24 giugno 2013

Approvate le tariffe per i servizi educativi per l’infanzia e scolastici per l’anno 2013/2014: le motivazioni di una scelta difficile ma necessaria

Festa di fine anno all'asilo nido Sacchi in una foto di repertorio
Il Consiglio comunale ha approvato la modifica e l’integrazione del regolamento dei servizi educativi per l’infanzia quale conseguenza dell’applicazione di una quota fissa per la frequenza alla scuola per l’infanzia (il nuovo regolamento entrerà in vigore dall’anno scolastico 2013/2014 a partire dalle procedure di ammissione al servizio). Sempre il Consiglio comunale, nella seduta odierna, ha inoltre approvato la modifica dei criteri per la determinazione delle tariffe nei servizi educativi per l’infanzia e scolastici. Infatti, poiché dopo due anni di applicazione delle norme contenute nei criteri di approvazione delle tariffe nei servizi educativi per l’infanzia e scolastici e alle indicazioni dell’Amministrazione in tema economico rispetto ad una maggiore copertura dei costi del servizio, si è reso necessario apportare alcune modifiche con la revisione complessiva dei criteri sopprimendo le voci non più conformi al nuovo regolamento e alle nuove modalità di calcolo delle tariffe (i nuovi criteri entreranno in vigore dall’anno scolastico 2013/2014).

A seguire, come previsto dal regolamento dei servizi educativi per l’infanzia e sulla scorta dei criteri approvati dal Consiglio Comunale, la Giunta ha approvato le tariffe dovute dalle famiglie per i servizi educativi per l’infanzia e scolastici per l’anno scolastico 2013/2014. Sono stati rimandati a successivi provvedimenti la tariffa del Centro Prima Infanzia, la tariffa del tempo prolungato per asili nido, la tariffa del tempo prolungato per le scuole infanzia comunali.

La predisposizione del Bilancio di Previsione 2013 è stata molto complessa e difficoltosa a causa delle notevolissime criticità riscontrate. Si tratta di una situazione che non riguarda soltanto il Comune di Cremona ma tutti i Comuni italiani ed è determinata innanzitutto da due fattori:

  1. un taglio dei trasferimenti dallo Stato per effetto del decreto “spending review” del 2012 per un totale di 3,7 milioni di euro a valere sull’esercizio 2013;
  2. un patto di stabilità interno con un obiettivo ancora più impegnativo nel 2013 per effetto sia di un adeguamento delle modalità di calcolo della spesa media corrente, sia per effetto dell’impossibilità di detrarre il nuovo taglio dei trasferimenti dallo Stato.

Per tali ragioni l’80% dei Comuni italiani non ha ancora approvato il bilancio preventivo, i cui termini sono stati prorogati dal Governo al 30 settembre 2013, data entro la quale, ai sensi delle disposizioni vigenti, risulta possibile definire aliquote e tariffe dei tributi locali, nonché le tariffe dei servizi pubblici a domanda individuale. Gli enti locali, come è stato più volte rimarcato anche dall’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), si trovano in una situazione di grande incertezza, dovendo inoltre misurarsi con un quadro normativo che, negli ultimi mesi, ha subito modifiche ed ancora oggi non è pienamente definito. Il momento è particolarmente difficile, aggravato da tutta una serie di situazioni non ancora delineate, come quelle relative alla Tares e all'Imu. Tale confusione i Comuni la stanno vivendo da tempo, ma quest'anno ancora di più.

In particolare, il Comune di Cremona, rispetto all’anno precedente, si è trovato a fare fronte ad un taglio dei trasferimenti dallo Stato pari a 3.700.000,00 euro; l’abrogazione con legge dello Stato dell’addizionale ex ECA al ruolo IMU ha determinato un taglio di 920.000,00 euro, mentre le minori entrate da IMU di altri immobili, rispetto alle previsioni 2012, ammontano ad 800.000,00 euro. Questo solo per citare alcune delle entrate sulle quali il Comune di Cremona non può più contare.

