28 maggio 2013

A giugno debutta in via sperimentale il "tutor di condominio"

"Non si tratta di un servizio per le emergenze, ma di un tassello che va a completare una rete di sostegno in ambito sociale che già esiste e che vede come protagonisti attivi realtà del pubblico e del terzo settore".  Così ha esordito l'assessore alle Politiche Sociali Luigi Amore annunciando il debutto del "tutor di condominio", figura di operatore sociale che inizierà il proprio lavoro dal prossimo mese di giugno per un periodo sperimentale che si protrarrà sino al dicembre 2014. La titolarità del servizio è in capo al Settore Politiche Sociali, mentre i partner sono le cooperative Altana, Fuxia, Iride Nazareth, e la Cooperativa di Bessimo. La progettazione, la formazione e supervisione è avvenuta a cura della MartiniAssociati (Lucca) attraverso Raffaello Martini, psicologo di comunità e Patrizia Botazzoli, educatrice professionale, senior partner di MartiniAssociati.
A svolgere questo nuovo servizio saranno cinque educatori professionali (Maurizia Calabrese, Riccardo Manara, Adriana Trovati, Giorgio Coppiardi, Davide Daldoss) ciascuno dei quali sarà impegnato per 10 ore complessive su 5 giorni la settimana suddivise in ore sul campo e in ore di equipe con il coordinamento dell'operatore sociale del Comune Luca Ferrari. Tre i condomini per ora interessati dalla sperimentazione:

Condominio di largo Pagliari, 13/via Altobello Melone, 22 (zona S. Imerio)

120 alloggi complessivi di cui 57 già assegnati (31 da assegnare nelle prossime settimane). Tra giugno e luglio 2013 inizio lavori cantiere di ristrutturazione del piano terra e degli spazi comuni (giardini interni). Gli operatori assegnati sono Maurizia Calabrese e Davide Daldoss. E' attivo il Laboratorio di quartiere (attualmente il giovedì dalle 10 alle 13);


Condominio di via Divisione Acqui, civici 3a-3b-4a-4b (quartiere Borgo Loreto)

40 alloggi complessivi di cui 30 già occupati (10 da assegnare a breve). L'operatore assegnato è Riccardo Manara - E' presente il laboratorio di quartiere in via Divisione Acqui, 1;


Condominio ALER di viale Cambonino, civici 7, 9A e 9B (quartiere Cambonino)

68 alloggi complessivi di cui 59 già occupati (dei 9 ancora da assegnare 3 sono assegnabili, 3 da riattare, 3 bloccati per motivi amministrativi/legali). Gli operatori assegnati in questo caso sono Giorgio Coppiardi e Adriana Trovati - E' previsto un laboratorio di quartiere in viale Cambonino, 7.

Per la realizzazione di questo progetto il Settore Politiche Sociali mette a disposizione, complessivamente, 50 mila euro che, come sottolinea l'assessore Luigi Amore, sono da considerare non come un costo ma come un investimento finalizzato a prevenire situazioni problematiche che, diversamente, potrebbero comportare interventi da parte dei Servizi Sociali. Un progetto che nasce da un'ampia condivisione con tutte le cooperative attive sul territorio in campo sociale e che ha incontrato l'apprezzamento anche dei rappresentanti dei sindacati confederali. Tale iniziativa risponde infatti ad un nuovo ed efficace approccio ai problemi emergenti. L'assessore Amore auspica che agendo in questo modo si possa arrivare, tra qualche anno, a non avere più bisogno della presenza di questa figura nei condomini di edilizia residenziale pubblica: significherebbe infatti che tutti coloro che vi risiedono rispettano le regole di civile convivenza.

Affrontare la questione della qualità dell'abitare nei contesti ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) è necessario per farsi carico del disagio di persone e famiglie e per migliorare la qualità della vita nei quartieri popolari urbani. Nonostante le reti di prossimità abbiano perso importanza e il vicinato sia spesso fonte di problemi, su queste dimensioni si deve investire per promuovere comunità. Non si tratta di ritornare al passato, ma di realizzare qualcosa di inedito, riscoprendo l'importanza della condivisione e del bene comune. Il coinvolgimento e la partecipazione dei residenti è indispensabile, ma la persone non possono essere lasciate sole in questo difficile compito.

