Sarà
inaugurata sabato prossimo, 25 gennaio, alle ore 17, al Museo Civico
Ala Ponzone, la mostra Progresso e Passato, che ospita reperti
archeologici provenienti dagli scavi effettuati tra il 2010 e il 2011
in occasione della realizzazione di un tratto del metanodotto Snam compreso tra Cremona e Sergnano. L’esposizione rimarrà aperta fino
al 31 maggio. Promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia, la mostra è realizzata in collaborazione con il
Museo Civico Ala Ponzone di Cremona, che la ospita nelle sue sale, ed
è stata possibile grazie alla sensibilità di Snam Rete Gas, che ha
finanziato, oltre agli scavi, il restauro di alcuni reperti,
l’allestimento della mostra e la realizzazione del catalogo. Un
lavoro di squadra che ha consentito - nel rispetto dei tempi di
realizzazione del metanodotto - non solo di salvaguardare le tracce
del passato, ma anche di mettere a disposizione del pubblico i
risultati delle ricerche, garantendo così la conservazione di
testimonianze di alto valore storico per il territorio cremonese. Gli scavi
sono stati diretti per la Soprintendenza dei Beni Archeologici della
Lombardia da Lynn Arslan Pitcher e sono stati eseguiti dalla RA.GA.
S.r.l. di Como, società specializzata in ricerca archeologica. Il
risultato offre uno spaccato del popolamento del territorio cremonese
che si estende nello spazio e nel tempo: lungo un tracciato di poco
più di 70 chilometri sono stati infatti portati alla luce ben 66
siti, con una cronologia compresa tra l’età preistorica e i giorni
nostri.
Nell’allestimento
si è cercato di rendere percepibile il progredire del tempo,
esponendo materiali da alcuni contesti significativi delle diverse
epoche: si parte dagli oggetti in pietra lavorata e dai frammenti
ceramici recuperati in un pozzetto neolitico ritrovato a Romanengo,
per passare a alcuni recipienti dell’età del Bronzo in
straordinario stato di conservazione (Cremona, loc. San Felice). Di
grande impatto risulta, quindi, il corredo completo di un guerriero
celta, databile al III secolo a.C., rinvenuto in una sepoltura presso
Romanengo. Interessanti anche alcuni contesti correlabili a riti e
pratiche votive di diversa cronologia, (un pozzo cultuale dell’età
del Bronzo, una fossa votiva con palchi di cervo dell’Età del
Ferro, un deposito collegato a rituali di fondazione da una villa di
età romana).
Per l’età
romana vengono inoltre puntualizzati due elementi che
nell’occupazione del territorio appaiono distintivi e ricorrenti in
molti dei siti indagati: le tracce della centuriazione e la
diffusione nelle campagne delle villae rusticae, strutture che
risultano la modalità insediativa preferenziale in questa zona di
pianura. La frequentazione di queste aree non appare interrompersi in
epoca tardo-antica, momento cui è riconducibile anche una tomba a
inumazione alla cappuccina da Azzanello, della quale in mostra viene
presentato il corredo.
Questo
viaggio nella storia del Cremonese si conclude con la presentazione
di alcune fornaci destinate alla produzione di laterizi, diffuse
massicciamente a partire dall’epoca rinascimentale e collegabili
alla costruzione di chiese e cascine che costellano la campagna.
Un altro
aspetto che si è voluto sottolineare è quello relativo all’entità
del lavoro e alla necessaria coordinazione e collaborazione che
questo tipo di indagini comporta, a partire dallo scavo archeologico.
Le attività di tutela e conservazione non si sono esaurite, infatti,
con la fine dei lavori sul campo: il lavoro degli archeologi che
hanno raccolto i reperti e i dati è stato approfondito da un gruppo
di studio, formato da specialisti delle diverse epoche e discipline,
e la fragilità delle testimonianze del passato ha richiesto la cura
minuziosa di restauratori che ne hanno assicurato la migliore
conservazione. A lato dell’esposizione sono previste anche alcune
conferenze, che si terranno presso il Museo, nelle quali verranno
approfondite alcune curiosità relative ai contesti più complessi
emersi nel corso dei diversi ritrovamenti.
