31 agosto 2013

Convenzione tra Comune e ASL di Cremona per “Outsiders 2013” L'iniziativa è finalizzata al reinserimento sociale di adulti e minori

E’ pronta la convenzione tra Comune di Cremona e Azienda Sanitaria Locale di Cremona per la realizzazione, nel corso del 2013 e 2014, del progetto “Outsiders 2013”, per un costo complessivo pari a 201.451,20 euro così ripartito: 130.451,20 euro di contributo regionale a mezzo ASL di Cremona, 40.000,00 euro quota a carico del Comune di Cremona, 31.000,00 euro quota sostenuta direttamente dagli altri soggetti coinvolti. Il progetto è finalizzato al reinserimento, con metodi innovativi, di adulti e minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria.  

La Regione Lombardia promuove una rete di interventi a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria e delle loro famiglie attraverso la presentazione di progetti specifici. Il decreto n. 222 del 18 gennaio 2013 della Direzione Generale Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale della Regione Lombardia ha definito le modalità e le procedure per la presentazione alle Aziende Sanitarie Locali delle proposte di intervento a favore delle persone sottoposte a provvedimento dell’autorità giudiziaria e delle loro famiglie e nel contempo ha assegnato alle ASL le risorse per il finanziamento delle progettualità.
Il Comune di Cremona, quale ente capofila, ha presentato all’Azienda Sanitaria Locale di Cremona un progetto a favore di persone adulte e minori sottoposti a provvedimento dell’Autorità Giudiziaria e delle loro famiglie che vede coinvolte realtà del sociale presenti sul nostro territorio, a seguito del parere favorevole espresso dalla Giunta Comunale nella seduta del 13 giugno 2013. La Regione Lombardia ha riconosciuto all’ASL di Cremona un contributo di 130.451,20 euro che corrisponderà per pari importo al Comune di Cremona secondo le modalità previste dalla convenzione. La bozza di convenzione con l’Azienda Sanitaria Locale di Cremona è stata così predisposta ed approvata dalla Giunta per procedere all’avvio delle azioni previste dal progetto.
“Il Comune di Cremona - dichiara l’assessore alle Politiche Sociali Luigi Amore - partecipa alla realizzazione del progetto con un finanziamento di 40.000,00 euro relativo alla valorizzazione del personale, alle utenze di strutture comunali sedi di azioni di progetto (ad esempio il Centro per le Famiglie per quanto concerne la sperimentazione di azioni rivolte ai detenuti ed alle loro famiglie, Sportello porta unitaria di accesso ai servizi sociali per all’attivazione di un punto dell’Ufficio di esecuzione penale esterna sia rivolto all’utenza, sia con funzioni di prese in carico integrata) nonché al sistema di housing in capo all’Amministrazione.  Concorrono al finanziamento del progetto anche i soggetti coinvolti con risorse proprie per complessivi 31.000,00 euro. In fase di realizzazione potrebbero avvenire eventuali modifiche per quanto concerne i cofinanziamenti, tali da ridurre la parte di spettanza del Comune di Cremona.”
Numerosi i partner coinvolti nella fase progettuale, mentre i partner che contribuiscono anche con proprie risorse sono: Azienda Sociale del Cremonese, Consorzio Casalasco Servizi Sociali, Comunità Sociale Cremasca, Iride Cooperativa Sociale, Nazareth Cooperativa Sociale, Fuxia Cooperativa Sociale, Consorzio Mestieri, Cisvol Cremona e la Federazione Oratori di Cremona.

GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO

Il reinserimento sociale di soggetti, minori ed adulti, sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria viene perseguito attraverso cinque obiettivi specifici: 1) implementare le opportunità di accesso al mondo del lavoro mediante azioni di politica attiva e di formazione in ottica di riqualificazione; l’obiettivo verrà perseguito anche in raccordo con le misure di politica attiva già presenti sul nostro territorio (inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, percorsi dotali, ecc.; 2) sperimentare percorsi di presa in carico integrata dei nuclei familiari dei destinatari per ricostruire, recuperare e mantenere le relazioni familiari, con particolare attenzione ai nuclei multiproblematici e ad elevato rischio di devianza; 3) garantire la presenza di un tutoring educativo volto all’aumento della capacità decisionale e di autonomia, all’acquisizione di competenze organizzative e al miglioramento della capacità di rielaborare la propria storia (a partire dal reato) e di definire una progetto di vita; 4 ) consolidare ed implementare capacità di risposta dei territori rispetto all’accoglienza e inclusione dei soggetti autori di reato, potenziando la sinergia tra uffici dell’autorità giudiziaria, servizi sociali territoriali, rete dell’associazionismo, mondo produttivo, terzo settore; 5) potenziare i percorsi di autonomia anche attraverso il sistema di housing sociale.
Il carattere innovativo della proposta progettuale consiste nel tentativo di riformulare l’approccio complessivo al problema, non più ancorato ad una rigida ripartizione per target, ma che prova a riconsiderare più complessivamente il lavoro per ambiti trasversali. Questo risulta funzionale anche per l’assetto organizzativo interno e per l’attivazione delle risorse del privato sociale e della rete territoriale non più rigidamente organizzato in modo settoriale, ma invitato a ridefinirsi secondo un assetto che risulta favorevole per un approccio ai problemi di natura più strutturale. Nella proposta sono inoltre proposti alcuni stimoli utili per una revisione più complessiva e profonda delle politiche locali di inclusione sociale dei soggetti autori di reato (minori e adulti) anche attraverso l’arricchimento dei significati e dei possibili contenuti del reinserimento.

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