Non avendo potuto approvare, per le ragioni sopra indicate, il bilancio preventivo entro il 31 dicembre 2012, per legge è stato necessario applicare il criterio dell'esercizio provvisorio: la spesa la si è potuta finanziare limitatamente alla gestione ordinaria e solo per dodicesimi dell'ultimo bilancio approvato (2012); non è stato possibile finanziare la spesa straordinaria. Tutto questo ha determinato ritardi che non possono essere imputati alla volontà di questa Amministrazione.

Per quanto riguarda la costruzione del bilancio 2013 si sono succeduti numerosi incontri nei mesi di marzo, aprile e maggio tra il Sindaco, gli Assessori, i Dirigenti e le forze di maggioranza dove sono state individuate le linee da seguire: sostanziale contenimento della spesa corrente, ad iniziare dalla spesa del personale e per incarichi di qualunque genere; migliorare sensibilmente la copertura dei servizi a domanda individuale, come sollecitato anche dalla Corte dei Conti in diversi pronunciamenti.

Nonostante i tagli di spesa che tutti gli Assessorati hanno provveduto a fare, la situazione di squilibrio di bilancio, prima di ipotizzare una rivisitazione del regime tributario e tariffario, era pari a 3.512.500,00 euro. La si può risolvere attraverso l’incremento dell’addizionale IRPEF da 0,65% a 0,80% (sostanzialmente in linea con gli altri capoluoghi italiani) e con l’incremento dell’IMU per altri immobili da 0,93% a 0,98% (al di sotto di numerosi altri capoluoghi italiani). Si tratta di misure che riguardano tutti i contribuenti.

Venendo ai servizi a domanda individuale, cioè facoltativi e non obbligatori per legge come accade invece per i servizi Sociali, questa Amministrazione ha assicurato la gratuità per quanto riguarda le scuole per l’infanzia, e tariffe molto basse rispetto alla media nazionale per gli asili, sino a quando è stato possibile farlo. Tale situazione ora non è più sostenibile. Le attuali condizioni nelle quali versa la finanza pubblica non permettono infatti di fare ricadere sull’intera collettività i costi di servizi che sono usufruiti solo da una parte dei cittadini (poco più del 2,5% dei 72 mila abitanti di Cremona). L’alternativa sarebbe stata quella di interrompere tali servizi, oppure di limitarli, compromettendone così la qualità che li contraddistingue e che da sempre è stata loro riconosciuta.

Per mantenere la qualità da sempre garantita, la Giunta ha deciso di chiedere la compartecipazione alla spesa che l’Amministrazione deve sostenere per assicurare tali servizi. Da qui l’introduzione, per le scuole per l’infanzia, accanto alla quota variabile già in vigore, di una quota mensile fissa, di importo comunque molto limitato rispetto al costo del servizio, commisurata all’ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente), quale compartecipazione alla spesa di funzionamento del servizio e, parallelamente, un adeguamento della tariffa per gli asili nido.

Le agevolazioni negli asili nido agiscono sulla tariffa fissa e sulla quota variabile in funzione delle assenze del bambino. Le agevolazioni nelle scuole per l'infanzia agiscono sia sulla tariffa fissa mensile che su quella giornaliera.

Sono previsti provvedimenti ed eventuali differenti condizioni di agevolazioni, anche per le famiglie che si trovano in stato di disagio e/o colpite dagli effetti della crisi economica. E’ inoltre prevista l’istituzione di un apposito fondo, che sarà gestito dai Servizi Sociali, per affrontare situazioni di fragilità.

Molte altre città, indistintamente dal colore politico delle maggioranze di governo, si sono già da tempo trovate costrette ad introdurre una quota mensile fissa quale compartecipazione alla spesa di funzionamento per la scuola per l’infanzia. La scelta compiuta non è stata per niente facile ed è avvenuta solo dopo tutte le necessarie verifiche. L’obiettivo è di mantenere tutti i servizi e di mantenerli con gli stessi livelli di qualità attuali evitando, per ragioni di equità, di farne pagare i costi a coloro che non ne usufruiscono.

Si conferma l’impegno a valutare le diverse situazioni che si prospetteranno con la massima disponibilità all’ascolto da parte dei Servizi delle Politiche Educative, assicurando che i bambini continueranno ad essere accuditi e seguiti con la massima cura e gli stessi standard di qualità come sino ad ora avvenuto.

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