Una cerimonia solenne e allo stesso colma di emozione e commozione quella che si è svolta oggi pomeriggio nella Sala dei Quadri di Palazzo Comunale per il conferimento del massimo riconoscimento civico, la Medaglia d’oro “Città di Cremona”, a Giovanni Arvedi. Presenti le massime autorità civili, militari e religiose, oltre naturalmente ai consiglieri comunali e a tutti i componenti la Giunta comunale. Prendendo la parola, il sindaco Oreste Perri ha ricordato innanzitutto che il Consiglio comunale, il 30 settembre scorso, ha deciso di conferire a Giovanni Arvedi il massimo riconoscimento civico, la Medaglia d'oro Città di Cremona, destinato ad indicare al pubblico encomio quei cittadini che si sono distinti, in maniera straordinaria, nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell'industria, del lavoro della scuola, dello sport o con iniziative di carattere sociale, assistenziale e filantropico a favore della comunità cremonese. E la cerimonia di oggi ha suggellato formalmente questa importante decisione “quale giusto attestato verso un uomo che molto si è speso e si sta spendendo per il bene di Cremona”.
Il primo cittadino ha quindi aggiunto: “Sia attraverso la Fondazione Giovani Arvedi e Luciana Buschini, sia attraverso il Gruppo Arvedi, è impegnato a favore di diverse iniziative di carattere sociale mirate a sostenere i giovani nei loro studi con borse di studio, con contributi a scuole ed associazioni. Grazie ai fondi che ha messo a disposizione, è stato possibile intraprendere i lavori di recupero, in fase di completamento, dell’ex Casa di Cura La Pace, complesso dove prenderà avvio un articolato progetto di assistenza per gli anziani. In campo culturale Giovanni Arvedi ha sempre seguito le attività per la conservazione della nostra Cattedrale: penso ai lavori eseguiti per il restauro della facciata, per il rifacimento delle coperture, alla donazione dell’organo monumentale Mascioni, solo per citarne alcuni. Come non ricordare poi l’impegno profuso per il recupero degli affreschi della Chiesa di S. Rita, uno dei gioielli dell’architettura religiosa cremonese. Da ultimo, in ordine di tempo, vi è il finanziamento della riqualificazione del Palazzo dell’Arte, oggi sede del Museo del Violino, con un’ala destinata all’esposizioni d’arte e un Auditorium la cui acustica è stata riconosciuta dagli esperti come tra le migliori del mondo”.
Non poteva certo mancare un accenno all’ambito sportivo con il riferimento all’impegno e alla passione per la Società sportiva Cremonese che si sono concretizzati attraverso la realizzazione del Centro Sportivo “Giovanni Arvedi”, che dà la possibilità ad oltre 300 ragazzi di allenarsi e gareggiare in un ambiente sportivo davvero di alto livello. A questo si aggiunge il fattivo sostegno ad altre discipline sportive, tale da permettere a molti giovani cremonesi di praticare lo sport, cosa che, diversamente, non potrebbero fare, offrendo loro un’attività ricreativa ed educativa.
“In questa solenne circostanza ritengo doveroso – ha dichiarato il sindaco nel suo intervento - rimarcare che Giovanni Arvedi ha dato un contributo eccezionale alla crescita del prestigio di Cremona in quanto, grazie alle sue doti imprenditoriali ed alla sua lungimiranza, è riuscito ad unire lo spirito proprio della nostra terra alla capacità di essere contemporaneamente cittadino del mondo. La nostra città ha una storia secolare, un invidiabile patrimonio di bellezze artistiche e culturali, una tradizione liutaria che non ha eguali, una grande cultura musicale. Giovanni Arvedi ha saputo unire a tutto questo una fertile e sempre rinnovata capacità imprenditoriale, portando innovazione, ricerca, creando occupazione, anche in momenti difficili, soprattutto come quello che stiamo attraversando. Va inoltre ricordata la solidarietà e la generosità, che lo hanno visto protagonista, sia in prima persona, sia attraverso la Fondazione Arvedi Buschini, spesso senza clamore e con grande discrezione, ma sempre con lo slancio e il cuore che richiama alla mente le figure dei grandi benefattori che hanno lasciato un segno nella storia di Cremona. La disponibilità alla donazione è una cultura molto radicata fra i cremonesi, una tradizione consolidata da lunghissimo tempo e questo è importante, non solo per ciò che viene donato ma perché conferma il persistere di un particolare legame di fiducia e di affetto fra i cittadini e la propria città. Sono proprio questi legami profondi, queste tradizioni che danno senso, forza e vita alla nostra comunità. La ricchezza di una città sta certamente nell’economia, così come nella produzione di beni e di valori materiali, ma sta anche in determinate tradizioni, in valori immateriali che sono il legame più profondo fra gli uomini e le generazioni. E Giovanni Arvedi ne è la migliore testimonianza. Grazie cav. Arvedi per quello che fa, per quello che ha fatto e che gelosamente custodiamo nella nostra memoria presente e futura. Grazie perché lei è un esempio per tutti noi e soprattutto per le future generazioni che le stanno particolarmente a cuore”.