Partendo da questo principio, il Settore Affari Sociali ha iniziato a lavorare ad un nuovo modo di occuparsi di come la persona, oppure la famiglia si inserisce o non si inserisce nel contesto, dei problemi che trova o dei problemi che eventualmente può contribuire a creare o risolvere, della qualità relazionale e sociale, dei servizi di cui ha bisogno per vivere in modo dignitoso. In altre parole, data la casa, ci si deve occupare della qualità dell'abitare. E nel far ciò, non si può prescindere dai servizi e dalla dimensione sociale che è costitutiva anche dell'abitare.

Pur riconoscendo l'esigenza di fornire servizi che richiedono anche competenze specialistiche rispetto alle diverse questioni, si è però ritenuto che se le persone potessero contare sulla presenza di un interlocutore unico, come un tutor di condominio, molti problemi potrebbero essere evitati o affrontati con maggiore efficacia e le persone si sentirebbero meno sole e abbandonate nella loro vita quotidiana.

Il tutor di condominio è un operatore sociale di prossimità che ha il compito di presidiare la qualità della vita del e nel condominio, fornendo alcuni servizi e promuovendo la partecipazione dei residenti.

Al tutor viene assegnato un caseggiato (o più caseggiati) e si occupa di tutto ciò che vi accade. Incontra le persone nel luogo dove abitano e vivono. Poiché è la figura più prossima alle persone, non ci sono filtri prima di lui. In questa condizione incontra le persone e i problemi che le stesse hanno, in una varietà e quantità non prevedibile e non quantificabile a priori.

Può agire in maniera attiva rispetto agli abitanti (anche sulla base di input ricevuti dai servizi) oppure può essere attivato dai residenti che si rivolgono a lui per segnalare problemi o per chiedere aiuto. In generale il tutor fornisce e riceve informazioni, formula e riceve domande, ascolta, orienta e accompagna, singoli cittadini e famiglie. Quando ve ne sia la necessità il tutor promuove, organizza e conduce incontri di gruppo tra i condòmini e, se presenti, fornisce supporto a gruppi creati autonomamente dai residenti e alle iniziative autopromosse. Opera in stretto contatto con i Servizi Sociali del Comune e con l'ente gestore (ALER) attraverso incontri con singoli operatori e la partecipazione a riunioni periodiche per valutare l'andamento del lavoro.

Il coinvolgimento dei residenti, la promozione e il supporto della partecipazione che permetta alle persone di uscire dalla condizione di passività o di semplice rivendicazione per assumere un atteggiamento attivo e responsabile è l'altra colonna per una possibile rivitalizzazione del vicinato. Non è facile, perché spesso si tratta di persone provate dalla vita, talvolta con risorse limitate, sfiduciate e abituate a lamentarsi ma poco inclini a prendersi delle responsabilità. Per attivare una partecipazione che non sia solo rivendicativa è necessario che le persone si sentano ascoltate dalle istituzioni e che vedano l'utilità della loro partecipazione e che si sentano insieme.
Tutte condizioni non facili da realizzare soprattutto perché oggi l'aspetto prevalente è la frammentazione e l'isolamento, le rivendicazioni scomposte verso gli enti gestori, i quali tendono inevitabilmente a tutelarsi. Il rapporto diventa sempre più impersonale e burocratico e certamente questo non genera nuove idee.

Tuttavia, in diversi contesti sono attivi comitati di inquilini, i comitati di quartiere, associazioni di vicinato. Tutte questa realtà rappresentano ambiti relazionali nei quali le persone possono mettersi alla prova nella mediazione dei conflitti e nella costruzione di relazioni comunitarie, oltre che collaborare con le istituzioni e dare il loro contributo alla soluzione dei problemi.

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