14 marzo 2014

In Sala Alabardieri la mostra "Alfredo Signori - Presenze del visibile"

Da oggi e fino al 30 marzo marzo prossimo la Sala Alabardieri di Palazzo Comunale ospita la mostra Alfredo Signori – Presenze del visibile, curata dallo storico dell'arte Sandro Parmiggiani, aperta dal lunedì al sabato dalle 9 alle 18 e nei giorni festivi dalle 10 alle 17. L'ingresso è gratuito. La mostra commemorativa dedicata ad Alfredo Signori (Cremona, 7 dicembre 1913 – 3 febbraio 2009) è promossa dall'Assessorato alla Cultura, che ha accolto la proposta, fatta a suo tempo figlie dell'artista, Giuseppina ed Anna, per commemorarne il centenario della nascita. Per l'occasione il Comune ha prestato due opere appartenenti alle collezioni civiche: Veduta di alberi e case, del 1958 (olio su tela, cm. 70 x 100), ed Autunno, del 1947 (olio su compensato, cm. 34 x 46 - deposito Provincia di Cremona - ex A.P.T. Azienda di Promozione Turistica). L'Assessorato alla Cultura e al Turismo, grazie alla proficua collaborazione con il privato, alla sinergia con altre realtà territoriali, oppure stringendo legami con enti ed istituzioni del territorio, è riuscito a mettere in campo una serie di iniziative molto variegate tese a promuovere innanzitutto Cremona e le sue eccellenze, quindi a riportare all'attenzione del pubblico alcuni aspetti della storia artistica della nostra città sino ad ora non abbastanza valorizzati. In questo ambito si colloca il programma di esposizioni dedicate a figure di artisti cremonesi del Novecento, che si dispiegato, dagli ultimi mesi del 2013, attraverso una serie di appuntamenti, e prosegue ora con la mostra dedicata a Signori . 


Da sinistra, Giuseppina Signori, Irene Nicoletta De Bona, Anna Signori,
Sandro Parmiggiani, Gabriella Bonvini
Il primo appuntamento di questo percorso artistico e culturale è iniziato nel novembre scorso con la mostra di Mario Coppetti, realizzata in occasione del suo 100° compleanno. E' toccato poi al pittore Carlo Acerbi, altra figura significativa del panorama artistico cremonese tra la prima e la seconda metà del Novecento. Nel dicembre scorso si è tenuta l'esposizione con oltre trenta opere dello scultore Dante Ruffini nel 50° anniversario della morte. In questo caso, come già avvenuto per Carlo Acerbi, ed ora per Alfredo Signori, fondamentale è il contributo dei famigliari degli artisti.

Le iniziative promosse dall'Assessorato alla Cultura perseguono un duplice obiettivo: dare un segno di attenzione alla produzione artistica del XX secolo e ai suoi protagonisti - spesso legati da stretti rapporti amicizia oltre che di affinità intellettuali -, mostrare quindi al pubblico opere che, sino ad ora, nella maggior parte dei casi, non sono mai uscite dagli studi o dalle collezioni dove sono custodite.

Grazie all’impegno profuso, che è allo stesso tempo creativo ed organizzativo, e grazie alla sensibilità e alla disponibilità degli eredi di questi illustri personaggi del secolo scorso, anche l’arte cremonese del Novecento trova così un'adeguata attenzione, contribuendo a valorizzare nel contempo alcune sale di rappresentanza di Palazzo Comunale.

Un omaggio dunque a tutto tondo all'arte del Novecento cremonese nelle sue diverse espressioni e nei suoi molteplici linguaggi stilistici, e che si lega, non solo idealmente, all'ultimo volume della collana Storia di Cremona, dedicato proprio al XX secolo, presentato il 18 dicembre 2013.