“La
mostra Progresso e passato – dichiara l'assessore
alla Cultura Irene Nicoletta De Bona - costituisce un nuovo
significativo momento della collaborazione del Museo Archeologico con
la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. La
sinergia tra l’ente di tutela e il museo civico del territorio si
conferma per quest’ultimo di vitale importanza, consentendo il
continuo aggiornamento degli allestimenti e delle proposte di
fruizione, alla luce di quanto via via emerge dall’attività di
ricerca sul campo. Il migliore esempio è lo stesso allestimento del
museo nella chiesa sconsacrata di San Lorenzo, che ha potuto giovarsi
dei reperti rinvenuti nei recenti scavi di piazza Marconi. Il tema
della mostra, ospitata negli spazi del Museo Civico Ala Ponzone, è
particolarmente rilevante per la valorizzazione del territorio: gli
scavi “preventivi” alla realizzazione del tratto di metanodotto
Cremona-Sergnano, al di là della necessaria azione di tutela, hanno
costituito infatti un’importante occasione di conoscenza storica,
per un arco cronologico che dalla preistoria giunge fino all’alto
medioevo. A pochi mesi dalla conclusione delle ricerche, tale
patrimonio, grazie anche alla sensibilità di Snam Rete Gas, viene
ora reso disponibile al pubblico attraverso l’esposizione museale
dei reperti corredata da questo catalogo, che ne costituisce
l’efficace strumento di divulgazione”.
Negli
oltre 70 anni di storia della nostra azienda, abbiamo sempre
coniugato gli obiettivi d’impresa con un profondo senso di
responsabilità verso le comunità e i territori in cui operiamo,
nella consapevolezza dell’importanza di aver sempre presenti i
riflessi sociali, economici e ambientali delle nostre attività. Una
convinzione che discende da un modello di business fortemente
integrato con le esigenze del territorio. Interpretare
responsabilmente l’approccio con il territorio e i suoi stakeholder
rappresenta anche una chiave per migliorare l’efficienza dei
processi di business e per il raggiungimento degli obiettivi
aziendali. Nello sviluppo delle infrastrutture il nostro approccio ha
sempre conciliato crescita economica e tutela dell’ambiente.
Principi che Snam Rete Gas ha saputo rendere concreti sviluppando
best practice riconosciute anche a livello internazionale per ognuna
delle fasi di lavoro: dalla progettazione ai monitoraggi ambientali,
geomorfologici e vegetazionali ante e post operam, dalla
realizzazione dell’infrastruttura all’attività di ripristino
degli ecosistemi conseguente alla posa dei metanodotti e alla
costruzione degli impianti di compressione.
La realizzazione di oltre
32.000 km di rete su un’orografia complessa ed un territorio così
ricco di storia come quello Italiano, ci ha impegnato a sviluppare
un’attenzione profonda a tutela dei patrimoni della nostra
penisola; ovunque la nostra attività ci ha portato naturalmente ad
incontrare “le antiche vestigia” ed il nostro impegno è stato
quello di conservare la memoria. Da sempre un’attenzione speciale
viene rivolta alla salvaguardia del patrimonio archeologico cui
sempre più intensamente vengono indirizzati l’impegno e le
competenze di Snam Rete Gas. Il nostro obiettivo è quello di non
disperdere le tracce di una memoria tangibile della storia del nostro
Paese che affiora nel corso dei nostri lavori e di cui questo volume
è un’accurata testimonianza.
Anche
nel caso dei lavori di realizzazione del metanodotto
Cremona-Sergnano, la scelta di affidarsi a team formati dai migliori
specialisti, ha rappresentato il valore aggiunto che ha consentito di
salvaguardare i ritrovamenti e di impedirne la dispersione. Siamo
pertanto molto lieti di aver contribuito alla realizzazione di questo
libro, che dimostra l’efficace e proficua cooperazione con la
Soprintendenza per i Beni Archelogici della Lombardia e con il
territorio, che ha consentito di ricostruire momenti e testimonianze
della storia dell’antica comunità cremonese.
Luca
Schieppati
Direttore
Generale Operations Snam Rete Gas