Prima di leggere la motivazione della civica benemerenza, il sindaco Oreste Perri, parlando a braccio, ha sottolineato le doti umane di Giovanni Arvedi quali le ha conoscere in questi anni. Ha ricordato, ad esempio, quando, durante l’inaugurazione del Museo del Violino, Arvedi si è rivolto ai suoi dipendenti dicendo che quanto era stato fatto era anche merito del loro lavoro. Lo stesso è avvenuto pochi mesi fa, a Ribecco d’Oglio, quando, inaugurando il centro sportivo fatto da lui realizzare, Giovanni Arvedi ha accennato all’importanza della sua famiglia, intesa in senso stretto ma comprendendo in essa anche tutti i suoi collaboratori e le sue maestranze. Infine il sindaco Perri ha tenuto a sottolineare che Giovanni Arvedi gli ha chiesto una cosa sola: cosa poteva fare per Cremona, per la nostra città, senza aggiungere altro e mettendo a disposizione il suo sostegno.
E’ seguita dunque la lettura della motivazione del riconoscimento a Giovanni Arvedi: Quale riconoscimento del suo tenace ed instancabile impegno in campo imprenditoriale e sociale, del suo sostegno alle attività culturali e musicali della città e del suo generoso mecenatismo verso le istituzioni locali, soprattutto il Comune di Cremona, testimoniando così concretamente il suo grande amore per la Comunità Cremonese. Il recupero del Palazzo dell’Arte a fini museali ricavando nei suoi spazi il Museo del violino con annesso Auditorium ed un padiglione espositivo per rassegne d’arte costituisce l’ultima testimonianza di un amore immutato verso la Città di Cremona.
Dopo avere ricevuto la medaglia d’oro e il diploma che l’accompagna, realizzato da Graziano Bertoldi, Giovanni Arvedi, prima di prendere la parola, ha chiamato accanto a sé i suoi famigliari ed i suoi collaboratori più stretti. Profondamente emozionato e commosso, Giovanni Arvedi, ringraziando il sindaco e consiglieri e, di conseguenza, tutti i cittadini che essi rappresentano, ha detto che carriera ormai cinquantennale, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, ma la Medaglia d’oro Città di Cremona è per lui il più importante perché si accompagna a sentimenti profondi, quei sentimenti che legano la sua famiglia alla città da almeno 300 anni. E parlando di Cremona, l’ha definita una città splendida, di cui va fieramente orgoglioso. Per Arvedi fondamentale, nella storia di Cremona, è l’anno 1076, quando la nostra città diventa il primo Comune italiano che, pur circondato da signorie, decide di affidare il suo governo direttamente ai cittadini. Una tradizione che si è poi radicata nel tessuto sociale ed economico, fino ad arrivare a tempi più recenti quando ha espresso personaggi di primo piano del socialismo italiano così come di quello che era allora il Partito Popolare. Venendo al presente, Giovanni Arbedi ha parlato della difficoltà di fare impresa in un momento come questo in cui il potere di acquisto nel nostro Paese è fortemente diminuito. E’ dunque necessario essere competitivi perché occorre confrontarsi con l’estero, dove la situazione è ben diversa. L’impegno quotidiano è dunque gravoso, ma è importante andare avanti perché è il lavoro che crea benessere. “Come gruppo – ha concluso Arvedi – noi cerchiamo di raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti e lo stiamo facendo con tutte le nostre forze. Ma se fino ad ora questo è stato possibile non è solo merito mio, ma anche dei miei famigliari e dei mie collaboratori che mi sono sempre vicini.”
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La Medaglia d'Oro “Città di Cremona” riproduce davanti l’antica e prima versione dello stemma del Comune di Cremona, così come era utilizzato nei documenti della Magnifica Comunità di Cremona risalenti al sedicesimo secolo, accompagnato dalla scritta Communitas Cremonae nella semiarea superiore ed in quella inferiore dal motto Fortitudo mea in brachio. Sul retro, la scritta Cittadino benemerito nella semiarea superiore, in quella inferiore la data del conferimento dell’onorificenza ed al centro il nome e cognome dell’insignito al quale, come previsto dal regolamento di istituzione della civica benemerenza, viene consegnato anche un diploma, firmato dal Sindaco, nel quale è contenuta la motivazione della benemerenza. Il nome di Giovanni Arvedi verrà iscritto - unitamente alle motivazioni - nell’apposito Albo conservato presso l’ufficio del Segretario Generale.