Scrive il curatore della mostra Sandro Parmiggiani: “Alfredo Signori ha lavorato a vari motivi – il ritratto, il paesaggio urbano e rurale, i muri e le rocce, le case, colte sull’incerto crinale tra distruzione e ristrutturazione –, ha fatto ricorso a tecniche diverse (dalla pittura ad olio e ad acrilico, ad acquerello e a tempera, al disegno a china e a matita) e sempre si è sintonizzato sulle vicende dell’arte del tempo, sui dibattiti sollevati dalle voci alte della cultura. Significativi sono, a questo proposito, in questa stessa esposizione, i ritratti di Igor Stravinskij e di Samuel Beckett: volti particolari, segnati dalle esperienze e dai sussulti della vita, veri e propri paesaggi del tormento al cui fascino il pittore di ritratti non può sottrarsi. Mentre se ne stava chiuso nel suo studio, Signori approfondiva i fermenti dell’arte e del pensiero, diventando emblema di ciò che, senza alcun senso riduttivo, può essere definito l’“artista di provincia”, e cioè colui che, come è avvenuto in altre luminose esperienze in piccole e medie città, nel silenzio e nella solitudine va distillando un’opera ricca di autenticità, che forse altrove avrebbe potuto subire sviamenti e corruzioni, magari legati al fascino, non sempre resistibile, delle mode. Si tratta di esperienze che non possono essere messe in ombra o dimenticate se, di una vicenda storica complessa e multiforme, quale quella dell’arte italiana, si vogliono comprendere i radicamenti e le declinazioni, l’articolata ricchezza e la diffusione degli svolgimenti. Dipingere è stato in fondo, per Signori, tentare di dare scacco alla morte, cercare di sottrarre al suo abbraccio volti e corpi, paesaggi e oggetti, muri e rocce, perché per sempre potessero restare esperienza del visibile, al di là del loro inarrestabile, continuo processo di sparizione fisica, dentro lo scorrere impietoso del tempo. Signori aveva una profonda consapevolezza: spetta alla pittura riappropriarsi del visibile, trasfigurarlo, rendendolo in un qualche modo perenne”.

Cenni biografici su Alfredo Signori

Alfredo Signori nasce a Cremona nel 1913, figlio di Anna Grisi e di Riccardo, medico psichiatra. Rimane orfano del padre in giovane età ed è dolorosamente segnato da questo evento. Rivela una notevole attitudine al disegno e alla pittura e viene avviato agli studi artistici. Frequenta il Liceo artistico di Brera a Milano dal 1929 al 1933. Nel 1936 si iscrive all’Accademia di Brera, allievo di Aldo Carpi, ma deve interrompere il suo percorso formativo. Vive a Milano tra il 1938 e il 1939, impegnato anche nel disegno pubblicitario. Qui viene a contatto con l’ambiente artistico milanese, in quel periodo particolarmente effervescente. Si avvicina al movimento di Corrente e conosce le opere di Birolli, Badodi, Sassu, Migneco e altri. Partecipa al Premio Bergamo nel 1940 con l’opera Uomini in treno. Diventa un attento testimone della pittura del ’900, che attraversa consapevolmente e studia i movimenti artistici del passato, in continue esercitazioni e attività di ricerca. Dipingerà intensi ritratti negli anni ’30-’40, scarni paesaggi geometrici negli anni ’50, squallide periferie urbane nel dopoguerra, astrazioni coloratissime e sorprendenti nel periodo dei ‘muri’ e delle ‘rocce’. Le opere degli anni ’60-’70 esprimono un evidente e profondo disagio interiore, insieme alla ‘protesta’ tipica di quel periodo, mentre negli anni ’80-’90 l’artista riprende una nuova figurazione, con risultati particolarmente interessanti. Presente in esposizioni sin dagli inizi degli anni Trenta, partecipa a partire dal dopoguerra alle mostre che si tengono a Cremona al Palazzo dell’Arte, entrando poi dal 1956 nell’Associazione artisti professionisti. Negli anni a seguire espone in diverse mostre personali e collettive, a Cremona e in varie località. È del 1948 il matrimonio con Maria Quintini, la compagna di una vita, spesso ritratta nelle sue opere, dalla quale ha tratto costante appoggio e solidale partecipazione alla sua attività pittorica. Dal matrimonio nascono due figlie, Anna e Giuseppina. Tutta la sua lunga vita è dedicata alla passione artistica: un lavoro che lo ha visto continuamente impegnato nel suo studio, dove ha realizzato numerosissime opere con diverse tecniche, dalle più classiche alle più sperimentali. Alfredo Signori è morto a Cremona nel febbraio del 2009. 


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