produzione di laterizi, diffuse massicciamente a partire dall’epoca rinascimentale e collegabili alla costruzione di chiese e cascine che costellano la campagna.


Un altro aspetto che si è voluto sottolineare è quello relativo all’entità del lavoro e alla necessaria coordinazione e collaborazione che questo tipo di indagini comporta, a partire dallo scavo archeologico. Le attività di tutela e conservazione non si sono esaurite, infatti, con la fine dei lavori sul campo: il lavoro degli archeologi che hanno raccolto i reperti e i dati è stato approfondito da un gruppo di studio, formato da specialisti delle diverse epoche e discipline, e la fragilità delle testimonianze del passato ha richiesto la cura minuziosa di restauratori che ne hanno assicurato la migliore conservazione. A lato dell’esposizione sono previste anche alcune conferenze, che si terranno presso il Museo, nelle quali verranno approfondite alcune curiosità relative ai contesti più complessi emersi nel corso dei diversi ritrovamenti.

La mostra Progresso e passato – dichiara l'assessore alla Cultura Irene Nicoletta De Bona - costituisce un nuovo significativo momento della collaborazione del Museo Archeologico con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. La sinergia tra l’ente di tutela e il museo civico del territorio si conferma per quest’ultimo di vitale importanza, consentendo il continuo aggiornamento degli allestimenti e delle proposte di fruizione, alla luce di quanto via via emerge dall’attività di ricerca sul campo. Il migliore esempio è lo stesso allestimento del museo nella chiesa sconsacrata di San Lorenzo, che ha potuto giovarsi dei reperti rinvenuti nei recenti scavi di piazza Marconi. Il tema della mostra, ospitata negli spazi del Museo Civico Ala Ponzone, è particolarmente rilevante per la valorizzazione del territorio: gli scavi “preventivi” alla realizzazione del tratto di metanodotto Cremona-Sergnano, al di là della necessaria azione di tutela, hanno costituito infatti un’importante occasione di conoscenza storica, per un arco cronologico che dalla preistoria giunge fino all’alto medioevo. A pochi mesi dalla conclusione delle ricerche, tale patrimonio, grazie anche alla sensibilità di Snam Rete Gas, viene ora reso disponibile al pubblico attraverso l’esposizione museale dei reperti corredata da questo catalogo, che ne costituisce l’efficace strumento di divulgazione”.


Negli oltre 70 anni di storia della nostra azienda, abbiamo sempre coniugato gli obiettivi d’impresa con un profondo senso di responsabilità verso le comunità e i territori in cui operiamo, nella consapevolezza dell’importanza di aver sempre presenti i riflessi sociali, economici e ambientali delle nostre attività. Una convinzione che discende da un modello di business fortemente integrato con le esigenze del territorio. Interpretare responsabilmente l’approccio con il territorio e i suoi stakeholder rappresenta anche una chiave per migliorare l’efficienza dei processi di business e per il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Nello sviluppo delle infrastrutture il nostro approccio ha sempre conciliato crescita economica e tutela dell’ambiente. Principi che Snam Rete Gas ha saputo rendere concreti sviluppando best practice riconosciute anche a livello internazionale per ognuna delle fasi di lavoro: dalla progettazione ai monitoraggi ambientali, geomorfologici e vegetazionali ante e post operam, dalla realizzazione dell’infrastruttura all’attività di ripristino degli ecosistemi conseguente alla posa dei metanodotti e alla costruzione degli impianti di compressione. 
La realizzazione di oltre 32.000 km di rete su un’orografia complessa ed un territorio così ricco di storia come quello Italiano, ci ha impegnato a sviluppare un’attenzione profonda a tutela dei patrimoni della nostra penisola; ovunque la nostra attività ci ha portato naturalmente ad incontrare “le antiche vestigia” ed il nostro impegno è stato quello di conservare la memoria. Da sempre un’attenzione speciale viene rivolta alla salvaguardia del patrimonio archeologico cui sempre più intensamente vengono indirizzati l’impegno e le competenze di Snam Rete Gas. Il nostro obiettivo è quello di non disperdere le tracce di una memoria tangibile della storia del nostro Paese che affiora nel corso dei nostri lavori e di cui questo volume è un’accurata testimonianza.
Anche nel caso dei lavori di realizzazione del metanodotto Cremona-Sergnano, la scelta di affidarsi a team formati dai migliori specialisti, ha rappresentato il valore aggiunto che ha consentito di salvaguardare i ritrovamenti e di impedirne la dispersione. Siamo pertanto molto lieti di aver contribuito alla realizzazione di questo libro, che dimostra l’efficace e proficua cooperazione con la Soprintendenza per i Beni Archelogici della Lombardia e con il territorio, che ha consentito di ricostruire momenti e testimonianze della storia dell’antica comunità cremonese.

Luca Schieppati
Direttore Generale Operations Snam Rete Gas


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